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Fake News, notizie false e peregrine, che dice la legge?

In questi giorni molti utenti si stanno chiedendo che cosa siano esattamente le Fake News: non rientrano in esse la satira (qualora si capisca che è satira), il testo letterario d’autore (non ascrivibile al giornalismo vero e proprio) e le interviste (in cui il virgolettato non rappresenta articolo giornalistico – ahimé aggiungerei – visto che la maggior parte delle idiozie proviene dalle dichiarazioni strampalate di certi politici o personaggi del mondo dello spettacolo).

FAKE NEWS è una parola che confonde – in italiano – in quanto il significato esatto sarebbe Bufala messa in circolo COSCIENTEMENTE, oppure informazione falsa discussa sulla base di stravolgimenti nella verità SOSTANZIALE dei fatti.

Logicamente in Italia non poteva non scaturirne un business, per i più furbi, ed un macello, per i più imbranati: così che tutto quello che va dalla polemica, all’invettiva, alla satira, al libello, è finito in FAKE NEWS e questo non è vero; e non lo è neanche per l’Ordine dei Giornalisti. Vediamo cosa sono le FAKE per la STAMPA.

Il 3 Marzo scorso lo CNOG che sarebbe l’ente che segue le riforme dell’Ordine ha dichiarato che: “La nuova Agcom dovrebbe rendere esplicita e riconoscibile la matrice di una notizia, per sapere se sia umana o automatica”. A dirlo è stato Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, in audizione nelle commissioni Cultura e Trasporti della Camera sulle pdl per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle fake news.

Si stanno studiando dei seistemi che vanno oltre la spunta GRIGIA e BLU su facebook, l’Ordine sta riflettendo anche sulla opportunità di un eventuale bollino digitale dell’Ordine dei giornalisti.

Il diritto di opinione e la satira, la letteratura e la stampa si trovano a dover fare una mediazione tra alcuni punti cardine: la libertà certamente, il reato di calunnia, il reato di diffamazione e l’ipotesi di truffa.

Lo scenario è abbastanza semplice: di fronte a un eventuale ERRORE a mezzo stampa esiste il diritto di replica che si appaia al dovere di rettifica. Pacifico. Ma proprio qui con INTERNET si è creato un pasticcio: molto spesso invece di seguire la via maestra della replica e della rettifica la limitazione (abbiamo visto il recente caso accaduto proprio ad ISS per Cpronavirus) si inventa di “sana pianta” modalità lavorative, ad esempio NON LIMITANDO le news ma creando il Denbunking, cioè mettere in circolo, volgarmente parlando, doppioni in cui si dica che si tratti di errore. Una follia. Infatti si lascia agli algoritmi decidere chi ha ragione.

Premesso questo vediamo un GRAVE esempio di FAKE ancora legata al Coronavirus (la foto in copertina). Nella giornata di IERI una famosissima testata americana riportava la foto di una bidella che pulisce un’aula con dell’alcool, annunciando che in Italia le scuole restano chiuse etcetc.. nel servizio si specificava che sarebbero state fatte le pulizie per il Coronavirus.

Immediatamente la foto saltava all’occhio perché si parla di VIRUS e la signora non ha alcuna protezione e attrezzatura (ennesimo attacco all’Italia “stracciona?”.

La foto di Reuters non riporta precisamente una sanificazione contro il Coronavirus ed è quindi una fake news. Probabilmente peraltro involontaria, in quanto la signora ha posato per un fotografo, cosciente del messaggio.

Questo servizio è una fake news, insieme a molti altri di ieri, e probabilmente più gli altri che non questa foto di per sé, tanto che la NON CHIAREZZA del Decreto nazionale che è lacunoso, ha suscitato la risposta di USB, il Sindacato della scuola, che ha specificato pochi minuti fa quanto segue: “La sospensione delle attività didattiche comporta, infatti, che il personale ATA (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici) debba prestare regolarmente servizio. Personale ATA che, tra l’altro, non può essere adibito a lavori di “sanificazione” che comportano l’utilizzo di materiali estremamente invasivi e non possono certo essere affidati al personale ATA, non equipaggiato con i necessari Dispositivi di Protezione Individuale e non autorizzato ad utilizzare determinate sostanze pericolose.”

COSA PREVEDE la legge per gli utenti a prescindere che siano o meno dei giornalisti lo riassume Gianfranco Scialpi: “Nel Web 2.0 l’anonimato non esiste. E’ possibile nascondere il proprio Ip pubblico, identificativo attribuito dal nostro provider (ISP), ma non azzerarlo.” Gli articoli di legge (fuori dalla stampa) che parlano di reati annessi alle fake news son: “Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.); offesa della reputazione altrui ( art. 595 c.p.); turbativa del mercato interno dei valori e delle merci ( art. 501, co 1,c.p); truffa (art. 640 c.p.); concorrenza sleale (2598 c.c.).” Il tutto va chiaramente dimostrato.

Come possiamo difenderci se incappiamo in una fake news in modo involontario? 1. linkando siti che sono aggiornati costantemente e che riteniamo fonte attendibile per gli sviluppi dei nostri articoli. 2. mettendo la data nel momento in cui un argomento in topic non sarà aggiornato ma rilanciato o cancellando gli articoli obsoleti. 3. aggiornando gli articoli. 4. producendo una replica e/o una rettifica. 5. rielaborando il testo alla luce delle novità (scelta consigliata in modo che da eventuali aggregatori di notizie – ovvero macchine che mettono insieme testi a caso – gli utenti arrivino all’articolo rivisto e corretto e non alla versione precedente. (MC)

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