La tecnologia è diventata un perno fondamentale, irrinunciabile, indispensabile della nostra vita: una quotidianità scandita, letteralmente, da apparati e device vari da cui quasi dipendiamo: ma occhio agli estremismi. Ovvero?

Il recente dibattito che a livello globale ha iniziato a sollevarsi intorno alla questione della presenza, sempre più incisiva, della intelligenza artificiale nella realtà di tutti i giorni delle persone ha sollevato molti dubbi sul domani.

L’immagine futuristica e quasi apocalittica di un futuro nel quale le AI possano controllare l’umanità e condizionarne l’esistenza in negativo rischia di compromettere in buona parte i numerosi risvolti positivi dell’high tech.

Vivere in una società dinamica, smart, sincronizzata e interconnessa non deve significare per forza di cose qualcosa di negativo o di controproducente per l’esistenza umana, ma esser visto come un supporto per un continuo miglioramento.

Pensiamo ad esempio al settore delle auto: giganti come Google, per esempio, da tempo ormai offrono un supporto decisamente cruciale per la vita di ognuno: basti pensare a cosa possiamo fare tramite le sue mille funzioni. In primis?

Google Maps: irrinunciabile supporto alla guida

Pensiamo alle mappe. Google Maps è forse il dispositivo più usato a livello automobilistico e, c’è da crederci, una della applicazioni più amate da parte della collettività: in molti casi, letteralmente, salva la vita. In che senso?

Permette alle persone che guidano di poter usufruire di sistemi di mappatura satellitare così perfetti che non ci resta che seguire le indicazioni del programma per arrivare sempre a destinazione e, per di più, anche con percorsi rapidi e meno costosi. Va chiarito però, che come per tutte le cose e per le tecnologie in generale, l’uomo non può e non deve auto escludersi da una partecipazione diretta.

Google Maps, lascia spazio anche ai tuoi intuiti stradali

L’assenza di una partecipazione della componente umana, alla guida, può però produrre l’effetto contrario: si può rischiare la vita come nel caso dell’americano annegato per aver seguito indicazioni sbagliate. Non si può certo dare colpa a un app se, magari, le mappe possono non aggiornarsi o bloccarsi.

Gli applicativi, per definizione, sono dispositivi di grande utilità in chiave domotica, ma sono sempre creati dall’uomo, e spetta all’uomo, in definitiva, avere l’ultima parola sulle proprie espressioni e manifestazioni umane. Seguire una mappa, ad esempio, va bene ed è utilissimo: imparare una strada e fare da sé, però, evita contrattempi e guai come quelli di un black out del sistema digitale, dei collegamenti, o un KO delle connessioni.

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