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Niccolò Fabi al Vittoriale: stringe il suo pubblico per suo i venti anni

Niccolò Fabi – 22 Luglio 2017 – TenerAMente – Anfiteatro del Vittoriale – Gardone Riviera (BS)

Sabato 22 luglio, Anfiteatro del Vittoriale. Niccolò Fabi in concerto per festeggiare i 20 anni di carriera musicale di Niccolò Fabi. Un ultimo giro di saluti prima di prendere una pausa. La storia di un uomo che con la musica trasforma il maestoso anfiteatro in un vibrante e intimo salotto confidenziale tra il cantautore e il pubblico accorso numeroso.

Il Vittoriale attende composto e maestoso in riva a lago di Garda il suo appuntamento. Il grande amato è lì pronto, ma gli amici e il Pubblico si fanno attendere lungo la trafficata via che conduce alla casa di D’Annunzio. Questa è la serata in cui festeggeremo, questa è la serata in cui Niccolò Fabi racconterà le canzoni scritte in questi venti anni di carriera e noi le vivremo insieme a lui.“Suono quello che più mi piace per fare un viaggio e un percorso emotivo”.

Sale sul palco Chiara dello Iacovo. Giovane cantautrice che si è fatta conoscere dal grande pubblico a Sanremo Giovani nel 2016. Scopriamo la sua simpatia e accademica bravura attraverso tre brani. Si accompagna alla chitarra “così può guardare in faccia il pubblico” per una canzone dedicata alla sua città recitando: “qualcosa ho davvero in comune con queste 220.000 persone”. Si siede alle tastiere e con teatrale espressività canta La rivolta dei numeri, e porta alla mente quando i grandi autori scrivevano le canzoni per l’infanzia, componendo brani carichi di espressività con la libertà dei bambini. Saluta in fine Chiara con un brano dedicato alla madre che ogni giorno le chiede “allora  quando torni a casa?”, in cui canta: “bisogna andare per dar senso al gesto di tornare”. Testo certo vicino ai più giovani.

Sale al buio sul palco innanzi a un pubblico che già lo applaude per più minuti Niccolò Fabi. Applaude a sua volta e imbraccia il suo banjo senza parlare. Lo so, sarà una serata perfetta. Apre le danze con Il giardiniere. “Tu sei il giardino, io sono il giardiniere”, proprio così, prenditi cura di noi e noi faremo per te splendide rose che tu saprai osservare e amare. Questo è il senso di quanto riesce a fare Niccolò Fabi con la sua musica. Inizia il cammino nelle canzoni del poeta che sa fare solo ciò che ama. Dopo la title track del primo disco (1994), canta quella dell’ultimo album: Una somma. Inizia a comparire il disegno unendo i punti.

Insieme a lui una band tutta sabauda composta da Damir Nefat, Filippo Cornaglia e Matteo Giai, con batteria, chitarre elettriche, acustiche, piano e basso, affiatata e comunicativa: che fa rock quando c’è da farlo, folk nei momenti acustici, intima e delicata nei brani più confidenziali. È un mondo di cori sospesi che si diffondono morbidi e si intrecciano, di potenza graffiante di elettriche e armonia delle inconfondibili acustiche di Fabi. Accanto a lui Alberto Bianco, cantautore di Torino, che una notte alle tre lo stregò in una locanda con la sua canzone Mela, che intonerà insieme a lui nel corso della serata. Fabi ama lavorare e farsi accompagnare da altri cantautori, poiché “comprendono meglio il significato delle canzoni”. Un live dai suoni, regia e luci perfetti.

Fabi non gioca agli estremi come il padrone di casa Gabriele D’Annunzio, Fabi è l’uomo, la vita di tutti, raccontata con semplice e raffinata poesia. Senza troppi orpelli musicali, senza contorsionismo di idee, mai banale. Racconta ciò che tutti viviamo, ma che per fretta o per pigrizia non ci fermiamo a guardare, fuori e dentro noi. “La riflessione più lucida di quello che cerco di fare con le mie canzoni”, Solo un uomo.

Nella monumentale location Niccolà Fabi intona canzoni “dello scorso millennio”, scherza,  e presto trova il suo posto nella magia dell’Anfiteatro, che si trasforma in un vibrante e intimo salotto. L’artista racconta al pubblico le sue canzoni e la sua vita in tono confidenziale. E i suoi amati rispondono e corrispondono con grande calore, intimamente attento e connesso. Un concerto per fare l’ultimo giro di saluti. Un ultimo abbraccio per godere il suonare la propria musica dal vivo, godere il proprio pubblico, il calore, gli applausi, diventa la gioia del condividere non solo la musica, ma tutti se stessi, di donarsi nudi agli altri, prima di decidere dove andare. “A casa mia!!” Rispondono dalla platea…e chi non sottoscrive?!

Racconta le sue canzoni e intona “una canzone d’amore”, Promessa. Riempie i cuori con Non vale più, che cantiamo tutti insieme. “Ci sono momenti più o meno fortunati nella vita di un artista. Io ho scritto il mio terzo disco Vado ad ovest quasi per non essere ascoltato”, Dieci centimetri. “C’era un periodo in cui facevo sogni strani (’98-’99): ecco due canzoni con la stessa psichedelia”, Il sole blu e Rosso. Si gode insieme al pubblico È non è. “Alcune canzoni sono belle e facili da scrivere. Questa è stata forse la più difficile da scrivere”, Ecco. L’Anfiteatro è tutto pieno di Niccolò e noi siamo tutti pieni di lui. “Questa invece è la più facile”, Le chiavi di casa. Una mano sugli occhi. “Sono entrato nelle case delle persone con la mia musica perché ho fatto quello che volevo, tanto che si è creata la strana situazione per cui sono obbligato a essere libero” e ride. “Ci ho lavorato sopra…!”. Negozio, Fabi è solo al piano e il pubblico canta in coro seduto composto. Ci sentiamo tutti insieme la sera a casa nella stessa stanza in un dolcissimo controcanto. Torna la band e la carica con Una buona idea. È vita. E poi Costruire e Vento d’estate. “Pensate alle cose che vi offendono e sentite l’alleanza, non un semplice indignarsi, ma costruite qualcosa insieme con la musica, dillo pure che sei Offeso”.

Lasciarsi è l’ultima canzone, tutti si alzano e accorrono sotto il palco in piedi. Lui se la gode. Ubriaco e ricco di gioia applaude e ubriaco di applausi barcolla uscendo dal palco. Per tornare con i bis e finire con Lontano da me. Educato gentleman saluta e ringrazia durante il concerto i componenti della band e tutto lo staff chiamandolo per nome. Si diverte danzando con i musicisti, applaude il suo pubblico, si gode il momento, fa l’ultima overdose di applausi e sorrisi. Spalle dritte, testa alta e negli occhi la malinconia della gioia. Sei libero, fai ciò che vuoi, ciò che desideri, ciò che sai fare. Ti amiamo proprio così.

Credits: Ringraziamo l’Anfiteatro del Vittoriale per la splendida accoglienza, Ja.La Media Activities e Laura Beschi per averci dato la possibilità di essere presenti all’evento.

Foto:  Daniela Ferretti

www.anfiteatrodelvittoriale.it

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