Bei tempi quelli, dicono alcuni – tra i tanti appassionati delle due ruote – che si guardano indietro pensando ai gloriosi anni in cui era tutto molto più avventuroso: magari meno sicuro. Ma, di certo, adrenalinico.

Ne sanno qualcosa quelli che hanno vissuto sulle moto i ruggenti anni ’80: coloro che hanno corso, hanno impennato, hanno sognato la ruvida cavalcata sulla strada di una due ruote magari grossa, potente, rombante.

Erano gli anni ‘violenti’, a livello di motore: rombi, possenti spinte, rumorosità. Nessuno passava inosservato: le due ruote di moda erano Enduro spettacolari, potenti, e qualunque fosse il produttore, andava su quella strada.

C’erano però due scuole di pensiero o, per meglio dire, due scelte di fondo da fare: eri un tipo da Honda, o da Yamaha? In fondo, con le doverose eccezioni dell’epoca odierna, non è che poi la realtà sia cambiata un granché.

Tuttavia allora, negli anni ’80 che andavano a tutto spiano, era un pò una scelta di campo: o eri per la  Honda XR600 oppure per la Yamaha TT600. E quest’ultima ne ha lasciati, eccome, di innamorati e nostalgici.

Yamaha TT600: uno spettacolo iconico senza tempo

Moto uniche, moto che hanno segnato un’epoca, così, forse non se ne fanno più. Yamaha TT 600, che schianto. Fascino e atletismo, robustezza e spigolosità. Per accenderla dovevi spingere la pedivella con tutto il peso del corpo, e tra tutte le grossissime Enduro 600 che spadroneggiavano nell’apoca forse, le percentuali di innamorati della Yamaha erano i più ‘dediti’.

Impennavi: impennavi e basta, se avevi una Yamaha TT600: forse scegliere quale, tra lei e la Honda 600 fosse la migliore è ancora oggi un’impresa, per lo più condizionata dalla soggettività. Ma di certo, al resto del mercato non restava quasi nulla.  Quando esplose la TT 600? Dopo i precedenti preamboli, fu nel 1983.

TT600: la Yamaha che amavano tutti

Fu appunto nel 1983 che arrivò la prima TT600: con la distribuzione mono albero a quattro valvole, aveva una potenza garantita a 45 cavalli e seimila e cinquecento giri, con coppia massima di cinquanta nm a  a 5.500.

Telaio rosso, forcellone di alluminio, motore in magnesio freni a tamburo e impianto a 6V con serbatoio da undici litri e 124 kg di peso. Nel 1985 la prima fase di restyling, col freno a disco anteriore, e la pedivella di avviamento che era di acciaio. Poi arrivò la versione da 350 cc, che durò fino al 1996. E il resto? Il resto è storia, signori: quella di una moto che non smetterà mai di attrarre.

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