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L’opinione: vi ricordate? “Putin? È un killer!” Lo disse Biden

Vi ricordate? Qualche settimana fa Biden ha dato del killer a Putin. Ma cosa c’è dietro? Non è certamente una affermazione di una persona anziana colpita da demenza senile! Se un presidente americano, un presidente del Paese militarmente più importante del Mondo si permette di fare pubblicamente una affermazione di tal genere, qualcosa dietro ci deve essere. Inoltre, a questa affermazione, se pur rispondendo ad un giornalista, né il Congresso né i media statunitensi si sono allarmati. Allora, cosa c’è dietro? Contrariamente a quel che molti hanno scritto, non è affatto uno scivolone.

Altra domanda che dovremmo porci è perché i Democratici Usa non combattono contro la Cina, estremamente più pericolosa della Russia?

Le ragioni possono riguardare il passato storico ma forse e soprattutto gli interessi economici e geopolitici della sinistra americana. Il punto è che con Putin la Russia è tornata grande potenza mondiale e dunque, soprattutto per i Dem americani, è ridiventata il Nemico. Qualcuno dirà che lo era anche per Trump, repubblicano, ma dimentica che Trump aveva inizialmente teso una mano a Putin, e subito era finito sotto impeachment per i famosi «hacker russi» che ne avrebbero favorito l’elezione. Così, aveva dovuto fare marcia indietro per non avallare l’accusa (Dem) di collusione.

Biden, di fatto con l’inserimento nella guerra ucraino-russa o viceversa, ha posto il veto al gasdotto NorthStream2 tra Russia e Germania, che gli americani vedono come il fumo negli occhi tanto da aver emanato sanzioni contro le ditte ausiliarie. Con la pressione dell’Unione Europea e la pressione USA la Germania non ha potuto agire come “Stato indipendente” e quindi si è ‘’adeguata’’. Certo, è vero, anche, che così gli americani riescono a vendere il loro, di gas (shale-gas), di minor qualità e ad un costo , per noi europei, più elevato poiché deve pervenirci via nave.

Ma forse la questione è molto più antica.

Gli Usa hanno ereditato dall’Inghilterra un impero globale e soprattutto marittimo. E, con esso, hanno ereditato anche il terrore di un’unione economica tra Germania e Russia, che li taglierebbe fuori dal ricchissimo mercato europeo. Per semplificare, fin dai tempi degli zar i tedeschi, mi si passi l’espressione, ci mettevano i cervelli e i russi le loro immense risorse. Ai tempi della Santa Russia erano tedeschi pure gli insegnanti di liceo, e perfino l’ultima zarina era tedesca. Per lo stesso motivo Napoleone, impadronitosi della Germania, attaccò la Russia, e l’Inghilterra non ebbe pace finché non lo ebbe eliminato. Sempre per lo stesso motivo l’Inghilterra combatté la Guerra di Crimea (1853-1856) contro i russi e a fianco dei turchi (qui, com’è noto, per il Regno di Sardegna Cavour insistette per dare un aiuto non richiesto e mandò a morire per niente gli uomini del corpo di spedizione di Bersaglieri, che arrivò in Crimea nel maggio 1855 guidato dal generale Alfonso La Marmora, ottenendo al tavolo della pace solo un appoggio verbale di Napoleone III al futuro espansionismo piemontese).

Ancora per il medesimo motivo l’Inghilterra combatté due guerre mondiali contro la Germania: nella Prima, i tedeschi tramite i loro “servizi segreti” finanziarono il movimento bolscevico, il cui leader era Vladimir Il’ič Lenin. I “servizi segreti” della Germania lavoravano da tempo alla prospettiva di annullare lo scontro russo-tedesco. Il noto socialista Aleksandr L’vovic Parvus, che aveva stretto contatti con i tedeschi a Istanbul, organizzò il rientro in treno di Lenin in Russia. Un altro abile agente tedesco, il bolscevico estone Aleksandr Keskula, aveva infatti informato i servizi segreti di Berlino del “piano di pace” tra Russia e Germania ipotizzato da Lenin; l’ambasciatore tedesco in Danimarca, manipolatore di Parvus, diede quindi il via libera al rovesciamento della monarchia zarista e al finanziamento dei bolscevichi per organizzare “la rivoluzione bolscevica d’ottobre”, iniziata in Russia nel febbraio 1917 del calendario giuliano, che segnò dapprima il crollo dell’Impero russo e poi l’instaurazione della Repubblica sovietica comunista e Lenin li ricambiò finché poté;

nella Seconda, Hitler attaccò i russi di cui inizialmente, insieme a Mussolini, era pur stato alleato.

In tutte e due le guerre, appena l’Inghilterra si trovò in difficoltà intervennero gli americani. Ma questa è storia.

Sotto il governo Berlusconi, negli incontri di Pratica a Mare, si fu a un passo dall’ingresso della Russia nella Nato, ma la cosa fallì per l’opposizione angloamericana. Berlusconi finì “perseguitato giudiziariamente” nei modi di cui dà conto il libro-intervista Sallusti-Palamara, “Il Sistema”, e Putin si ritrovò circondato da basi Nato fin sotto il naso, con cannoni e missili puntati su di lui a cento chilometri dalla sua capitale. Iniziando dalla Ucraina, che in cambio chiedeva di entrare nell’Unione Europea.

Uno potrebbe osservare: ma come, non è ben più pericolosa la Cina per l’impero americano? Infatti, lo è. E, anche come nemico ideologico, può ben figurare al posto della vecchia Urss comunista.

La Cina ha basi in tutto il Pacifico e perfino in Africa. Sta concorrendo efficacemente nella corsa allo spazio e per giunta, a differenza dell’Urss, ha i soldi.

Ma è la geografia a rimanere la cosa più importante e la contiguità tra Russia e Germania fa più paura alla tradizione aggressiva – e spesso senza scrupoli – dei Dem americani.

Ma a novembre ci saranno le elezioni per il nuovo presidente e se vincesse Trump, sempre che arrivi alle elezioni, forse qualcosa potrebbe cambiare … e perché no, ritrovare la pace sul globo terrestre. Vedremo.

Marco Affatigato

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