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Quanto è sviluppato l’olfatto umano?

Molto di più di quello che si immagina, secondo quanto dicono gli esperti. E forse non sarà questo il momento ideale di parlare di odori, intanto che siamo assaliti da fastidiose allergie stagionali che complicano la nostra naturale respirazione, ma l’olfatto umano sarebbe in grado di identificare circa 1 trilione di profumi differenti.

E’ questa la conclusione di uno studio condotto dalla Rutgers University di Piscataway negli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista Science, e che replica alla tesi che gli esseri umani hanno un olfatto meno sviluppato degli animali.

Ma da cosa proviene questa particolare convizione scientifica? Secondo la comunità scientifica gli animali posseggono un fiuto migliore di quello degli uomini perchè il loro bulbo olfattivo, ovvero quella sezione del sistema nervoso centrale che riceve i segnali olfattivi provenienti dall’esterno e li comunica ai centri cerebrali per elaborarli, è molto più grande.

Nulla di più falso secondo i ricercatori: anche il bulbo olfattivo degli esseri umani è ben sviluppato e possiede un numero di neuroni molto simile a quello degli altri mammiferi.

Per molto tempo le persone non sono riuscite a mettere in discussione questa affermazione, anche gli individui che studiano il senso dell’olfatto per vivere. Noi siamo capaci d’individuare e discriminare una straordinaria gamma di odori; siamo più sensibili dei roditori e dei cani ad alcuni odori; siamo in grado di seguire le traccie di un odore, e i nostri stati comportamentali e affettivi sono influenzati dal nostro senso dell’olfatto>>. Non sono solo 10.000 gli odori che riusciamo a distinguere, così come si è sempre ipotizzato, ma sono davvero tanti di più: 1 trilione di odori, appunto.

Secondo i ricercatori, inoltre, la questione non è quella di avere un olfatto più o meno sviluppato di altre creature animali, ma di perdere l’importanza della sua naturale funzione di conoscenza nel corso del tempo. Oggi utilizziamo l’olfatto tanto di meno di quanto facevano i nostri antenati facendo leva sull’utilizzo di altri strumenti di apprendimento o interazione; il problema, quindi, è quello di tentare di recuperare il senso dell’olfatto che abbiamo sempre posseduto ma che non abbiamo mai imparato ad utilizzare al pieno delle nostre potenzialità.



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