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Internet e l’era del neoschiavismo

Internet è senza dubbio un grande strumento di quest’era che ha vissuto quella che potremmo definire una rivoluzione tecnologica. Quest’ultimo è un portale immenso in cui oltre il web che noi tutti comunemente utilizziamo ne esiste anche un altro tipo, il dark web, che rappresenta circa l’80% del web solitamente navigato (il clear web) e viene però utilizzato da una minoranza di persone. Il dark web dà la possibilità di non essere tracciati mentre lo si naviga: ogni mossa sul dark web non è rintracciabile grazie ad un sistema di criptazione e a chi utilizza questo portale viene garantito l’anonimato.

Ma, entrare nel dark web non è così semplice come sembra: bisogna anzitutto proteggersi per evitare che identità, soldi, documenti e altri dati personali dell’utente vengano rubati da hacker professionisti. Per Questo e una serie di altri motivi, per navigare nel dark web è necessario avere un particolare software che permette di accedere ai siti .onion (quelli tipici di questo portale). Il software più utilizzato è TOR – the onion router. Ma non è solo questione di software: anche i browsers da utilizzare cambiano e, in questo caso, si fa riferimento a  TOR browser bundle. Ma, perché bisognerebbe mai avventurarsi in un simile portale che, oltre che essere di difficile accessione, sembra paventare numerosi rischi per i suoi utenti?

La risposta è piuttosto semplice: prima di tutto bisogna considerare che il 57% del dark web è utilizzato per attività illegali che, date le caratteristiche tipiche di questo portale, sono rese molto più difficili da arrestare. Peraltro, è anche vero che spesso chi accede nel dark web non è solo chi vuole mettere su o ha già messo su un’attività illegale, ma anche qualcuno che voglia visitare siti di scommesse online, aste e mercati online di vario genere, o semplicemente siti porno senza essere tracciato.

Essenzialmente il dark web viene impiegato a mo’ di mercato online in cui comprare armi, droga o organizzare aste. Quest’ultime possono talvolta essere aste di semplici oggetti, ma molto più spesso sono aste di esseri umani. Quindi, è ben chiaro che nel dark web si è venuta a creare una rete molto intrigata, in cui a messaggi di propaganda estremista, droga, armi, pornografia e pedopornografia si mischiano i traffici di esseri umani.

Addentrandoci nel tema dei traffici di esseri umani, inevitabilmente sfioriamo anche il tema del neo-schiavismo, della prostituzione e della pedofilia. È necessario fare anche delle distinzioni, infatti a volte Capita Che Siano le stesse vittime a contattare i trafficanti online, altre volte, invece, vengono esse adescate con dei pretesti banali. Nel primo caso, abbiamo una situazione – il più delle volte –  in cui la vittima vorrebbe espatriare quindi si mette in contatto, su appositi siti .onion, con i trafficanti che permetteranno loro di giungere alla meta di destinazione (principalmente Stati Uniti d’America o Europa) con dei documenti falsi. I trafficanti, nella maggior parte dei casi, garantiscono ai loro interlocutori migliori condizioni di vita, un buon lavoro e una bella casa. Naturalmente, la realtà è ben diversa: le vittime per poter espatriare devono pagare una grossa somma, ma considerati i vantaggi loro prospettati, non se ne preoccupano e si indebitano. Solo quando arrivano nel paese di destinazione le vittime si rendono conto di essere state abbindolate, e qui vengono sfruttate dai loro contatti: le ragazzine e i bambini vengono immessi nel mercato del sesso e fatti prostituire; gli uomini vengono obbligati ai lavori forzati. Spesso, questa prassi è unita alle aste online: i trafficanti, su appositi canali del deep web, caricano le credenziali delle persone che si sono rivolte a loro e le vendono al miglior offerente, altre volte capita che siano essi stessi a fissare un prezzo.

Abbiamo, però, un’altra possibile situazione: la vittima viene adescata dal trafficante. Questo adescamento può avvenire nel modo più banale di sempre: rapimento per strada; oppure, ci si scervella cercando di “catturare” la preda con metodi più “eleganti” –  se mai un rapimento possa essere definito tale. Questa situazione è tipica di quando si vogliono vendere ragazze. La metodologia, nella teoria, è piuttosto semplice: tramite annunci di lavoro e convincendo la vittima della credibilità della fittizia azienda nonché anche delle ottime opportunità che questa offre, si fa in modo che la vittima decida di entrare in contatto con un mandante del trafficante. Presi i contatti, si passa al secondo step: si incontra la vittima. L’incontro può avvenire in un luogo prestabilito o, per chi è più abile nell’arte della persuasione, a casa della vittima stessa. Ottenuto l’incontro il resto vien da sé: la ragazza viene rapita. Di solito le ragazze rapite sono adolescenti non ancora maggiorenni provenienti dall’Est o anche dall’Africa. Capita spesso che siano rapite ragazze vergini, per venderne la verginità online. Una volta commesso il rapimento, la ragazza viene venduta all’asta al miglior offerente.

Nel dark web non sono pochi i siti .onion in cui è possibile trovare aste di ragazze – o meglio, di schiave del sesso. I siti sono vari, ma in linea di massima il modello è lo stesso: per vendere una ragazza si pubblica un sua foto (quasi sempre tutta nuda, e potrebbe capitare che per soddisfare i clienti più perversi le si fotografi anche con mani e  gambe legate in posizione oscene e umilianti), se ne dichiara l’età, la provenienza e se la ragazza è vergine lo si sottolinea per potere ottenere un prezzo più alto. A questo punto si aspetta che qualche ricco megalomane faccia la sua offerta – di solito si riescono ad ottenere anche offerte per decine di migliaia di euro. Le aste non riguardano però solo le ragazzine, ma anche i bambini. Infatti, molti sono i casi di pederastia e pedofilia, per cui anche fanciulli e bambini sono richiesti. Ovviamente in questo caso gli approcci saranno diversi, ma lo schema, così come il risultato, non cambia.

Sembra, quindi, che non ci siamo affatto liberati dello schiavismo, anzi quest’ultimo sembra essersi trasformato: ora si ricercano, infatti, perlopiù schiavi del sesso e si hanno anche maggiori opportunità di far soldi senza passare guai dato l’incredibile strumento che il deep web rappresenta. Il tutto è alimentato da patologie di uomini potenti, ricchi e perversi che cercano un “passatempo”; e dopotutto non è troppo difficile riuscire a soddisfare le proprie fantasie su un portale in cui è sufficiente avere un buon software garante dell’anonimato affiancato da un browser adatto. Vero è anche che bisogna spesso avere un nome utente e una password, ma per uno che è entrato nel deep web, che sarà mai?

La situazione sembra ingestibile: uno spazio su internet navigato da “fantasmi” e in cui tutto è possibile. In realtà, non è esattamente impossibile fermare queste attività illegali trovandone i responsabili, certo è, però, che è molto difficile. Nel 2014 la DARPA (Defence Advanced Research Projects Agency) ha dato inizio ad un progetto, il “MEMEX Program”, con lo scopo di individuare il traffico di esseri umani online. Il programma utilizzato è piuttosto complesso e richiede tempo ma dà senz’ombra di dubbio una grande mano agli agenti, che riescono a decriptare piano piano i dati del server. Ciononostante, bisogna rammentare che un’ulteriore difficoltà è data dal fatto che sul dark web si trovano anche molti falsi: spesso si creano fittizie aste al solo scopo di rubare il denaro di chi invece crede di aver acquistato una ragazza, un bambino o fanciullo che sia. Questo meccanismo di truffa, non fa altro che depistare gli agenti, che si ritrovano ogni volta a dover capire se si trovano davvero di fronte ad un caso di traffico d’esseri umani o, se al contrario, si tratta solo di una menzogna per truffare i clienti.

di Lorena Bisignano

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