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Vita e Musica. Musica è Vita.

Giorni nei quali non ho pensato al blog. Questo è bene. La bella stagione è alle porte (io amo l'inverno ma si usa dire così, quindi ciccia) e la Vita riprende il suo corso con pieno vigore. Ma la vita si misura dalle opere e non dai giorni in sè e, da questo punto di vista, posso ritenermi assolutamente soddisfatto dell'ultima settimana che mi ha permesso di pianificare come volevo il futuro prossimo.
La stessa cosa si può dire della Musica. Si possono passare mesi e mesi in sala di registrazione, ma la vera essenza, l'opera madre, è il contatto col pubblico. In tono con l'atmosfera che sto vivendo, ecco dunque i live che, per il sottoscritto, sono il punto di congiunzione tra Musica e Vita.

Iron Maiden - Live After Death. Io e quest'album siamo praticamente coetanei. Mentre il sottoscritto dava la prima occhiata al Pianeta, gli Iron lo giravano in lungo e in largo con il World Slavery Tour. Uno dei due live potenzialmente Perfetti (l'altro lo scoprirete più in basso). Dallo storico "We shall fight" di Churchill, preludio ad Aces High, alla commovente Rime Of The Ancient Mariner all'eterna Run To The Hills. Se questa non è perfezione, ci siamo molto vicini.
Deep Purple - Made in Japan. Tredici anni prima, però, i Deep Purple, mostrarono al mondo come si fa un live. Punto. Di Made in Japan ce ne sono stati tanti, ma lui è IL Made in Japan. Come scordare i duetti e le improvvisazione tra Blackmore e Gillian, la perfezione di Paice? Storia.
Thin Lizzy - Live and Dangerous. A metà strada tra i due precedenti lavori, c'è IL live dei Thin Lizzy. Se i Deep Purple hanno aperto i 70s, i Thin Lizzy li chiudono con un paio di anni di anticipo. Il carisma e la voce suadente di Lynnot aprono con Jailbreak per poi lasciar spazio allo storico assolo di Emerald. Il vero cuore del platter è però la coppia d'assi Cowboy Song - The Boys Are Back In Town. Chapeau.
Motorhead - No Sleep 'Til Hammersmith. Ovviamente, la creatura di zio Lemmy non poteva mancare. La loro perla live è il No Sleep che inaugura gli anni '80 e, per quanto riguarda il sottoscritto, è entrato a far parte addirittura del gergo comune. Quando infatti si parte per una trasferta, sono solito dire "ok ragazzi, No Sleep 'Til XXXX". Rende abbastanza bene l'immagine molto rock'n'roll del viaggio on the road dove si dorme poco e ci si diverte decisamente di più. Il remaster di inizio millennio è commercialmente comprensibile ma non irreprensibile dal punto di vista qualitativo. Il nucleo di questa bomba ad orologeria sono le undici tracce originali, il vero ABC per chi vuol farsi un'idea di cosa sono capaci mr. Kilmister e soci. Nella cover possiamo notare il famoso bombardiere che tanto ha fatto dannare scenografi e band :D. Devastante.


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