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L’otturatore, un dispositivo che si apre e si chiude nel cuore della fotocamera…

Bene, le fotocamere non hanno più segreti per noi… ma un ripasso non fa male di sicuro! Qualunque sia il formato del negativo o il tipo di modello, una macchina fotografica deve comunque avere alcuni requisiti, con comandi manuali o automatici, che ci apprestiamo a citare.
Prima di tutto deve possedere un sistema di puntamento dell’apparecchio per il controllo dell’inquadratura e della composizione del soggetto, associato a un sistema di messa a fuoco e diafframatura per il controllo della luminosità e della profondità di campo dell’immagine. La misurazione della luce avviene tramite l’esposimetro e permette di identificare la corretta esposizione da utilizzare per ogni scatto, regolabile da un sistema di otturazione per controllarne momento e durata.

L’otturatore

Otturatore a tendina

L’otturatore è il dispositivo che per un tempo di esposizione determinato rende accessibile alla luce il piano della pellicola o il sensore. Dopo aver regolato il tempo di esposizione, impostando un valore sulla ghiera della fotocamera, il pulsante di scatto attiva quel sistema di tendine orizzontali o verticali che come un sipario permettono l’ingresso della luce. Qualora volessimo sezionare una reflex sicuramente potremmo trovare l’otturatore in queste due posizioni: nell’obiettivo, fra i due gruppi di lenti, o sul piano focale.

Otturatore centrale

Nel primo caso l’otturatore è detto centrale ed è costituito da diverse lamelle che, premendo il pulsante di scatto, si aprono e si chiudono meccanicamente permettendo al fascio di luce di raggiungere il cuore della fotocamera. La posizione centrale coincide con un’esposizione uniforme e contemporanea su tutto il fotogramma, basta un piccolo comando per aprire e chiudere il passaggio alla luce. È anche semplice da sincronizzare con il flash poiché il contatto viene dato al circuito elettronico del flash nell’istante in cui le lamine sono completamente aperte. A volte le macchine compatte combinano l’azione dell’otturatore con quella del diaframma.

Ptturatore sul piano focale

Più adatto alle macchine con obiettivi intercambiabili, l’otturatore che si trova Sul Piano Focale permette di mantenere la pellicola sempre protetta al buio, tramite due piccole lame metalliche che si aprono a tendina: la prima, al momento dello scatto, apre il passaggio alla luce per iniziare l’esposizione e la seconda la segue per interromperla. Per un tempo prestabilito dal fotografo, attraverso la ghiera dei tempi posta sulla fotocamera, le due tendine si seguono così da vicino da formare come una finestrella attraverso la quale avviene l’esposizione. Terminato questo movimento queste si riavvolgono e la macchina è pronta per una nuova esposizione. La principale ragione per cui è necessario l’otturatore a tendina nel sistema reflex analogico è per consentire il passaggio della luce attraverso l’obiettivo fino al mirino, proteggendo nel contempo la pellicola.
Le moderne macchine con otturatore a piano focale riescono a scattare con tempi rapidissimi fino a 1/8000 di secondo e permettono di allungare l’esposizione fino a 30 secondi. Con difficoltà tecniche gli otturatori centrali riescono a scendere sotto 1/250 di secondo. La progressione dei tempi, in cui ogni valore è la metà del precedente, è complementare alla scala dei diaframmi. Cioè vi è lo stesso rapporto di raddoppio, o dimezzamento, della luminosità dell’immagine a seconda che si riduce o si aumenta il tempo dello scatto.

L’importanza dell’otturatore

Il fotografo deve combinare, poco prima dello scatto, quel rapporto diaframma/velocità in modo da ottenere il miglior compromesso tra profondità di campo e nitidezza dei soggetti in movimento o immobili. I professionisti combinando le varie velocità dell’otturatore con le opportune aperture del diaframma ottengono una corretta esposizione in quasi tutte le situazioni di illuminazione: dalla luce di una candela alla luce di mezzogiorno. Il fotografo sportivo ha bisogno di utilizzare tempi brevi che congelino il movimento degli atleti e può permettersi di rinunciare a qualche stop in più sul diaframma. I paesaggisti, al contrario, montano la macchina sul cavalletto e possono permettersi tempi lunghi in favore di una maggiore profondità di campo data dal diaframma chiuso.
Per i fotografi creativi che optano per tempi di esposizione molto lunghi è possibile impostare, sulle fotocamere che la prevedono, la funzione B (bulb). Questa mantiene aperte le tendine dell’otturatore finché si tiene premuto il pulsante di scatto, per poi chiudersi di colpo quando lo si rilascia. Attenzione: più uno scatto è prolungato e più la fotocamera deve essere mantenuta saldamente fissa per avere foto non eccessivamente mosse. Per ovviare a problemi di mosso molti fotografi utilizzano una prolunga flessibile che emula il pulsante di scatto ed evita al fotografo di muovere eccessivamente la macchina. Logicamente con la funzione B attiva il flash non può funzionare.
Il flash deve essere sincronizzato con il tempo di scatto dell’otturatore. Se la sincronizzazione avviene in automatico nelle compatte e nelle reflex digitali, nelle fotocamere analogiche il flash deve essere impostato manualmente a seconda del tempo impostato sulla ghiera. Con un otturatore centrale il flash può scattare a tutte le velocità indicate, mentre con uno a piano focale può farlo solo quando l’intero fotogramma è esposto, altrimenti si vedrebbero anche le barriere nere delle tendine. Il contatto per l’azionamento del flash viene dato quando la tendina raggiunge la sua massima apertura.
Come abbiamo visto nei precedenti articoli, un otturatore controllato elettronicamente si integra facilmente con l’esposimetro e la sua velocità di scatto è impostata automaticamente. Quando viene data priorità di scatto ai diaframmi o alle ISO, l’esposimetro controlla i tempi di esposizione e li regola in base alla luminosità del soggetto da riprendere. Se nei modelli digitali può sembrare sottinteso, negli analogici l’energia necessaria per far funzionare l’esposimetro è data da una piccola batteria inserita nel dorso della fotocamera. Quando questa si scarica, l’esposimetro non funziona, ma è comunque possibile scattare regolando la macchina con la funzione manuale.
Insomma, parliamoci chiaro, se una fotocamera risponde ai nostri ordini è perché ha un otturatore efficiente: a tempo di scatto, corrisponde un equivalente velocità di apertura e chiusura delle lamelle o tendine. L’otturatore è ai nostri ordini ed è l’unico dispositivo che, ponendosi come portone di ingresso, protegge il sensore dall’ingresso della luce. È un varco che permette la nascita di quella fantastica esperienza chiamata fotografia.



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