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Festival della fotografia di Arles: le 8 cose imperdibili dell’evento

Incontri di fotografia, di immagini, di emozioni: questo e molto di più al Festival della fotografia di Arles.

Rencontres de la Photographie. E’ il Festival per eccellenza della Fotografia contemporanea e dei loro autori: le foto, protagoniste indiscusse della kermesse più importante del mondo e si tiene ad Arles, da sempre. Dal 3 luglio al 24 settembre la 48esima edizione.

Festival della fotografia di Arles 2017 – Marie Bovo – La Voie lacteé- Film video 10’33

Anche quest’anno l’evento promette di richiamare a raccolta tantissimi appassionati, non solo addetti ai lavori ma anche solo semplicemente amanti delle foto, degli scatti insoliti, inediti, delle immagini uniche all’interno delle quali ogni spettatore va oltre ciò che vede per tuffarsi nella sua immaginazione: cosa ci appartiene in quella foto così tanto da catturarci?

Festival della fotografia di Arles edizione 2017, che cosa non bisogna assolutamente perdersi della mostra prima che su di essa cali il sipario?

Foto, foto, foto .. e non solo. Arles, la deliziosa città del sud, in Provenza, non ospiterà solo mostre fotografiche ma accanto e queste ci saranno dibattiti, incontri e proiezioni da non perdere. Rencontres de la Photographie: ha spalancato il sipario il 3 luglio scorso e continuerà fino 24 settembre prossimo a stupirci, invitarci, vivere un’esperienza unica: multiculturale, disciplinare ed etnica. Da dieci giorni Arles è popolata di fotografi, collezionisti, curatori, editori, photo editor, provenienti da tutto il mondo.

Festival della fotografia di Arles 2017 – Masahisa Fukase – Berobero 1992

1 – Arles e le fotografie: la città diventa museo

Andare ad Arles per il Festival della fotografia contemporanea significherà toccare, vedere e scoprire decine di luoghi diversi della città. Per questa edizione 48, sono 25 le location selezionate. Venticinque i luoghi che sono stati interessati per la realizzazione della grande mostra-festival – dove agli spazi espositivi consueti, quest’anno vi sono stati aggiunti il Ground Control e il Mistral – disseminati in lungo e in largo la cittadina provenzale di Arles. Appuntamento, dunque, a Place de la Republique o all’anfiteatro romano, lungo il fiume Rodano o al Parc des Ateliers, dove duecentocinquanta artisti hanno portato uno spaccato di altre società, la realtà quotidiana di altri paesi.

2 – Attualità decodificata in immagini

Festival della fotografia di Arles 2017 – Joel Meyerowitz-Guichet de salle de cinéma-Time Square – New York 1963

Perché è imperdibile il Festival della fotografia edizione 48. L’edizione di quest’anno ha diretto l’obiettivo fotografando ‘l’altro‘ inteso in senso geografico. Un focus sui cambiamenti, le trasformazioni dello scacchiere geopolitico, sociale e, infine, ambientale che è avvenuta ed è tutt’ora in atto in particolari realtà quali quelle dell’America Latina, per guardare all’interno della nuova realtà colombiana e dell’Iran passando sulle rive del Bosforo in Turchia per toccare la frontiera siriana, fino ad arrivare in Russia.

Per dirla come Sam Stourdzé, direttore della manifestazione: «Più pensiamo ad un paese chiuso, bloccato, stravolto da crisi economiche e politiche, tanto più ci ritroviamo i fotografi. Essi, attraverso il loro racconto in immagini, rivelano, descrivono, dimostrano, inventano, riparano, costruiscono, nella propria lingua, quell’immagine. Decodificano i segni preliminari delle società in pieno sconvolgimento. La 48a edizione del Rencontres de la Photographie condivide questo gusto per altri luoghi».

3 – America Latina. La nuova realtà colombiana

Festival della fotografia di Arles 2017 – Colombìan Orchids 1941- Luis F Osorìo

Festival della fotografia di Arles 2017 – Mexìque-Armando Cristeto – PolyMarchs 1985

Uno dei temi principali. Un’attualità da non perdere quella della nuova generazione spagnola della Colombia. Questa sezione comprende quattro esposizioni: 

  • Urban Impulses: Latin-American photography, 1960-2016, la rassegna racconta l’identità latinoamericana attraverso centinaia di immagini provenienti dalla collezione di Leticia e Stanislas Poniatowski; 
  • A poetics of the humans, personale dell’artista Paz Errázuriz (Santiago, Cile, 1944), che si oppose alla dittatura sfidando le convenzioni sociali con le sue opere
  • La Vuelta, collettiva di 28 fotografi e artisti colombiani;
  • The cow and the orchid, saggio visivo sulla fotografia colombiana a cura di Timothy Prus e di Archives of Modern Conflict.

4 – Il territorio. La fotografia che cattura il cambiamento

Festival della fotografia di Arles – Joel Meyerowitz

Fotografare la realtà che sta mutando: ecco una delle mission del Festival della Fotografia di Arles. Le diverse realtà di una metropoli, lo stato dei luoghi, il sapore della realtà metropolitana. La cultura. Un chiaro esempio rappresentato dall’esposizione delle prime fotografie a colori e in bianco e nero (tra cui quaranta stampe originali), di una vecchia New York degli anni Sessanta, scattate da Joel Meyerowitz. Oppure lo sguardo sulla vita nelle metropoli Michael Wolf: Chicago, Hon Kong, Tokyo; i paesaggi di Marie Bovo della Russia e dell’Est Europa.

5 – Il clima, il disordine, il caos del mondo

Festival della fotografia di Arles 2017 – Francisca Chagas dos Santos – District Taquari Rio Branco-Bresìl 2015

Tre grandi esposizioni. Un’indagine sui danni provocati all’ambiente e, dunque, alla salute di Mathieu Asselin con Monsanto: une enquête photographique (Monsanto: un’indagine fotografica); il cambiamento climatico visto con l’occhio fotografico di Gideo Mendel nella sua esposizione Un monde qui se noie (Un mondo che annega). Nel suo lavoro i risultati di disastrosi allagamenti e dei suoi sopravvissuti, realizzato in 13 paesi diversi; infine, Looking for Lenin, lavoro a quattro mani di Niels Ackermann & Sébastien Gobert, che nel 2015 hanno percorso tutta l’Ucraina sulle tracce di Lenin.

6 – Focus su Iran e Spagna

Qui i riflettori si accendono su due grandi quanto complesse realtà culturali. Je vous écrir d’un pays lointain:

Festival della fotografia di Arles 2017 – Alejandro Marote – Sans Titre-Serie A 2012

Blank Paper, Focus sur la scène madrilene. Carta Bianca, l’esposizione presenta i lavori più recenti realizzati dal collettivo spagnolo Blank Paper – del quale fanno parte anche fotografi italiani Federico Clavarino (1984) e Michele Tagliaferri(1980). Blank Paper nasce nel 2000, quando un gruppo di fotografi è giunto a Madrid con l’obiettivo di sviluppare e mostrare il loro lavoro in uno spazio intellettuale comune: questa è Carta Bianca. Nel tempo la loro fotografia si è evoluta attraverso una pratica le cui caratteristiche principali sono la collaborazione e lo scambio. In questa mostra le opere più recenti del collettivo Carta Bianca.

Festival della fotografia di Arles 2017 – Shadi Ghadirian – Qajar 1998

Iran, Anneé 38, un’ampia indagine fotogiornalistica che parte dal 1979, anno dal quale il Paese Iran celebra la nascita della cultura iraniana attraverso la Poesia visiva. Diversi secoli di storia prima della rivoluzione islamica. Una mostra curata da Anahita Ghabaian e Newsha Tavakolian, che raccoglie i lavori di 66 fotografi, artisti e filmakers iraniani che hanno fotografato l’immagine odierna del loro paese, tra innovazione e tradizione, tra conflitti e cambiamenti improvvisi e drammatici.

6 – La voce del surrealismo nelle immagini

Il celebre Movimento di avanguardia nato proprio in Francia, nel 1924, nasceva come spinta – in anni drammatici come quelli tra i due conflitti mondiali – esigenza di dare sfogo al pensiero dell’inconscio, alla fantasia. Un vero e proprio progetto di ‘liberazione’, tale era lo scopo del movimento surrealista realizzato in ogni ambito della cultura e dell’arte. A le Rencontres de la Photographie ad Arles due mostre imperdibili:

Festival della fotografia di Arles – Dayanita Singh – House of Love – Paris 2011

Le Spectre du Surréalisme. Il Centre Pompidou celebra con questa esposizione il suo 40° anniversario in tutta la Francia. All’Atelier des Forge un programma unico di mostre, prestiti speciali, manifestazioni ed eventi con fotografie della vasta collezione dell’istituzione parigina.

Festival della fotografia di Arles 2017 – Vue de l’exposition Fiat de Jean Dubuffet – Turin 1978

Jean Dubuffet.  La mostra presenta il primo studio del fondo fotografico conservato presso la Fondazione Dubuffetche raccontano la sua vasta produzione artistica a partire dagli esordi nel 1940: dipinti, modelli architettonici o elementi dello spettacolo Coucou Bazar. L’artista Dubuffet (1901 – 1985), con il ampio lavoro, sparso in tutto il mondo, ha rappresentato un vero e proprio punto di riferimento per la fotografia. In effetti, quest’ultima è stata solo uno dei tanti strumenti utilizzati  da Dubuffet per la realizzazione delle sue opere.

7 – Il doppio gioco dell’autoritratto. Mise en scène

Festival della fotografia di Arles 2017 – Audrey Tautou – Sans titre

Città, paesaggi, retrospettive, punti di vista. L’autore non poteva non puntare l’obiettivo anche su sé stesso. Mise en scéne: le mostre dedicate alle diverse declinazioni del concetto di mise en scène nell’arte della fotografia. Da non perdere la retrospettiva Masahisa Fukase: The Incurable Egoist, che ripercorre la vita e l’opera dell’artista giapponese Masahisa Fukase. Le sperimentazioni intimiste e fantasiose di Audrey Tautou – la celebre interprete de Il favoloso mondo di Amélie. La scrittrice e attrice francese, attraverso una serie di autoritratti nel cinema e mostrati per la prima volta al pubblico, esplora la sua immagine, come un gioco, il suo status di celebrità e diventare il proprio modello.

8 -Fotografia: possiamo fare a meno oggi delle immagini?

«Oggi le immagini circolano alla velocità della luce», ha affermato il direttore, Sam Stourdzé. Come non essere d’accordo con questa affermazione del direttore del Festival della Fotografia di Arles, mentre ci stiamo già posizionando per l’ultimo selfie da postare su tutte le piattaforme social che il web oggi ci pone come su di un vassoio d’argento.

«La liberazione tecnologica, una volta lodata come l’acquisizione dell’espressione diretta, la punta di una democrazia sempre più partecipativa, rivela un’altra faccia, un altro uso. Si pone al servizio delle conquiste populiste. Siamo entrati nell’era della guerra delle immagini, in cui ogni persona sceglie di farsi, alternativamente, colui che diffonde o colui che raccoglie verità o fallacy? Più che mai, abbiamo bisogno di artisti e la loro capacità di catturare il momento opportuno. Gli artisti partecipano a decrittografare, nella contestualizzazione, nel far emergere nuove forme di scrittura; E il Festival amplifica le loro voci, trascrive il loro programma semplice, efficiente e ambizioso: vedere il mondo come è, come potrebbe essere, come dovrebbe essere» Sam Stourdzé. Parole sante.

Ecco perché in ultimo ma non ultimo, ci sembra che Rencontres de la Photographie, ovvero il Festival della Fotografia di Arles sia un evento imperdibile. Quasi un peccato non esserci.

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