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Maremoti: cosa sono e come si misurano

I Maremoti, detti anche tsunami, possono essere definiti come onde che si originano per l’innalzamento di una massa di acqua e che interessano sia il fondale marino che gli strati più superficiali dell’acqua e della superficie e per questo hanno una potenza spesso distruttiva e devastante. Tra le cause, possiamo citare un violento sisma, un’eruzione di un vulcano sottomarino, il crollo di un costone roccioso sottomarino , la caduta in mare di enormi blocchi di rocce o ancora l’impatto di un meteorite in mare.

Sia la potenza che la distruttività Dei Maremoti possono derivare da diversi fattori concatenati tra loro, tra cui anche la quantità di acqua che s’innalza e che determina le onde che possono propagasi per chilometri ed investire ogni cosa. Tuttavia per determinare il parametro di distruttività dei maremoti, occorre tener conto non solo della potenza del terremoto o delle cause sopraindicate, ma diversamente da quanto si potrebbe pensare sono proprio le modificazioni che avvengono nel fondo marino e la prossimità verso una faglia a creare onde ad effetto apocalittico!

Come misurare un maremoto

Per poter misurare l’intensità, la forza, la potenza e anche la distruttività dei maremoti, la scala di riferimento è quella di Sieberg- Ambraseys, che prevede ben sei diversi gradi.

  • Il primo, molto debole, indica un maremoto che può essere percepito soltanto dagli strumenti, detti sismografi per i terremoti e mareografi per quanto concerne gli tsunami.
  • Il secondo, grado debole, indica un fenomeno che può essere avvertito, ad esempio, solo da persone in riva al mare o in spiaggia e può essere osservato su litorali in pianura.
  • Il terzo grado, abbastanza forte, è invece percepibile ed osservabile perché provoca inondazioni su coste con pendenza lieve.
  • Quarto e quinto grado, rispettivamente forte e molto forte, costituiscono una pericolosa minaccia: se il mareografo registra il quarto grado, l’inondazione sulle spiagge è piuttosto importante e potrebbe verificarsi anche un’erosione dei terreni mentre il quinto grado apre uno scenario davvero disastroso: inondazione totale delle spiagge, vittime umane, numerosi detriti galleggianti, onde in risalita alle foci dei corsi d’acqua. Infine il sesto grado, disastroso, provoca: distruzione delle costruzioni fino a una certa distanza dalla riva del mare, numerosissime vittime e danni ingenti e case e strutture, sradicamento di alberi.

Di recente un gruppo di studiosi greci, soprattutto a seguito dei forti tsunami che si sono abbattuti sulle coste del Giappone, ha ideato una scala che comprende ben 12 gradi, molto geniale per determinare la dimensione dei maremoti e la loro intensità.

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