Senza dubbio questa è l’epoca delle grandi rivoluzioni e innovazioni tecnologiche che, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, promettono (e spesso mantengono la parola) di migliorare alla grande la nostra vita. Come in auto. Tuttavia?

Come per qualunque altra cosa della nostra vita e realtà, anche questa andrebbe presa con le molle o, comunque, con la giusta e doverosa moderazione: l’avanzamento tecnologico non deve essere l’annientamento dell’io. Ovvero?

Tutto nella vita deve essere preso nel modo giusto, con le giuste misure e con un certo livello di equilibrio: la virtù, dicevano gli antichi, è nel mezzo. E di solito chi vantava saggezza, come i savi di allora, non sbagliava.

E tale concetto vale anche oggi che la società si sta evolvendo così tanto nella direzione di una complessa e interconnessa automaticità strutturale: perché la tecnologia continui ad aiutare, ma non ad annientare tutto.

Tutto cosa? Prima di tutto, l’autonomia e l’arbitrarietà delle persone: in secondo luogo, l’intelligenza, l’iniziativa, l’istinto umano: perfino la creatività. Tutto ciò che attiene all’umanità nel senso largo, come sensi, percezioni, essere.

Guida virtuale, ecco i rischi per il nostro ‘io’

L’automatizzazione strutturale di ogni ambito della nostra vita, a partire da quello che stiamo trattando (vale a dire quello delle auto) non può portare ad una sopraffazione totale del virtuale sul reale. E, a un generale intorpidimento. Se l’intelligenza artificiale ha un grande ruolo e una sostanziale importanza, molto più importante è tutelare la nostra di intelligenza: e il rischio, per esempio in ambito automobilistico, è di andare alla deriva in questo senso.

Con lo sviluppo di sempre nuovi sistemi di assistenza alla guida bisogna fare sempre grande attenzione: la tecnologia ci sta rendendo dipendenti da essa, e molte volte come ‘narcotizzati’, spenti, passivi.  Si tratta di un rischio di deriva da cui dobbiamo sfuggire: tante previsioni, alcune anche molto pessimistiche, ci fanno temere un percorso senza ritorno che ci possa rendere più stupidi al volante: tanti studi lo proverebbero.

Dipendenza dall’high tech: i rischi alla guida

La guida passiva, laddove facciamo scegliere agli strumenti virtuali quale strada prendere, come guidare, a quale velocità andare, quando frenare, come parcheggiare, sta distruggendo l’attività in sé: la guida ci appartiene.

Siamo noi che prendiamo la patente, e che sogniamo di guidare: allora perché deve farlo una macchina. Per non rischiare di arrivare al giorno in cui non sapremmo quale strada prendere perchè non le memorizziamo, come mettere in moto perché non lo facciamo e quali sono le marce perché non cambiamo, dobbiamo agire per tempo.

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