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L’ascesa politica di Di Maio è il fallimento di Alleanza Nazionale

Cosa hanno in comune la vittoria di Luigi di Maio alle Primarie del M5S e l’attuale situazione della Destra in Italia? La vittoria di Luigi Di Maio Alle Primarie del Movimento 5 stelle è stata accompagnata da varie critiche provenienti dai giornali e dai social network. Le critiche si sono sopratutto concentrate sul fallimento delle Primarie grilline e sul cambiamento politico del M5S.

Ma un’altra problematica non è stata affrontata: la perdita di capitale umano da parte della Destra italiana. La generazione Politica di Di Maio è frutto del periodo in cui a Destra vi era Alleanza Nazionale, forza politica che otteneva milioni di voti, ma che oggigiorno è relegata a una fondazione vittima di veti incrociati.

Durante gli anni ’90 e 2000, però, all’interno dei vertici ex missini nessuno si è posto la domanda di creare una nuova e seria classe dirigente. Certamente vi è stata l’ascesa politica di Giorgia Meloni, ma si tratta di una sola figura che si sta dimostrando insufficiente per portare voti a Destra. Dimostrazione di ciò è stata la sua alleanza con un partito quale è la Lega Nord, forza politica ben distante da Alleanza Nazionale.

E’ il risultato della politica miope della Destra in Italia che, tra il 2003 e il 2010, ha, di fatto, azzerato le associazioni giovanili perdendo un capitale umano non indifferente.
Il ricambio generazionale, però, è necessario per il volontariato politico che si basa su persone che servono una causa. Il vero problema che ha riguardato la Destra post Fiuggi è stato quello di focalizzarsi su un modello berlusconiano, caratterizzato dal ruolo centrale del leader e da un populismo in chiave centrista. In parole povere si è cercato di enfatizzare la figura del leader in un contesto dove era il Partito al centro, situazione che permane a oggi.

Ritornando a Di maio, non si può dimenticare che è figlio di un dirigente del Movimento Sociale e poi di Alleanza Nazionale. Perchè il ragazzo non ha seguito le orme paterne? E’ questa la vera domanda da porsi senza scendere in pretestuose polemiche sullo svolgimento di Primarie e tant’altro. 

Il M5s è arrivato in Parlamento nel 2013 portando molti esponenti che un tempo sarebbe stato inquadrato nelle categorie politiche della sinistra movimentista e alternativa quando non antagonista. Culturalmente erano cresciuti anche quelli più giovani a pane e terzomondismo, ecologia, no Tav, diritti delle minoranze e battaglie contro i privilegi delle caste.

In questo scenario uno come Di Maio, cresciuto politicamente in un ambiente di Destra alla pari di Di Battista, è stato utilissimo per la crescita del MoVimento in tutta Italia. Il suo volto rassicurante, la capacità oratoria e l’astuzia politica sono del resto armi politiche su cui si è basato il Movimento sociale dai tempi di Almirante, citato varie volte dallo stesso leader dei 5stelle, e Michelini.

Eppure questo capitale umano non è stato utilizzato da una classe dirigente che non solamente doveva guardare al presente, ma anche al futuro. Del resto l’elettorato cresce e invecchia come qualsiasi classe politica.  

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