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Perchè molta gente sostiene Luca Traini?

L’avvocato di Traini si è detto stupito e allarmato da quanta Gente lo ferma per esprimere solidarietà al suo cliente. Berlusconi, che di fiuto ne ha da vendere, ha evitato di condannarlo seriamente, affermando che la soluzione non può passare per sparatorie individuali ma per serie politiche di sicurezza. Il che sottintende che la sparatoria ha le sue ragioni. Gentiloni e Renzi in fondo hanno detto la stessa cosa di Berlusconi, cercando di smarcare il centrosinistra da una battaglia emozionale che rischia di disintegrarlo. Fronte a un 75% di italiani che condannano trasversalmente la politica del governo sull’immigrazione, come è emerso dall’ultimo sondaggio pubblico, oggi si è percepito che c’è più gente solidale con Traini che con le persone cui questi ha sparato.
Certamente nessuno di loro sparerebbe a nessuno, ma più per mancanza di coraggio e per quieto vivere che per altro; ciononostante in parecchi, se non si tratta proprio della maggioranza degli italiani, sono contenti che qualcuno tiri via le castagne dal fuoco per loro.
Questo è il clima, a prescindere da quello che ciascuno di noi ne pensi.

Guerra razziale, scontro di civiltà o una soluzione concreta?
Conosciamo le teorie apocalittiche che prevedono e auspicano una guerra razziale o uno scontro tra fondamentalismi religiosi. Sappiamo che non è così che andrà, se non episodicamente e frammentariamente, senza che comunque il caos multietnico e uni/a-culturale si risolva in questa maniera.  Siamo convinti che lo scontro tra religioni è più roba da Pentagono e da mafie che una soluzione politica.
Sappiamo che soltanto delle politiche molto serie di cooperazione tra popoli a forte identità potranno permettere di modificare il quadro e ciò su di una direttrice euroafricana.
Tutto questo, però, non viene immediatamente a capo del problema che si manifesta oggi.

Per chi dice che i migranti calano
La sinistra ha risposto a Salvini (e al 75% degli italiani….) che la crociata contro l’immigrazione non ha senso perché quest’anno abbiamo accolto meno immigrati degli anni precedenti e perché proporzionalmente gli arrivi stanno calando. Possiamo anche aggiungere che molti migranti economici hanno preso la fuga  dalla nostra società e quindi il trend da questo punto di vista sembra positivo.
Peccato che comunque i nuovi migranti si sommano ai tanti milioni già presenti sul territorio e che ciò avviene nel pieno del nostro calo demografico e in un periodo in cui c’è poco lavoro e sottopagato. Ma la rabbia della gente non nasce solo da qui, e neppure dal terrore della Jihad che di fatto in Italia neppure si è vista, almeno finora. La rabbia viene dall’invivibilità, dalle piazze e strade occupate da bande di violenti,  dalle rapine, le aggressioni, gli stupri, gli omicidi, gli squartamenti.

Identikit dell’ultima migrazione
Chi Dice Che non tutti gli immigrati sono stupratori, banditi, trafficanti e assassini, ha ragione; non è neppur vero quello che si ribatte, ovvero che tutti i malfattori sono immigrati, ma che siano parecchio più numerosi che gli italiani e troppi rispetto al numero globale dei “rifugiati” è certo.
Del resto Traini ha forse sparato a casaccio, ma in una zona di spaccio di droga controllata da nigeriani.
Nel pieno della crisi in cui stiamo morendo, non tanto a causa dell’Europa quanto per colpe dei nostri governanti, ci siamo accorti di chi ha preso il posto dei migranti economici che prendono il largo? Chi è che viene su quei barconi spendendo seimila euro a persona, ovvero quanto basta a sistemare la propria famiglia per dieci anni a casa sua? Si tratta della manovalanza della malavita africana che ha passato accordi con le mafie italiane e con una serie di centrali occulte e si dedica alla violenza pura e selvaggia. Il cambio di popolazione oggi in atto non è solo questione etnica (afroasiatici per europei) ma è anche di tipologia all’interno delle stesse etnie migranti (criminali per lavoratori).
Quindi la gente li odia perché sono pericolosi, non perché sia essa più xenofoba del normale.
Né deve vergognarsi la gente di pensarla così. Basta parlare con le stesse autorità dei Paesi africani per rendersi conto di quello che pensano di questa gentaglia e di come la trattano loro, quando ce l’hanno per le mani.

Perché non se ne viene a capo
Qui però è tutto fuori controllo.  Una grande responsabilità l’hanno i profeti dell’Utopia progressista che non guariscono proprio mai dalla demenza. Per loro, ogni bandito, ogni sradicato, ogni primitivo, è una vittima della società e provano nei loro confronti un maternalismo accondiscendente e perdonista che è lo stesso che nutrono per i cani. In fondo e neppure troppo in fondo, questi baldi antirazzisti considerano questa gente inferiore, pari alle bestie, e la perdonano in quanto incapace di intendere e volere. Il che si commenta da sé.
Ma non ci sono solo i Boldrinians & Savian boys, c’è tutta una tessitura d’interessi socioeconomici sul traffico di uomini che contribuisce a rendere il tutto assolutamente ingovernabile e inestricabile.
I politici poi, da qualunque parte siano schierati nella lettura emotiva della drammaticità, sanno a stento di cosa parlano e non sanno affatto come intervenire. A loro basta avere applausi e voti e provare a raccontarla meglio degli altri, magari acclamati e persi nei selfies di folla.
Resta così la gente che si ritrova a vivere nel paradiso terrestre che i grandi utopisti e i gangsters, insieme, hanno concepito per noi e che non ne può proprio più, e talvolta svalvola.
E noi sui social giudichiamo, prendiamo posizione e ci contrapponiamo.
Intanto il problema diventa ogni giorno più drammatico, ma nessuno prova a stilare uno straccio di linea politica di governabilità e di reversibilità che si potrebbe costruire nella nostra fierezza e nella cooperazione con le istituzioni delle altre etnie.
Nulla di questo avverrà fino a quando da noi tutto sarà individualismo eccitato e sbracato. E non mi riferisco a Traini ma alle migliaia e migliaia di responsabili di questo scempio.
Che si sfideranno sui social e sperando nei voti, senza accorgersi che ogni istante che passa tutto peggiora o, se se ne accorgono, non curandosene affatto.

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