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Valzer con Bashir. L’innocenza dell’ignoranza?

Ho VistoValzer con Bashir’ qualche sera fa. Mi è piaciuto. Curiosamente, fuori dal cinema mi è capitato di discuterne con un paio di conoscenti e alcuni perfetti sconosciuti. Da chi lo trovava ‘autoassolutorio’ riguardo alla strage di Sabra e Shatila (sarà giusto, scritto così?) a chi, come me, l’ha trovato solo un film sulla memoria e sui traumi della guerra; traumi che paradossalmente sono tali anche per il carnefice. Bello come film, non un documentario – penso che non voglia esserlo, anche se ho visto che molti siti lo descrivono come di genere documentaristico.
Mi ha ricordato un altro film, visto qualche settimana fa e che ancora mi gira nella testa: ‘A torto o a ragione’, perlomeno questo era il titolo italiano. Ricostruisce – non so con che dose di fantasia e quanto rifacendosi ai verbali dell’epoca – la messa in stato d’accusa di Furtwaengler, il celebre direttore d’orchestra, da parte americana e dopo la caduta del nazismo. Era nazista? Complice del nazismo? Semplicemente un artista che si è trovato a lavorare in un contesto discutibile?
In entrambi i film vedo in fondo la stessa domanda: si può essere innocenti in mezzo all’orrore? Si può evitare di essere con i carnefici, se non si è vittime? Si può dire “non lo sapevo”, o la frase giusta è piuttosto “non volevo sapere”?




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