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Tra vita e morte

Io la morte me la immagino come una sala operatoria. Qualcuno potrebbe obiettare, visto che è il posto dove si cercano di salvare le vite. Ma Essere nudo, in una camera fredda, intorno a dei medici, mi sa tanto di inizio e anche di fine.

Di recente ho avuto il privilegio di fare un’operazione leggera alla gamba.

L’ospedale è un po’ quel Limbo tra vita e morte:

“sì tanta gente la rimandiamo indietro, ma ogni tanto… è abbiate pazienza.”

Innanzitutto fa riflettere sul cinismo dei dottori. Ad esempio, mi sono sempre chiesto se quando canticchiano una canzone lo fanno per tranquillizzare il paziente o solamente perché sono fan di Taylor Swift. 

E ancora “Allora, è pronta questa Mr. Malattia? Quando la mandiamo dentro?” – in sala pre-operatoria dice colui che presidia i pazienti dal suo tavolino, come se fossero merce in entrata nel magazzino, controlla i documenti per vedere Che Sia tutti in regola.

E’ abbastanza ironico che la merce sia portata in una sedia a rotella, trascinati da quelli che dovrebbero essere operai ma sono invece infermiere.

Ci chiamano in tanti modi, ma è raro essere chiamati con il Nome una malattia. Non dovrebbe importarti come vieni chiamato, giusto? Un nome è solo un nome, in fondo.

Opinabile, un nome ti può fregare una vita come ci insegnano Romeo & Giulietta. Forse la cosa che dà più fastidio però è essere considerati inesistenti.

E se la malattia mi passa, come mi chiamate? Quanti altri ci sono con il mio stesso nome? E ancora lo state solo facendo per non operare altri pazienti per sbaglio?

Mi chiedevo se poteva essere più gratificante essere chiamato con un numero: ci sarà qualche metodo per distinguersi dagli altri, tipo utilizzare numeri diversi per l’anno corrente, che ne so.

A parte la storia del nome, mi viene il dubbio che sia un meccanismo di protezione necessario per la sopravvivenza. Fai finta che una persona non ci sia, così quando scappa il morto puoi rispondere: “chi??”. Un po’ come quando tifi per il cattivo di turno in televisione: se vince hai fatto il colpo, se perdi hai comunque vinto perché prevale il buono che ti piaceva fin dall’inizio.

Poi è arrivato il dottore che doveva operare, saluto ma non risponde. Non so se è perché non mi ha sentito, o per la storia di cui parlavo prima. Di certo lui non saluta. Si siede davanti di fronte ad una specie di scalino e aspetta. “Devo salire?” chiedo incerto. “Grr” sembra annuire emettendo un verso strano.

Con quel lungo vestito bianco, quella grossa corporatura, sembrava essere il fantasma del Natale Futuro. Quello che non parla per intenderci. E io devo aver fatto qualche cazzata per trovarmi qui.

Inizia a scrivere con una penna sulla gamba e mi immagino: questa è la tua compagna di classe triste quando hai attaccato l’astuccio con la colla al banco, questo è quella volta che sei salito senza biglietto in tram perché l’app non funzionava. Questo è quando hai fatto quella domanda indiscreta…

Una volta avermi coricato sul tavolo operatorio, inizia a spalmarmi un liquido sulle gambe: “Freddo” dice quando aveva già iniziato. Allora sa che sono vivo! La cosa mi ha confortato un poco. Si è reso conto che quella roba che batte per tutta la sala operatoria con volume a tutta pompa non è l’ennesima canzone di Taylor Swift ma il mio cuore.

Quali sono le cose di cui ti importa veramente?

È una domanda spontanea quando sai che quel battito si può fermare da un momento all’altro.

Ho quindi ragionato su quanto sia insignificante e la vita sia appesa ad un filo: l’Ospedale è solo una grande cassa che amplifica il rumore.

Se ci pensate ci troviamo spesso in queste situazioni, ci affidiamo a persone che dovrebbero avere un minimo di cognizione di causa su quello che stanno facendo. Potrebbero essere amici alla guida, piloti che non conosciamo, chi progetta sistemi anti-sismici, chi studia vaccini, ma in ogni caso siamo nelle loro mani. E mi sono ricordato di essere riconoscente se sono ancora qui, tutto ad un pezzo (anche con i dottori).

Ci vediamo alla prossima, caro Ospedale.

E speriamo che sia il più tardi possibile.

Artista: Midjourney (AI)



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