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Anarchici in arresto, ecco le identità. Sequestrati armamentari

Questa mattina, gli uomini della Polizia di Stato di Trento hanno arrestato 7 anarchici, eseguendo un’ordinanza di custodi cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trento.

Con la collaborazione della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e del Ros del locale Comando Provinciale dei Carabinieri i 7 militanti anarco-insurrezionalisti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, fabbricazione, detenzione e porto di armi ed esplosivi, atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, incendio e danneggiamento di sistemi informatici o telematici, anche di pubblica utilità, con finalità di terrorismo sono stati dunque prelevati per essere assicurati alla giustizia.

Gli arrestati, infatti, sono accusati di aver costituito una cellula eversiva che ha posto la lotta violenta alla base della propria strategia e programma ideologico, ricorrendo con estrema facilità all’uso di sostanze esplosive ed incendiarie per le azioni contro obiettivi istituzionali.

Nel corso dell’operazione antiterrorismo sono stati arrestati: Luca Dolce, 33enne di origine giuliana; Roberto Bottamedi, 28enne, trentino; Giulio Berdusco, 32enne, di origine veneta; Agnese Trentin, 31enne, di origine veneta; Andrea Parolari, 45enne, trentino; Nicola Briganti, 44enne, di origine salentina; Marie Antonia Sache Beranek, 34enne, di origine tarantina.

Alcuni degli indagati abitano in una casa isolata a Bosco di Civezzano (Tn), considerata il covo della cellula, dove sono stati falsificati alcuni documenti di identità, funzionali a garantire la clandestinità di compagni per la realizzazione del progetto sovversivo e il compimento di atti di eversione in Italia e all’estero. Proprio questi documenti sono stati trovati nella disponibilità di Del Sordo, anarchico foggiano arrestato a Patrasso (Grecia) il 30 giugno 2018, mentre si imbarcava per Bari. Lo stesso portava con sé anche banconote false.

Nel dettaglio, le indagini hanno accertato il coinvolgimento degli arrestati nelle seguenti azioni violente di matrice anarchica: danneggiamento del laboratorio di matematica industriale e crittografia del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi di Trento; danneggiamento di un traliccio della società “Spa towers“, di cinque ponti ripetitori radio-televisivi e delle apparecchiature ivi installate per la trasmissione di segnali radiofonici, telefonici e telematici a Rovereto; danneggiamento di almeno nove autoveicoli della Polizia Locale; danneggiamento di una filiale Unicredit a Rovereto; danneggiamento della sede dell’agenzia di lavoro interinale Randstad a Rovereto; collocazione di due ordigni esplosivi, dei quali uno solo esploso, nei pressi della sede della Lega ad Ala, come segnalato dal Presidente della Provincia Maurizio Fugatti.

Le Forze dell’Ordine hanno inoltre accertato che gli anarchici avrebbero usato diverse sedi, dislocate lungo tutta la Provincia di Trento, per svolgere le riunioni del gruppo autodefinitosi “El Tavan“. Gli stessi locali venivano utilizzati per riunire i manifestanti che partecipavano alle manifestazioni e per depositare caschi e bastoni per scontrarsi con le Forze di Polizia.

Il “laboratorio” invece è identificabile nella sola abitazione privata di Bosco di Civezzano, dove venivano prodotti documenti d’identità falsi per eludere i controlli delle Forze di Polizia. All’interno di questa sede veniva anche redatta la rivista anarchica “I giorni e le notti”.

Le indagini hanno consentito di riscontrare come la cellula sovversiva disarticolata con l’odierna operazione fosse caratterizzata da concreti “propositi eversivi”, testimoniati dai molteplici attentati compiuti. Tra i commenti intercettati, si riporta che per fare la rivoluzione sarebbe addirittura necessario ammazzare qualcuno. Materiale che interesserà al Giudice per emettere la sentenza.

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