In questi ultimi giorni del mese stiamo assistendo ad aumenti sostanziali dei costi dei carburanti, come preannunciato e temuto da cittadini e Associazioni: che ci avvertono anche degli aumenti collaterali. Ovvero?

Forse non ci pensiamo abbastanza, o in un certo Senso non possiamo farci granché: ma l‘aumento dei costi del carburante ha un effetto a catena negativo anche per tante altre voci del paniere’ delle spese generali.

Imprese, aziende ma soprattutto i cittadini sono alle prese con delle continue ascese dei prezzi a tutti i livelli, in un continuo e concatenato meccanismo che lede il potere d’acquisto e aumenta l’inflazione globalmente.

Il corto di gasolio e benzina, malgrado spesso non ci si rifletta abbastanza, ha davvero un ruolo cruciale anche in tal senso: è come se, paradossalmente, anche se non usassimo l’auto, pagassimo comunque un costo ‘carburante’.

In che senso? E’ un pò una forzatura da un lato, ma anche una considerazione inevitabile da fare: in un momento nel quale, per di più a cavallo dei ponti e del cambio del mese con tanti flussi di spostamento, si riscontrano dei dati.

Spese italiani, i rincari carburante incidono

Quelli dell’aumento dei costi di benzina e diesel, certo: ma anche quello di alcuni prodotti da banco, per così dire. Come mai? Vi è proprio una correlazione tra tutto questo, e anche abbastanza chiara.

Nel nostro Paese circa l’ottantotto per cento dei prodotti che combpriamo nei supermercati arriva dopo aver viaggiato su strada, e di conseguenza i mezzi che li trasportano devono affrontare – e ripagarsi – la spesa carburante.

Questo ha un effetto a ritroso sul prezzo che l’impresa prima e il consumatore poi si trova a dover affrontare quando va a fare la spesa. Lo conferma, del resto, anche Coldiretti parlando degli ultimi rincari.

Uno dei settori che sembra essere colpito in modo pesante è quello agro alimentare, che vede un impatto notevole dei costi di logistica pari ad un terzo sul totale, specie per frutta e verdura.

Carburanti, i rincari hanno un peso sulle tavole degli italiani

Qual è poi la conseguenza? Che l’aumento dei prezzi finali, necessario per far rientrare delle spese affrontate chi ha ‘condotto’ il bene fino al banco di vendita, va a sbattere sulla minore capacità di acquisto dei cittadini.

L’inflazione erode le risorse del singolo a tutti i livelli, e tra tasse e obblighi, mutui in ascesa e spese fisse, sono poche le ‘voci’ dei bilanci domestici che si possono tagliare.

E appunto tra queste c’è la spesa, con prodotti alimentari, frutta e verdura in primis, che finiscono per diminuire in modo corposo dalle tavole di tanti italiani.

In questo senso una boccata di ossigeno potrebbe arrivare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che può in tal senso influire per aiutare la capacità competitiva delle aziende, migliorare le infrastrutture, le connessioni stradali tra le diverse parti del Paese, gli snodi del trasporto marittimo o ferroviario e via discorrendo.

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