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Come spiegare gli attacchi terroristici ai bambini

I Bambini non capiscono come gli adulti, il loro modo di comprendere le informazioni è diverso dal nostro pertanto è necessario spiegare loro le cose adattandole alla loro età.

In questo periodo, sempre più spesso attraverso un telegiornale, giornale o internet apprendiamo notizie sull’esistenza di un attacco terroristico da qualche parte nel mondo. I media inoltre tendono a sottolineare le notizie con immagini cruente correlate da parole che incutono timore e desolazione.

I bambini sono bambini, non sono piccoli adulti e pertanto non possono elaborare le informazioni come facciamo noi.  Inoltre anche nell’infanzia, ci sono notevoli differenze nella capacità di processare le informazioni di un bambino di 5 anni rispetto a uno di 12 anni.

I genitori e Gli Insegnanti, in questi casi, hanno una funzione fondamentale per far comprendere ai bambini il perchè avvengono gli attacchi terroristici e soprattutto come mai, in seguito all’attacco, sono morte delle persone.

I GENITORI E GLI INSEGNANTI DEVONO…

I genitori e gli insegnanti devono partire da due premesse fondamentali:

In primo luogo, il fatto che gli attentati si stiano verificando con una certa frequenza ciò non significa che sia qualcosa di normale. In secondo luogo, gli attacchi non solo occupano grande spazio nei notiziari ma vengono percepiti come una minaccia globale che coinvolge tutti da vicino. Proprio per questo, i bambini soprattutto, hanno bisogno di percepire attorno a loro, nei contesti dove vivono, un grande senso di sicurezza.

I bambini chiederanno soprattutto “perché è successo?”. La prima cosa che dobbiamo tenere a mente è che comunicare non chiaramente con loro può essere controproducente e può generare paura, insicurezza o incubi.

Dire cose come “non preoccuparti, qui non accadrà”, “è già passato”, non è ciò di cui il bambino ha bisogno. In situazioni di questo tipo il bambino ha bisogno di scaricare la tensione che ha percepito, parlandone, condividendo le sensazioni che ha provato, i pensieri e le domande che gli sono venuti in mente.

Quindi è importante che le informazioni che gli adulti danno ai bambini siano: adatte all’età, realistiche, senza giudizi di valore e che, nello stesso tempo, non spaventino i bambini.

CIO’ CHE DOBBIAMO TENERE A MENTE

Ci sono una serie di parametri che dobbiamo prendere in considerazione quando dobbiamo comunicare ai bambini l’evento di un attacco. Anche se sembra una premessa banale, è importante NON MENTIRE, i genitori con le migliori intenzioni, forniscono una serie di “bugie a fin di bene” ai bambini. Tuttavia, dopo la notizia di un attentato, questo fatto non solo sarà commentato dai bambini a casa ma ciò avverrà poi a scuola con gli insegnanti e con altri bambini. Se il bambino parte da casa con una bugia, quando sentirà informazioni diverse all’esterno, si sentirà confuso.

LINEE GUIDA DA SEGUIRE

Dobbiamo dire la verità, ma senza essere drammatici o entrare in dettagli che potrebbero danneggiare la sensibilità del bambino. Dobbiamo spiegare l’evento con un linguaggio adattato all’età del bambino, evitando il giudizio su quanto accaduto e con calma. Nel raccontare ciò che è accaduto si consiglia di trasmettere sicurezza e vicinanza.

L’emozione che i genitori o gli insegnanti provano di fronte a questi eventi deve essere reale e non dovrebbe essere repressa ma controllata. Questo aiuterà il bambino a non nascondere i suoi sentimenti ma mostrare sicurezza davanti a loro. Può essere utile mettere un nome alle emozioni che i genitori e gli insegnanti stanno provando in quel momento (tristezza, dolore, rabbia, indignazione, paura, impotenza…). Questo aiuterà i bambini a etichettare le loro emozioni.

L’essere umano è limitato e vulnerabile, non è onnipotente. Tuttavia, questa è un’ottima opportunità di affrontare con i bambini o gli studenti, nonostante la tristezza e il dolore, il fatto che l’essere umano ha anche la capacità di affrontare le avversità e di andare avanti. I bambini ci faranno domande e noi saremo aperti e disponibili ad ascoltarli. Anche se non avranno subito chiaro tutto ciò che spiegheremo loro, quello che sarà fondamentale è che capiranno che non c’è nulla di sbagliato nel fare domande e nel condividere con gli altri i fatti, seppur dolorosi.

È molto importante che il bambino percepisca in questi momenti i valori di solidarietà collettiva e di empatia ma è altrettanto importante che comprendano i concetti di diversità umana (razza, religione, politica…). Questa diversità conduce gruppi diversi ad agire in modo diverso dagli altri. Tutte le religioni, razze, idee politiche sono valide ad eccezione di quelle Che Generano Dolore. Mentre ci sono gruppi che generano dolore e morte, la stragrande maggioranza degli esseri umani cerca la pace collettiva.

Entrambi i genitori e gli insegnanti dovrebbero essere attenti alla reazioni dei bambini nei giorni successivi alle notizie degli attentati e, se necessario, dovrebbero chiedere aiuto a un professionista.

Dott.ssa Nadia Calderaro


La realtà del TERRORISMO: gli aspetti psicologici




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