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Le banane VIP di Cattelan, Sgarbi ha l’ultima parola!

Vittorio Sgarbi, vessato da cinque giorni da domande in merito alle banane vip di Cattelan ha postato su facebook pochi minuti fa una immagine molto chiara:

Il critico non ha mai nascosto di avere in mente idee più sostanziose sull’arte, sulla qualità delle opere, senza negare che l’idea sia un messaggio (ha detto ieri a Stasera Italia su Rete 4) ha però messo la parola fine su questa discutibile opera che ha fatto infuriare molti e che ha incuriosito il settore pubblicitario.

Riconosco, per prima, che avevo sottovalutato la portata di questo gesto (sostanzialmente rivelatosi virale) di Maurizio Cattelan. Le sue opere sono sempre state particolari, ma quella Banana attaccata al muro con il nastro isolante, inizialmente, non sembrava essere niente di vincente.

Enorme sottovalutazione: quella banana economicamente di un valore spropositato, sostituibile appena mangiata, vale un mondo di marketing.

Il virtuale veicola messaggi istantanei di marketing, ad esempio attraverso i social network e questa banana ha letteralmente fatto impazzire le aziende, che si stanno proponendo ora dopo ora con le loro “banane” cioè mettendo i loro servizi al posto di quella banana.

NON si vuole promuovere nulla, non siamo pagati per mettere queste foto, che però sono di aziende, per cui non si possono mascherare i nomi (si tratta di prodotti riconoscibili). Ecco di seguito una galleria, che dal fagottino arriva alle bare, dove la banana di Cattelan è protagonista indiretta, per il classico messaggio di spostamento dell’oggetto, ovvero una banana costosissima e pregiata che diventa il servizio, insomma funziona.

La banana originale è stata venduta per 120 mila dollari, l’opera di Cattelan si chiama “Comedian”. Tutti hanno sentito parlare della banana di Cattelan, incredibile no?

La banana suscita interesse ed ilarità, a prescindere, perché richiama alla mente un immaginario infantile, predisposto alla fantasia.

Citazioni che fanno stile. Qual’è l’odierno confine tra pubblicità ed arte? Forse proprio in questa banana potremmo trovare uno spunto. L’origine, l’originalità, lo slancio creativo dell’artista è quello che rende unica un’opera che però può generare un impulso. Il messaggio è arrivato a tutti, con diverse interpretazioni e l’opera è stata imitata, ha fatto stile. Seppur contemporanea e alle prime banale è arte.

La banana è stata mangiata in esposizione da David Datuna, logicamente un altro artista, che si è fatto filmare in una performance che ha intitolato “Hungry artist”, cioè “Artista affamato”. La banana è stata immediatamente sostituita e il gioco può andare avanti in eterno, insomma è diventato virale.

Ma non solo: le varie forme di comunicazione artistica contemplano anche gli spin off, cioè dei derivati da queste performance che diventano brevissimi messaggi diretti, un esempio il seguente di una famosissima pagina di facebook, “All’improvviso il genio”.

Oppure la pagina “Se i social network fossero sempre esistiti” di satire social.

Vi sono stati altri esempi nella storia recente, relativamente a questo.

Non è tanto originale: abbiamo già un precedente illustre in fatto di utilizzo di banane per provocare, mangiandole, Naike Rivelli, la figlia di Ornella Muti. La ragazza, bellissima, si espone su Instagram postando i suoi nudi, e diventò famosa per un video girato alle Terme milanesi per il “Banana Lovers” in cui mangiava una banana QUI. Era il 16.12.2016. Tre anni fa. Il video non ebbe un granché di risalto.

NAIKE RIVELLI DONDOLA SU UNA BANANA DI UNA NOTA MARCA

Pochi giorni fa il 10 ottobre (prima che esplodesse la vicenda Cattelan) a causa di una polemica con i giornalisti (partita da il quotidiano “Il Tempo”) Naike rilanciò il video con il titolo nuovo “Banana Day” con il video QUI e in questo caso ebbe una valanga di commenti e di articoli in merito, quindi con una serie di constatazioni sulla società moderna in cui invitava la stampa a fare diverso uso delle banane dicendo: “Vi regalo una bella banana… ficcatevela dove meglio si infila». Postò il video in auto, mentre mangiava l’ennesima banana. (Iniziando a seguire il suo profilo scoprirete i vari video in tema BANANA).

Infine la parodia, come si legge il ArtsLife, di Jerry Saltz, del New York Magazine, che ha riformulato la “banana” nella sua accezione volgare a sinonimo di pene. (Peraltro come avrebbe detto ieri l’italiano critico d’arte Vittorio Sgarbi).

Joke art, shock-your-Nana-art, art about art about art: ha scritto Saltz.

Jerry Saltz

Un’idea semplice che ha preso piede anche nelle piccole realtà, un messaggio veloce e facile da imitare che ha reso protagonisti prodotti di ogni tipo, non solo grandi marche, ma anche alimenti od oggetti in generale.

Non potevano mancare gli influencer e la satira, ad esempio il veneto Canal, Il Canal:

Infine c’è chi ha voluto farne un pensiero anche politico, parliamo di Diego Fusaro, filosofo cofondatore di VOX, che ha pubblicato un video in merito: BANANA DI CATTELAN UNA BRUTTURA. EMBLEMA DI UN’EPOCA BRUTTA CHE CELEBRA L’ECCESSO QUI.

Infine Gianluigi de Palo, per il Forum delle Famiglie, recentemente ospite a Trento per l’incontro annuale delle famiglie che allo scotch delega il Patto per la Natalità in Italia.

Italian artist Maurizio Cattelan’s piece ‘Comedian’ (a banana duct taped to the wall) is shown during Art Basel in Miami, Florida, USA, 05 December 2019. Art Basel represents over 250 art galleries onsite at the Miami Beach Convention Center and is considered one of the world’s largest art festivals with art events throughout the city. EPA/RHONA WISE

A cura di Martina Cecco



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