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Il Family day e la battaglia contro le unioni civili

Ormai siamo prossimi al Family day, giornata di “tutela della famiglia” realizzata per contrastare il percorso di approvazione di una legge (denominata “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”) che sta introducendo nel nostro ordinamento la possibilità di effettuare unioni civili beneficiando di diritti e obblighi simili a quelli previsti in caso di unione matrimoniale (qui nel dettaglio).

Spesso le opinioni della massa sono dettate dallo stomaco più che dalla ragione e quando si parla di unioni civili ci si riferisce quasi esclusivamente ai rapporti omosessuali, sebbene questa disciplina riguardi anche le coppie conviventi. Parlare di omosessualità in Italia è complicato. Ci si indigna per un “frocio” detto durante una partita di calcio e altrettanto per un frocio che decide di andare a convivere.

In questo clima di discussione è il momento della morale e dei politici della Domenica. Prima, seconda, terza Repubblica, non importa, quando arriva il momento loro ci sono, ospiti perfetti per i talk show di opinione che combattono al grido di “Giù le mani dalla famiglia tradizionale” a beneficio di un pezzo di elettorato che resiste e soprattutto esiste.

Coerenza dei politici e family day al centro del dibattito sulle unioni civili

Non fraintendetemi, le opinioni vanno tutelate e rispettate ma l’Italia è un paese particolarmente ipocrita che ancora perde tempo a polemizzare per la messa in onda di un film come “50 sfumature di grigio” in prima serata (per tutelare la sensibilità dei minori) e contemporaneamente offre l’immagine di studenti universitari che si sfidano a colpi di immagini di seni e addominali, di ragazzine 15enni che si prostituiscono per dieci euro e di politici che parlano di famiglia tradizionale (pare anche al family day) senza rinunciare a qualche notte di passione in compagnia di transessuali.

La questione delle unioni civili va affrontata con realismo. Oggi se due persone decidono di vivere insieme senza sposarsi, non sono più viste come dei peccatori da bruciare in piazza, anzi il fenomeno è piuttosto comune mentre la pratica del matrimonio religioso è in costante diminuzione da 50 anni (qui trovate un approfondimento).

Se nel 2013 si sono sposati 32 italiani ogni diecimila abitanti, nel 1961 erano più del doppio: 79 ogni diecimila (un calo del 59 per cento) e il 43 per cento dei cittadini ha messo da parte la religione per il suo «giorno più bello» optando per un rito civile.

Ma uno dei dati più significativi è rappresentato dalle convivenze, fenomeno che riguarda una coppia su dieci e che ovviamente può riguardare sia gli omosessuali sia gli eterosessuali. In molti paesi del mondo questa forma di rapporto non è tutelata giuridicamente, come, appunto, nel caso dell’Italia. Anche se la società civile appare in questo momento più progressista della classe politica.

La situazione delle unioni civili in Europa Fonte: Rainews

Se il belpaese è ormai l’ultimo tra i paesi europei a non essersi pronunciato in tal senso, il caso dell’Irlanda è piuttosto indicativo: il cattolicissimo paese è stato il primo paese a dire sì (in questo caso direttamente alle nozze gay) con un referendum mentre gli altri 13 paesi hanno approvato le unioni civili per via parlamentare.

La famiglia italiana raccontata con i dati dell’Istat lascia pochi dubbi su quanto sia cambiata la scala di valori nel Belpaese, e fotografa la situazione di un Italia sempre meno legata all’idea tradizionale di famiglia e allergica ai legami «per sempre».

Le opinioni degli italiani a proposito di matrimoni gay e unioni civili Fonte: IPSOS

È una società irriconoscibile se confrontata con quella di venti anni prima e anche gli elettorati più tradizionalmente conservatori mostrano una forte apertura verso le unioni civili e in parte anche verso i matrimoni tra coppie omosessuali.

Una cosa è sicura: servono delle risposte chiare a queste persone che si trovano in un limbo legislativo e che hanno bisogno di tutele per loro e per le persone che amano. Persone che staranno insieme comunque, che si ameranno comunque, a prescindere dall’opinione pubblica e a prescindere dagli interessi politici. Persone che necessitano di tutele perché non fanno del male a nessuno e perché sono battaglie ormai già vecchie e consumate.

Ben vengano Family Day e manifestazioni di piazza anche se per tante altre tematiche sarebbe bello vedere le persone cosi coinvolte nelle scelte politiche del nostro paese. Ma allontaniamo l’odio dal dibattito. La diversità può essere complicata da comprendere ma è comunque una ricchezza e aldilà delle polemiche di questi giorni sono ben altre le battaglie che questo paese avrebbe bisogno di compiere.

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