Si sente sempre più spesso parlare di fake news e di come le bufale riescano a condividersi in maniera così rapida e virale da diventare per tutti informazione e conoscenza.
Le fake news nascono e si propagano all’interno della rete, a causa soprattutto di un atteggiamento di sufficienza da parte dei nuovi lettori di notizie.
I ricercatori della New York University hanno provato, però, ad analizzare in maniera più puntuale il fenomeno delle bufale in rete, cercando di capire qualcosa in più relativamente alle proprie origini o alle proprie capacità di diffusione.
Lo studio è stato condotto sui risultati della campagna elettorale del Presidente degli Stati Uniti che ha portato alla nomina di Donald Trump, una dura battaglia alla conquista della Casa Bianca che si è combattuta anche all’interno del web a colpi di scoop dell’ultim’ora e di notizie più o meno false.
Dall’analisi realizzata su un campione di 1.300 persone Che Hanno accettato di rendere visibili le proprie attività in rete, tra cui appunto la condivisione di notizie non veritiere, è emerso che i principali divulgatori di fake news sono le persone anziane.
Su una percentuale del 9% totale di individui che hanno condiviso delle false notizie, il 3% solo era riconducibile alla fascia d’età 18-30 anni, mentre l’11% era la percentuale degli over 65.
Secondo i dati ottenuti dai ricercatori americani tra le persone anziane l’abitudine a condividere fake news è risultata una pratica abbastanza comune.
This post first appeared on La Ricerca Scientifica: Nuove Scoperte Scientifiche E Ricerche Mediche, please read the originial post: here