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Marzo: ricordi e suggestioni

Marzo è arrivato facendosi autunno, di Pioggia e di vento tutto vestito. Ed è un mese lungo, senza punti fermi, indefinibile, eccentrico. Come sarà?

Da adolescente, marzo risvegliava in me l’entusiasmo per la vita rimasto sopito durante l’inverno. M’inebriava il pensiero della primavera imminente e di ciò che avrei potuto fare: le uscite con gli amici, ore e ore a raccontarci tutto e niente seduti sotto gli alberi e in mezzo ai fiori.

E il tepore delle giornate miti, i lunghi pomeriggi del sabato e della domenica che promettevano svaghi, capricci e tanti segreti da raccontare o da nascondere in base all’umore, anch’esso altalenante come il tempo di marzo. Io l’immaginavo così, la primavera:

Erano i colori dell’anima, le tinte delle fantasie, i toni dei desideri. E la pioggia, quando compariva inaspettata, mi sembrava un’ingiustizia, un’assurdità, un dispetto, e fremevo arrabbiata in attesa che finisse. Non la capivo, non ne comprendevo il senso, non ne scorgevo la delicata bellezza, la poesia della sua musica:

Adesso, che della pioggia primaverile apprezzo tutte le sfumature, come se fossero un arcobaleno di significati, mi guardo intorno disorientata e mi chiedo come sarà questo mese impavido e un po’ folle, e come sarò io, se saprò viverlo, se accetterò le sue lusinghe.

E poi: a chi piace marzo? C’è qualcuno che l’ha eletto a mese favorito? Temo che sia un poco impopolare, poverino, e che non abbia troppi ammiratori. Ma forse sbaglio.



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