L’estate è Davvero qui, con tutta se stessa. Oggi è una domenica di luce e splendore ovunque, senza sfumature, senza titubanze, senza misteri – nulla bisogna indovinare. I mesi sono passati e questo percorso ha lasciato tracce che ho fermato nel tentativo di cristallizzare il tempo, nell’illusione di dominarlo almeno un poco. I confronti sono allora inevitabili, sono la forma materiale e concreta di questo incessante divenire.
Lo scorso gennaio – il freddo, il fango, la desolazione dell’inverno:
Lo scorso aprile – la dolcezza, la grazia, la benevolenza della primavera:
Oggi, giugno, estate – il trionfo della luce:
Lo stesso sentiero, lo stesso insignificante, minuscolo angolo di mondo trasformato dall’incedere delle stagioni.
E ora, di pomeriggio, sono avvolta dal silenzio, il silenzio profondo Delle Domeniche estive, una pausa salutare cui mancano la sobria solennità delle domeniche d’inverno e la misteriosa quiete di quelle autunnali.
Ma questo è soltanto l’inizio, perché l’estate è un cammino e una strana incognita. Come sempre avviene quando si apre un nuovo ciclo, ci si sente travolti da un confuso intreccio di speranze e diffidenze, come fosse un enigma irrisolvibile, un groviglio informe. L’estate resterà qui per circa tre mesi, che sono pochi, eppure sembrano un’eternità – doverli attraversare tutti e comprendere e tollerare.
Alla fine diventeremo altro, ciò che ora non immaginiamo – e davvero, davvero sarà una stagione per ricominciare.