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L’opinione: la guerra in Europa la guardiamo sempre dall’interno, me se la vediamo dall’Africa?

È bene ricordare che dei 52 Stati che all’Onu NON hanno MAI condannato l’invasione russa dell’Ucraina, 26 – la metà – sono africani. Anche se pochi se ne interessano.

Il Sudafrica, potenza africana astenuta, è chiaramente schierata con la Russia. Dal Centrafrica e altri Paesi sono partiti volontari per combattere assieme ai “fratelli russi”, mentre dalla maggior parte dei Paesi Occidentali (compreso l’Italia, anche se vietato dal nostro Codice Penale per i cittadini italiani di ‘’arruolarsi’’ in conflitti in cui l’Italia non è parte) volontari partono per combattere fra le fila degli ucraini nella Brigata Internazionale e altri nelle file della Federazione Russa (ma a differenza dei «volontari» per l’Ucraina , quelli che s’impegnano con i Russi vengono processati in Italia e condannati a pene detentive ritenuti ‘’mercenari’’).

Agli inizi del conflitto le Nazioni Unite chiesero ai 193 Stati membri di prendere posizione ricorrendo a uno strumento usato molto di rado. Si tratta della Sessione plenaria speciale di emergenza dell’Assemblea Generale che, dalla fondazione dell’Onu nel 1945, era stata convocata solo dieci volte (due delle quali in seguito a un atto aggressivo dell’Unione Sovietica: l’invasione dell’Ungheria, nel 1956, e quella dell’Afghanistan, nel 1980). Ultimamente questo «strumento» è stato utilizzato a seguito dell’attacco dei terroristi di Hamas , braccio armato dell’organizzazione «Fratelli Musulmani» , contro Israele lo scorso 7 ottobre 2023.

All’epoca , come si ricorderà, l’11a sessione si concluse il 1° marzo 2022 mettendo al voto una risoluzione che intimava alla Russia di ritirare “immediatamente, totalmente e incondizionatamente” i suoi militari. Su 193 Stati membri 35 Stati si astennero (e tutt’oggi continuano ad astenersi), cinque votarono contro e 12 non votarono proprio: in tutto ben 52 paesi non si dimostrarono «contro». Poi il silenzio.

Da allora i mass media italiani, ma anche quelli europei, si sono concentrati sulle reazioni e sui passi intrapresi da Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e paesi UE, dedicando assai poca attenzione a come il resto del mondo guardi alla guerra nel bel mezzo del continente Europa e ne risenta.

Men che meno si parla delle ripercussioni in Africa. Ma, dei 52 Stati che all’Onu non condannarono l’invasione russa dell’Ucraina, 26 – la metà – sono africani. L’Eritrea voto’ contro la risoluzione, 17 Paesi si astennero e otto non parteciparono del tutto al voto: in totale, quasi metà dei 54 stati del continente africano. Nell’elenco figurano tra gli altri Mali, Repubblica Centrafricana e Sudan, dove sono presenti i russi coi militari del gruppo Wagner; Algeria, Angola, Uganda e diversi paesi che con la Russia hanno stipulato accordi di «cooperazione militare». Nei giorni successivi le posizioni degli stati africani si definirono ulteriormente: il presidente della Repubblica Centrafricana Faustin-Archange Touadéra autorizzò una manifestazione di solidarietà con la Russia nella capitale Bangui e ebbe ha ribadire il sostegno alla decisione di Vladimir Putin di riconoscere come stati indipendenti le regioni ucraine del Donetsk e del Lugansk; in Uganda il generale Muhoozi Kainerugaba, figlio e probabile successore dell’ormai anziano presidente Yoweri Museveni, è stato il primo alto ufficiale militare africano a dichiarare il proprio sostegno alla Russia, “come la maggior parte dell’umanità, che non è bianca”. In segno di solidarietà l’emittente televisiva Ubctv Uganda da quel 3 marzo 2022 comincio’ a trasmettere i programmi del canale di stato russo «Russia Today», oscurati nel mondo occidentale.

Non possiamo poi dimenticare il Niger …che a seguito di «colpo di Stato» ha modificato la sua posizione diventando , di fatto, alleato della Federazione Russa.

Anche il Sudafrica, altro paese astenutosi il 1° marzo 2022, ha poi preso apertamente le parti della Russia. Il presidente Cyril Ramaphosa, dopo aver seccamente smentito il suo ministro degli esteri Naledi Pandor che in un comunicato chiese il ritiro di Mosca dall’Ucraina, il 17 marzo 2022 accuso’ la NATO di aver scatenato la guerra in Ucraina. Pur non approvando l’uso della forza, “la guerra sarebbe stata evitata – ha dichiarato – se la NATO avesse ascoltato i suoi stessi leader e militari che nel corso degli anni hanno avvertito che una espansione verso Est avrebbe accresciuto, non ridotto, l’instabilità nella regione”. Il suo predecessore, Jacob Zuma, tuttora tra i leader del partito di governo, l’Anc, si spinse ben oltre con la sua fondazione che diffuse un comunicato in cui si definisce “giustificabile” la decisione di Putin. E’ bene ricordare che il Sudafrica è una delle maggiori potenze del continente africano e, come la Russia, fa parte del gruppo dei BRICS, i Paesi emergenti (gli altri sono Brasile, India e Cina). La sua posizione è quindi particolarmente importante. L’11 marzo 2022 Ramaphosa disse di aver ricevuto la richiesta di assumere il ruolo di mediatore nel conflitto, senza precisare pero’ da chi. Ma il marcato schieramento in favore della Russia rende improponibile affidare un simile compito al Sudafrica.

Tra i Paesi che invece non parteciparono al voto del 1° marzo 2022 c’è l’Etiopia. L’ambasciata russa ad Addis Abeba ringraziò i cittadini etiopi per “il loro sostegno nella lotta al nazismo” aggiungendo che “le truppe russe stanno liberando l’Ucraina”. Ma l’Etiopia, avendo un debito nei confronti della Russia che l’ha sostenuta al Consiglio di Sicurezza durante la crisi del Tigray, accolse positivamente il comunicato dell’ambasciata russa.

Sembra, inoltre, che siano centinaia, forse migliaia, i giovani africani  desiderosi di partire dall’Algeria come dalla Nigeria, Angola, Uganda, Sudan, Sud Africa e Centro Africa per «andare a combattere la guerra in Europa». Nella Repubblica Centrafricana sono gli stessi militari che amerebbero e vorrebbero unirsi ai “fratelli russi”. Questo mentre da altri Paesi africani, dove la richiesta è di partire come «volontari» per difendere l’Ucraina (anche per la propaganda che con questi «arruolamenti» sarebbe loro consentito di rimanere in Ucraina, alla fine della guerra), i governi hanno diffidato le ambasciate ucraine dal reclutare e concedere visti. Cosi chi intende partire per l’Ucraina, emigrando illegalmente, si deve affidare a organizzazioni criminali di trafficanti e giungere sulle coste dell’Europa con i barconi e passando dal Marocco, paese confinante con la Spagna. 

Ma se i Paesi africani sono divisi sulla guerra, lo sono anche i loro abitanti. Molti, forse la maggior parte, sono più interessati alle sorti delle guerre che si combattono nel loro continente, che riguardano almeno 16 stati e coinvolgono decine di milioni di persone. Come possiamo dargli torto?

Marco Affatigato

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