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Jonny,la moto e il viaggio. 1a puntata

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Il primo rombo

Non aveva tanti ricordi di suo padre Jonny, l'unico vero ricordo di quel gran figlio di puttana erano le serate in cui tornava ubriaco e le dava di santa ragione alla madre. Forse nella sua mente c'era un'altro ricordo, l'unico felice, e fù quando il padre gli mostrò una vecchia motocicletta nascosta in un vecchio ripostiglio.
C'era una coperta sopra un'ammasso informe e la polvere era ovunque. Jonny ricorda i pochi gesti del padre per liberare quelle forme e dopo che la nuvola di polevere si posò vide la cosa più bella che potesse vedere.
Un vecchio Falcone Moto Guzzi, la carrozzieria era poco più che un cumulo di lamiere arriginite e i ragni avevano tessuto le loro ragnatele un pò ovunque.
Nonostante non fosse proprio un bel vedere Jonny rimase rapito da quelle forme. Nella sua testolina gli sembrava una grossa vespa. Con quella ruota posteriore quasi staccata dalla parte anteriore. Gli sarebbe mancato solo un pungiglione e il gioco era fatto.
"Vedi Jonny questa era la mia compagna, con questa me la spassavo. Ora vediamo se la signorina vuol mettersi in moto.", cosi esordì il padre di Jonny.
Si mise a cercare negli scaffali e da un barattolo di latta ne cavò fuori una chive anch'essa vecchia e arruginita.
Con una spazzola tirò via quanta più ruggine potè e la infiló nella moto.
Basto un piccolo tocco e quel motore prese vita.
Jonny non avrebbe mai immaginato che da quel rottame potesse uscire un rombo cosi bello e pieno di vita.
La magia durò poco, forse un minuto e poi il motore di quella "signorina" si spense in un singhiozzo strozzato.
"Ah la signorina non è più tanto signorina", concluse il padre di Jonny coprendo ancora una volta quella specie di vespone.
Il cuore di Jonny batteva cosi forte che a far silenzio si poteva sentirlo e un sorriso era stampigliato sul suo giovane visetto.
Forse fù quello il momento in cui Jonny si innamorò dei motori e forse quello era il ricordo più bello che avesse e lo conservava gelosamente.
Da quel giorno gli anni passarono e padre di Jonny era un bel pò che aveva lasciato lui e sua madre per correre chissà dietro a quale fottuta sottana.
In quel paesino non c'era molto da fare se non andare a scuola e fare scorribande su e giù per i colli a cavallo di motorette poco inclini ad essere veloci.
Eppure Jonny più che accodarsi agli amici su quei folli trabicoli preferiva starsene nel suo ripostiglio vicino al Falcone, ormai defunto, a riparare qualsiasi cosa avesse un motore.
Era capace di riparare dai tagliaerba alle moto seghe e non di rado capitava qualcuno dei contadini con il suo trattore che perdeva colpi.
Jonny era un mago gli bastava avere un motore che non andasse e lui lo riparava.
Ormai era diventato il meccanico della zona e sempre più spesso i suoi amici di scuola gli portavano i loro trabicoli che proprio non volevano saperne di andare.
Jonny era cosi, non tanto loquace e poco incline alla compagnia. Amava starsene tra i suoi bulloni e le sue diavolerie e parlare con quei motori che tanto avevano da dirgli. Sempre li a due passi da quel Falcone, un pò come una guardia ferma vicino ad un monumento.
Un giorno bussò alla porta del suo scantinato una signorotta, avrà avuto una cinquantina d'anni ma era ancora piacevole e molto elegante.
Jonny andò ad aprire la porta come sempre, viso e mani imbrattate e il solito sguardo cupo e un pò distratto. Quasi non si accorse che li fuori c'era una signora e disse un lamentoso "Avanti" senza curarsi dello stranl aggeggio che la donna cercava di trascinare.
Era un vecchio taglia erba di quelli con la lama a forbice che era trasversale al motore, un pezzo d'antiquariato insomma.
La donna entrò e disse:"Buongiorno Jonny."
Jonny si voltò come sorpreso dal tono di quella voce femminile e rispose "Oh mi scusi signora Gianna, ma non mi aspettavo fosse lei. Di solito qui vengono solo contadini e ragazzi."
"Non fa nulla Jonny, non preoccuparti", rispose la signora Gianna.
"In cosa posso servirla signora", disnse Jonny per cavarsi dall'impaccio.
"Ho questo vecchio tagliaerbe che era del mio povero marito e mi piacerebbe metterlo a posto. Tu potresti far qualcosa?", domandò la signora.
"Certo signora, ma ce bisogno che gli dia un'occhiata, queste macchine spesso hanno solo bisogno di una bella pulita.", spose Jonny prendendo in cura l'ammalato.
Mentre Jonny sistemava il vecchio marchinhegno sul suo banco da lavoro la signora Gianna ne approfittò per dare una guardatina in giro e non potè non notare il vecchio Falcone abbandonato.
"E questo? Perchè non lo aggiusti Jonny?", chiese incuriosita la signora.
"No signora quello ormai è fuso! Ha il motore ridotto ad un unico pezzo e poi è di mio padre e proprio questo favore non voglio farglielo.", diase Jonny non senza una punta di cattiveria.
La donna se ne accorse e un pò gli dispiacquè per quel ragazzoto. Tutti in paese conoscevano la storia di Jonny, forse anche meglio di lui.
"Perchè non vieni a trovarmi a casa Jonny che in garage ho una vecchia motocicletta appartenuta a mio marito. A me serve spazio e non voglio che quella moto rimanga li ferma a prender polvere e tristezza. Se riesci a ripararla è tua!", disse la donna.
Jonny non aveva mai avuto una moto tutta sua, non potevano permetterselo. A stento riusciva ad aiutare la madre a portare avanti la casa con i lavoretti che faceva. Ma non potè trattenere un sobbalzo di stupore alle parole della donna.
"Ma signora io non posso accettare, quella è la moto di suo marito e io non posso accettare un regalo simile!", esclamo Jonny cercando di essere il meno emozionato possibile.
"Ma certo Jonny hai ragione, solo che io non te la sto regalando ma semplicemente ti pagherò il lavoro con la motocicletta, ammesso che tu riesca a ripararla. Non voglio che quella moto rimanga ferma. Le motociclette sono fatte per essere vive perchè da ferme invecchiano prima di noi.", disse la signora cercando di dissimulare il divertimento che quel ragazzino le procurava.
"Verrai a trovarmi Jonny?", chiese la signora.
"Si certo signora, verrò con il suo tagliaerba quando sarà pronto!", rispose il ragazzo anch'egli cercando di dissimulare la gioia che aveva dentro.
I due si salutarono cordialmente e ognuno continuò la sua giornata.
Seconda puntata
Moto Guzzi Stelvio on the road


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