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Ozzy Osbourne - Black Rain

Black rain - 2007 (Epic - Sony BMG)

Ozzy non ha bisogno di presentazioni, per chi ascolta l'heavy metal "storico", quello che ha le radici negli Iron Butterfly, nei Led Zeppelin, nei Deep Purple, nei Black Sabbath è semplicemente uno dei punti fermi assoluti ed irrinunciabili.

Ozzy dei palchi in "stile U.S.A.", giganteschi, pirotecnici, teatrali, Ozzy del trucco esagerato, che lo accomuna ad Alice Cooper, l'Ozzy della vita sregolata e dei problemi di alcol e droga, l'Ozzy più recente e commerciale delle sit-com su MTV che fatica a girarsi senza perdere l'equilibrio (Ozzy è malato di Sindrome di Parkin).
Tutto questo ha costruito il personaggio Ozzy Osbourne, nel bene e nel male. La sua voce è unica, non puoi confonderla con nessun'altra, ed unico è lo stampo della musica che porta in giro con musicisti di assoluta levatura.

Il 2007 viene alla luce "Black Rain", il nono album di Ozzy Osbourne solista, dopo "Down to earth" del 2001; da uno che è sulla breccia ai massimi livelli da oltre 35 anni magari non ti puoi aspettare l'album epico, quello che quando lo metti su ti fa chiudere gli occhi e pensare "ecco, senti che sta per cominciare un pezzo di storia..."
No, questo magari no - non ti aspetti un "Black Sabbath" o un "Paranoid Android" ma "Black Rain" è comunque un ottimo album, puro stampo Osbourne (e collaboratori). Come rimarcato da molte recensioni, il primo album di Ozzy in cui la line-up non annovera tastieristi - e infatti le parti di tastiere e di synth sono eseguite dal chitarrista Zakk Wylde. Non solo, come dice Ozzy stesso è "il primo album che ho registrato completamente sobrio". Chapeau.

Una vita al limite, ma Ozzy lo dice charamente che lui non vuole smettere: "I don't wanna stop", tirata da cima a fondo, con voce "raddoppiata" nel ritornello e chitarra in riff costante su archi dark in classico stile O.O. - l'uso di elettronica e vocal distortion è particolarmente presente in questo album, più che in altri.

"Black Rain": un'armonica prima delle strofe, ritratto di uno scenario semi-apocalittico in cui il passo è ora marcato dal rintocco di una specie di campana ora dal rumore di plotoni in marcia... "there is no turning back" conclude il ritornello; i primi tre pezzi dell'album sono un bell'inizio, un metal che non delude.

La classica ballad "Lay your world on me", una tappa irrinunciabile degli album metal, piacevole come al solito come brano di transito in mezzo alle chitarre distorte e alle batterie che sottolineano selvagge sui tom le strofe dei pezzi che la precedono e la seguono.

Seguono "The almaighty dollar", "11 Silver" e "Civilize the universe": i classici pezzi che ascolti volentieri a volume insano e che probabilmente faranno entrare qualcuno in camera per dirti "ma sei fuori di testa a fare questo casino?".
Eh beh, si, sei fuori di testa: certa roba non la puoi sentire come fosse suonata da un quartetto d'archi. Lo sai bene che la sotto, da qualche parte, in mezzo alla doppia chitarra, al rullante che sembra voler far schizzare via i tweeter, ai cori e tutto il resto c'è un basso che pompa come una locomotiva e per tirarlo fuori da tutto quel casino devi metterti o delle buone cuffie (naaaa!) oppure devi tirare su il volume!
Una menzione speciale per il solo di "11 Silver": doppia chitarra con scala a ottave sfalsate e poi chitarra solista prima del riff finale.

E' ancora "Here for you" che permette ad Ozzy di ricordarci che in fondo il metal è si denuncia, rabbia, energia - magari non espresse in termini aulici ed elevati - ma anche un po' di "poesia" e perché no facile sentimento, che cantati su una folk e con un immancabile assolo di chitarra distorta fanno ancora la loro figura. "Don't wanna know just what tomorrow may bring, because today has just begun, no matter whatever else I've ever done, I'm here for you": forse banale, ovvia - ma fantastica :-)

"Countdown's begun" e "Trap door" concludono l'album; io invidio chi può suonare chitarre come in "Countdown's begun": power chord da cima a fondo, un suono che più cattivo, distorto, saturato e tagliente non c'è, forse in nessun album di Ozzy fino a questo. Mi immagino Marshall alti due metri e mezzo, il chitarrista con jeans sporchi e rotti e anelli alle dita grossi come bocce da biliardo a forma di teschi infilati in dita da camionista - e ti chiedi come sia possibile che uno così riesca suonare certe cose... fino a che cominciano le classiche quattro battute di assolo e li davvero crollano tutte le certezze.
Ecco, in fondo è anche questo il metal che non ha età e Ozzy ne è l'interprete principe.

Critiche incerte per questo album: Rolling Stones 2.5/5, All Music Guide 3.5/5, Insider's 6/10, Rock Something 3/5.
A me "Black Rain" è piaciuto e basta.
Grande Ozzy.


Black Rain
1. Not Going Away (4:32)
2. I Don't Wanna Stop (3:59)
3. Black Rain (4:42)

4. Lay Your World on Me (4:16)

5. The Almighty Dollar (6:57)

6. 11 Silver (3:42)

7. Civilize the Universe (4:43)

8. Here for You (4:37)

9. Countdown's Begun (4:53)

10. Trap Door (4:03)


Ozzy Osbourne - Vocals, harmonica
Zakk Wylde - Guitars and keyboards
Mike Bordin - Drums and Percussion
Rob "Blasko" Nicholson - Bass


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