Da sempre il Taxi rappresenta un importante e a volte irrinunciabile servizio al cittadino che, senza un proprio mezzo di trasporto, necessita di raggiungere un luogo. Un servizio a pagamento cruciale: ma se pagassimo col POS?

Il taxi è considerato da molti, e a ragione, un servizio determinante per le varie finalità di spostamento di tanti utenti che, non potendo o non volendo usufruire di mezzi propri o mezzi pubblici, devono spostarsi.

Il funzionamento dei Taxi è ben noto a tutti: chi ottiene la licenza per dirigerne uno, si presenta (a chiamata) presso la sede dell’utente o attende (nei luoghi adibiti alla sosta di attesa) la richiesta dei cittadini per mettersi in marcia.

Una volta salito a bordo, il passeggero indica la destinazione, il tassista fa scattare il tassametro e da lì parte il conteggio economico della prestazione: più si va lontano, ovvio, più si paga. Ma il punto è: come si paga?

Un tempo questo problema non era certo tra i più gettonati perché i clienti magari non disponevano di forme di pagamento alternative al contante. Oggi, con la digitalizzazione, è tutto cambiato.

Taxi, pagamento, POS: come funziona, cosa sapere

I pagamenti si fanno, anche sui taxi, tramite apparecchi digitali e i famigerati POS, che permettono di usare carte di debito, di credito, bancomat e simili per pagare una prestazione, quale che sia. Anche per vincoli di tracciabilità. Pagando con POS, la transazione è riscontrabile ed è una prova dell’adeguato pagamento del corrispettivo. Ma che cosa succede se il tassista non permette questo tipo di pagamento? Ora le cose sono cambiate moltissimo.

Il tassista, a dire il vero, non può rifiutarsi di accettare questa forma di pagamento e deve disporre dell’apparecchietto per il POS. Se ci sono del mal funzionamenti, è il tassista che deve comunicarlo per tempo al suo cliente, così di informarlo prima dell’inizio della transazione.  Così, questi può scegliere il da farsi. Continuare il viaggio, scendere, accettare altre forme di pagamento o meno.

Pos nei taxi: obbligatori o no?

La richiesta di rifiutarsi è illegittima, da parte del tassista, e in questo senso il cliente si troverà sempre dalla parte della ragione. Potrà dunque chiamare le autorità, nello specifico la Guardia di Finanza, e segnalare tutto.

Se si riscontra che il problema è legato a un KO del dispositivo, dunque, è un conto, e le parti possono concordare soluzioni alternative. Ma se è il tassista che si rifiuta per motivi suoi personali, i guai che rischia sono davvero enormi.

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