Le nostre auto hanno vissuto un processo di trasformazione tecnologica clamoroso, migliorando molto qualità e efficienza. Ma se avessimo bisogno del meccanico, a volte può essere un problema.

In questi ultimi anni le automobili di cui siamo in possesso sono diventate strumentazioni quasi avveniristiche: interconnesse, assistite da dispositivi di controllo, veicoli high tech. Ma c’è un ‘ma’.

In molti casi, proprio questo aspetto può diventare, per il classico effetto del ‘rovescio della medaglia’ un piccolo problemino in termini di ‘manutenzione’. In che senso? Lo chiariamo subito.

Se un tempo perfino chi era poco avvezzo alle conoscenza di meccanica aveva qualche chance, tramite interventi di fai da te, per risolvere qualche piccolo guasto, ora è francamente impossibile.

La qualità e la complessità dei motobri e dei dispositivi delle nostre auto sono così alte e appunto tecnologicamente avanzate che un intervento ‘qualsiasi’ è fuori luogo e fuori discussione. Dunque?

Auto tecnologiche: chi sa intervenire?

Dunque quel che serve è, inevitabilmente uno specialista. Se dovessimo avere bisogno di un intervento – di riparazione, di monitoraggio – della nostra auto, certo ormai l’autodidattica non basta.

Il professionista della meccanica sa dove mettere le mani: sa cosa fare, quando farlo e perché. E la specializzazione, in questo campo più di altri è diventata oltre modo fondamentale, necessaria.

A volte il problema è proprio questo. Non solo l’aggiornarsi: ma spesso diventa quasi impossibile trovare un’officina. O meglio, diventa complicato esser certi che basti andare da una qualsiasi.

La specializzazione è ormai cruciale: il meccanico, oltre che di fiducia, deve essere in grado di essere al passo coi tempi e nella sua officina devono esserci le strumentazioni necessarie per interventi collegati alla crescita tecnologica delle auto di oggi.

Ne va, oltre che del nostro veicolo (e dei nostri soldi) anche della sicurezza in strada. Diversi report, anche internazionali, raccontano questa come una minaccia, che parte proprio da un allarme degli specialisti.

Specializzazione meccanica: cosa serve oggi

Sono proprio i meccanici che si aggiornano, riuniti in un grido di allarme, a indicare quando sia necessario evitare quell’enorme divario di competenze che a volte si evidenza.

La competenza in ambito tecnologico è diventata una necessità: eppure alcuni report ancora oggi parlano di percentuali basse in tal senso, e si parla di prospettive non tanto rosee.

Se intorno al 2030 quasi la metà dei veicoli, secondo le proiezioni, se non elettrici o ibridi sarà comunque dotata dei nuovi dispositivi tecnologici più all’avanguardia, appare chiaro come gli specialisti della manutenzione debbano adeguarsi.

Vi è una carenza strutturale, a livello europeo, che minaccia la stabilità dei veicoli e la sicurezza viaria. Uno degli aspetti chiave è quello legato ai sistemi e ai dispositivi ricordati come ADAS.

Gli ADAS, che è l’acronimo che richiama tutti i sistemi avanzati di assistenza alla conduzione dei veicoli, sono meccanismi che aiutano i guidatori in mille modi: dal parcheggio assistito in giù.

Se uno di questi ‘apparecchi’ dovesse guastarsi, le officine devono essere pronte a intervenire con prontezza, capacità, competenza. Ne andrebbe della possibile incolumità di chi guida, e dei terzi.

Come saprebbero indicare gli esperti del settore, ci sono almeno tre livelli di differenza (e di competenza) riferiti ai dispositivi ADAS per le auto. Tra questi molti sono noti ai cittadini.

Vi sono il cruise control, l’avviso di cambio di corsia, le cam per il controllo parcheggio, i segnalatori di posizione e via discorrendo. Per non parlare poi dell’auto pilota.

Quanti sono oggi i meccanici in grado di saper intervenire in questo senso? Le statistiche, come sempre accade in questo caso, non sono univoche. Che ci sia necessità di un implemento, però, non vi sono molti dubbi.

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