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La loggia P2

Quando si sente parlare di P2 la prima associazione che elabora il pensiero riguarda la personificazione del malaffare, ma anche del mistero, del complotto, della segretezza, dell'occulto. Qualcosa di sotterraneo, strisciante, il tutto ammantato di una valenza fortemente negativa. Era tutto questo la famosa/famigerata Propaganda 2 di Licio Gelli? Sì, e forse anche altro.

In un post non è naturalmente possibile descrivere tutto quello che è stata la P2, esaustivamente descritta nel libro che vedete qui sopra e che ho appena terminato di leggere. Sintetizzando, la P2 di Licio Gelli è stata una loggia massonica più o meno segreta, a seconda delle diverse risultanze sia processuali che parlamentari d'inchiesta, che ha lasciato il suo zampino nella stragrande maggioranza dei fatti di cronaca (stragi, attentati, tentati golpe, scalate finanziarie, operazioni di riciclaggio, depistaggi giudiziari, pressioni politiche ecc.) che si sono verificati nel nostro paese negli ultimi tre decenni. Dall'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, alla morte di Roberto Calvi, "discepolo" di Gelli e presidente del Banco Ambrosiano. Dalla strage di Piazza Fontana all'Italicus; dalla strage di Piazza della Loggia a quella della stazione di Bologna e altre. Il "retroterra culturale" in cui sono maturati questi fatti di sangue è quello della P2.

Scrive l'autore del libro: "All'azione stragista si è poi spesso accompagnata la tecnica golpista; la strategia della tensione è passata infatti anche attraverso l'organizzazione di strutture segrete, paramilitari, militari o semplicemente eversive che, anche godendo di buone coperture internazionali, si sono prodigate nell'organizzazione di autentici o simulati colpi di Stato, al fine di aumentare la percezione di insicurezza nella popolazione. La loggia P2 è stata considerata un'organizzazione di questo tipo, anche se peculiare, in quanto collettore volto al coordinamento di una variegata gamma di azioni eversive, dalla strage al golpe, fino al depistaggio."

Qui ci sarebbe un discorso da fare sulla cosiddetta "strategia della tensione", già citata sopra, una locuzione con la quale è stato contraddistinto il periodo storico che va dalla fine degli anni Sessanta fino alla strage della stazione di Bologna. Come nasce la strategia della tensione, anche detta "anni di piombo"? Scrive Dario Fiorentino: "Le radici storiche della strategia della tensione [...] sono da ricercare nella situazione geopolitica del secondo Dopoguerra: essa infatti si poneva nella logica di lotta al comunismo nel mondo diviso in due blocchi. La situazione italiana, in particolare, è assai delicata, essendo il Paese esattamente al centro del planisfero, confinante con nazioni del blocco sovietico come la Jugoslavia e 'ospitando' quella che è considerata come la più grande anomalia politica del blocco NATO: la presenza del più forte e strutturato Partito Comunista d'Occidente. Dunque, il fine della strategia della tensione era soprattutto quello della guerra psicologica; imprimere il più possibile nella popolazione 'l'eco del boato' [...]. Poco importava l'obiettivo dell'atto terroristico o il numero di vittime, spesso casuali, mietute tra cittadini innocenti; ciò che contava era produrre un'onda d'urto mediatica ed emozionale che, manipolata ad arte, facesse ricadere la responsabilità di questi apparati deviati o delle organizzazioni segrete sugli anarchici prima e sulla sinistra in seguito. Era compito poi di una stampa ben addomesticata 'bombardare' l'opinione pubblica di false notizie per fare in modo che il PCI non uscisse mai vincitore dalle urne, lasciando dormienti certe organizzazioni che [...] avevano il compito di attivarsi in maniera militare nel caso in cui un'eventualità del genere si fosse concretizzata."

Cioè, se non fosse chiaro, la P2 era un'organizzazione che si inseriva nel ramificato sottobosco di movimenti di matrice neofascista che negli anni della strategia della tensione agivano col preciso scopo di evitare che in Italia si verificasse l'infausta ascesa al potere del Partito comunista, e si era pronti perfino a reagire militarmente in caso si fosse concretizzata questa eventualità. La destabilizzazione che si cercava di attuare ricorrendo ad attentati, stragi, golpe veri o simulati, era in realtà, quindi, una operazione di stabilizzazione: destabilizzare per stabilizzare, era il "motto" che caratterizzava le azioni eversive. La "minaccia" comunista era infatti considerata, a livello governativo, totalmente incompatibile coi sistemi politici d'Occidente che aderivano al Patto Atlantico. "Risiede in queste considerazioni la principale chiave di lettura degli avvenimenti della strategia della tensione che a lungo hanno insanguinato l'Italia; nello Stato italiano, la limitazione della sovranità prevista dagli accordi internazionali del Dopoguerra era accentuata inoltre da due ulteriori fattori: in primo luogo l'Italia era un Paese che era uscito sconfitto dal secondo conflitto mondiale e, in secondo luogo, contava la presenza - inquietante agli occhi del governo americano - del principale partito comunista d'occidente. In virtù di ciò, lo Stato italiano si è trovato lungo quasi tutto il periodo della guerrra fredda a dover accettare la stabile supervisione statunitense, la quale si è spesso concretizzata in reiterate interferenze volte ad assicurare il rispetto degli impegni internazionali."

C'è da aggiungere che in tutto il periodo preso in esame furono numerose le operazioni svolte sotto copertura da parte di organizzazioni americane, tra cui l'immancabile CIA, volte ad assicurare che il "pericolo comunista" non andasse al potere. E altrettanto numerosi e cospicui furono i finanziamenti elargiti ai partiti di governo impegnati a respingere le forze comuniste. In Italia fu, notoriamente, il caso della Democrazia Cristiana, che tra il 1948 e il 1968 ricevette ingentissimi versamenti per organizzare le proprie attività politiche. Questa pratica, però, non incontrava favori unanimi, e uno dei suoi detrattori di maggiore spicco fu Aldo Moro, il quale, nel periodo in cui si trovò sotto sequestro, negli appunti stesi durante la sua detenzione scrisse: "Francamente bisogna dire che non è questo un bel modo, un modo dignitoso, di armonizzare le proprie politiche. Perché quando ciò, per una qualche ragione è bene che avvenga, deve avvenire in libertà, per autentica convinzione, al di fuori di ogni condizionamento. E invece qui si ha un brutale do ut des. Ti do questo denaro perché faccia questa politica. E questo, anche se è accaduto, è vergognoso e inammissibile."

Questo descritto sopra è l'"ambiente" in cui si inserisce l'operare della P2, anche se l'organizzazione di Gelli aveva, oltre a questi, obiettivi meno idealisti e più... terreni, tanto che Indro Montanelli scrisse che considerava la P2 "un gruppo di potere e di quattrini, cioè di potere fondato sui quattrini e quattrini fondati sul potere."

La P2 è stata oggetto di numerose inchieste giudiziarie e di tre commissioni d'inchiesta parlamentari, per non parlare del suo fondatore, il "venerabile" Licio Gelli, inquisito innumerevoli volte e accusato di ogni tipo di reato, in particolare reati finanziari e legati all'eversione. Subirà in più o meno egual misura proscioglimenti e condanne. Anche i risultati delle due inchieste sulla P2 hanno portato a risultati differenti. Per la commissione parlamentare d'inchiesta guidata da Tina Anselmi la P2 era una associazione segreta di stampo eversivo che cospirava contro lo Stato. La magistratura, invece, con sentenza passata in giudicato, dopo cinque anni di processo ha certificato  l'insussistenza del carattere di segretezza proprio dell'organizzazione e fatto cadere l'accusa di cospirazione contro lo Stato, non ravvisando elementi sufficienti a confermare questo tipo di accusa.

Sia come sia, negli anni della strategia della tensione la P2 di Licio Gelli è stata senza alcuna ombra di dubbio l'organizzazione che maggiormente ha influito sul corso degli eventi tragici che hanno funestato quel periodo, e questo, indipendentemente dalle risultanze processuali, è sufficiente per inserirla a pieno titolo nel novero delle peggiori eminenze nere prodotte dalla storia in quegli anni.



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