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Forza Nuova: “Basta regalare impieghi, mansioni e occupazioni ai finti profughi”

Secondo il coordinatore di Forza Nuova Michele Olivotto è desolante assistere al capovolgimento delle priorità, in un periodo storico in cui l’Italia appare sempre più in ginocchio. «A Natale si sa, bisogna essere più buoni. Bisogna cercare di aiutare chi è meno fortunato di noi. Bisogna creare quell’atmosfera tutta ovattata che rende le persone più felici e più vicine le une alle altre, regalando, se possibile, un piccolo dono a chi proprio non ha nulla o quasi. Insomma, come ci ricorda una famosa canzone, “A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai!” e continua “E’ Natale, E’ Natale si può fare di più.. E’ Natale E’ Natale si può amare di più!.. per noi.. a Natale puoi!” ».

«Tutto bello – afferma Michele Olivotto – Coordinatore Regionale Forza Nuova – ma, come si sa, nelle favole il Natale è ben diverso da quello della dura realtà. Quella realtà che ci mette difronte ai fatti compiuti piuttosto che ai sogni ».

Continuando: «Ed è questo il caso della pasticceria “Peter Paul” di San Paolo Appiano , dove K. Rajabi, 20 anni, A. Reza, 23 anni, entrambi afgani, e A. Fatty, 21 anni, originario del Gambia sono stati accolti a braccia aperte dalla famiglia Pertoll. Proprio una bella favoletta in stile Disneyland, dove “tutti, alla fine, vissero felici e contenti”! Quello che veramente fa sorridere (per non dire piangere) è proprio questo straziante atteggiamento che palesa il continuo rifiuto di parte della popolazione a riconoscere un aiuto prima di tutto ai nostri connazionali, ai nostri fratelli della porta accanto per privilegiare, forse a scopo propagandistico/politico o forse semplicemente per una pubblicità gratuita su qualche quotidiano o rete televisiva locale, persone che vengono da lontano e che nulla hanno a che fare con la nostra cultura, la nostra identità e il nostro popolo. Assolutamente sbalorditivo tutto questo bene nei confronti di persone che non si sono mai viste e che, per quello che sappiamo noi, potrebbero essere addirittura appena uscite dal carcere del loro Paese, prima d’imbarcarsi alla volta dell’Italia e dell’Europa. Con la semplice scusa che gli italiani, oggi, non hanno più senso del dovere sul lavoro e che quindi non sono più rispettosi di orari e di periodi lavorativi intensi, si dà spazio e si alimenta questa ormai nota sostituzione etnica in atto nel vecchio continente. Come si suole dire, però, “non si deve fare di tutta un’erba un fascio”!».

« E poi proprio in questo momento – si legge ancora – dove molti italiani, perdendo il loro impiego e la loro casa, si trovano in un “batter d’occhio” scaricati in strada a vivere all’addiaccio. E’ di qualche giorno fa la notizia dell’Istat che dà in aumento gli italiani che vivono in povertà assoluta (almeno 18 milioni). Quegli stessi italiani che, prima di finire in disgrazia o nel semplice e generalizzato dimenticatoio, sostenevano il Paese pagando le tasse, sostenevano il sistema economico comprando sia beni di prima necessità che beni voluttuari. E, sicuramente, alcuni di essi possono essere stati anche clienti della stessa pasticceria “Peter Paul” ».

E ancora: «Ma, per un momento, proviamo a “ribaltare la frittata”, per far comprendere meglio la brutta situazione in cui è costretto a vivere un qualsiasi nostro connazionale colpito da una disgrazia e dimenticato da tutto e da tutti. Chiediamo al Sig. Peter Paul Pertoll di mettersi nella situazione opposta e d’immaginare che, per qualsiasi tragico accadimento, si trovi ad avere la sua attività così in crisi che, in brevissimo tempo, la ritrova sommersa dai debiti nei confronti dello Stato e dei vari fornitori. Un accadimento così devastante da far si che tutti i suoi beni mobili e immobili vengano confiscati per pagare le elevate esposizioni nei confronti dei terzi creditori. Cosicché, lui e tutta la sua famiglia, sono costretti a vivere e dormire in strada senza alcun aiuto. E, con grande stupore, dopo un po’ tutti i suoi conoscenti, gli amici e lo stato gli voltano le spalle! E perché una cosa così orribile? Perché una persona così conosciuta, competente e con un’elevata esperienza non trova alcuna occupazione? Una pagina di un giornale locale vola via da un tavolino di un bar e arriva a lui direttamente sulla panchina dei giardini dove bivacca da alcuni mesi. Una pagina che mette in luce la grande generosità di imprenditori locali che hanno iniziato ad offrire lavoro a persone immigrate, venute dalla lontana africa e che, a parer loro, rappresentano la miglior tipologia di lavoratore al mondo! In sostituzione proprio del Sig. Peter Paul Pertoll e di tutti i connazionali visti come lavoratori e persone di serie B».

Proseguendo ancora: «Questo è ciò che sta accadendo e ciò che si prospetta al nostro popolo se non si interverrà immediatamente invertendo questa spirale così diabolica e perversa, tale per cui, saranno gli stessi italiani a subirne le conseguenze in termini di annientamento della propria identità e del proprio diritto al lavoro”».

«Basta regalare impieghi, mansioni e occupazioni ai finti profughi”», conclude infine Michele Olivotto.

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