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Il 2016 in 10 immagini simbolo: la storia, le foto e i fatti di un anno

Il 2016 in 10 immagini simbolo: la storia, le foto e i fatti che hanno segnato questo anno che volge al termine

Immagini che lasciano il segno. Immagini che parlano. Un’immagine vale più di mille parole. E’ vero.

Oggi  ognuna di queste affermazioni è decuplicata e declinata all’ennesima potenza grazie al dominio dei social network. Non solo i media ne fanno uso – prima la foto poi il pezzo – ma noi stessi – internauti, social addicted. Bè, le foto sono essenziali perché rafforzano il nostro ricordo, lo rievocano e ce lo fanno rivivere. In effetti il potere evocativo delle immagini consiste proprio nel fatto ch’esse hanno la capacità di modificare il nostro attuale stato d’animo perché arrivano fin nel nostro inconscio. E non importa che l’immagine impressa riguardi una nostra personale esperienza, l’immagine riesce a catturarci e farci provare brividi.

Esse non devono semplicemente descriverci la scena ma evocarla, parlarci al cuore. Toccarci fino a provocare in noi una reazione forte nel bene o nel male.

La guerra nelle immagini. L’immigrazione, la gloria, la sconfitta, il cambio della guardia, il passaggio di consegne. Le dimissioni, le elezioni. I lutti, i terremoti, le stragi. Le gioie, le lacrime. Un anno in una raccolta di immagini simbolo.

Ecco alcune foto che in questo 2016 che sta per terminare, sono diventate simbolo e forse resteranno tali per sempre, dalla cronaca, alla politca, dallo sport alla musica.

Si spegne il giorno di Natale l’artista George Michael, aveva 53 anni. 25 dicembre. L’annus horribilis delle sette note

Un lungo drappo nero che ha avvolto il mondo della musica dall’inizio dell’anno: con la scomparsa, avvenuta il 10 gennaio di quest’anno, del Duca Bianco alias David Bowie. La sua dipartita è stato solo la prima di una lunga lista dei grandi della musica le cui canzoni risuoneranno per sempre. Immortali, dunque, per fortuna.

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Dopo lo choc per la morte di George Michael, anche lui stroncato da questo ‘2016 maledetto della musica’, arrivano nuove ipotesi sulle cause del decesso. A fornire una serie di dettagli – rivelati da Fadi Fawaz, compagno del cantante pop, è il Daily Telegraph, che ipotizza l’overdose di eroina come causa dell’arresto cardiaco. Fawaz – parrucchiere delle rock star – avrebbe chiamato i soccorsi dopo aver visto George Michael senza vita, da solo nel suo letto il giorno di Natale ad ora di pranzo. Ed è quanto ha scritto lui stesso in un tweet. Sempre secondo il Telegraph: «nell’ultimo anno Michael ha lottato contro una crescente dipendenza dall’eroina». Da una recente agenzia di stampa dell’Ansa del 27 dicembre.

Attentato a Berlino, 19 dicembre. Tir travolge la folla ai mercatini di Natale: 12 morti, 48 feriti

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Una strage. Un nuovo attentato terroristico, rivendicato dall’Isis, ha colpito l’Europa, simile alla strage avvenuta a Nizza la scorsa estate. Un tir si è abbattuto sulla folla calpestandola. Era la sera del 19 dicembre, alle 20.15 a Breitscheidplatz, quando il grosso automezzo sfonda e abbatte il muro di folla nella strada dei mercatini di Natale. Sul tir c’erano due uomini – uno ucciso nell’immediato, l’altro sarà ucciso in seguito a Sesto San Giovanni nel corso di una sparatoria con una pattuglia della polizia: l’uomo privo di documenti, poi si scoprirà essere Anis Amri, l’attentatore di Berlino, estrae la pistola e ferisce un primo agente ma l’altro poliziotto riesce a schivarlo ferendolo mortalmente. I un primo momento non si sapeva chi fosse, la conferma che fosse Amis Amri è giunta in seguito con la comparazione dei tratti somatici sia dalla comparazione delle impronte. 

Tra le vittime c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni di Sulmona. A Berlino aveva un lavoro, una vita davanti..

L’attacco è avvenuto intorno alle 20.15 a Breitscheidplatz, nei pressi della Kurfuerstendamm, nella zona più commerciale della parte occidentale della città di Berlino, molto frequentata dai turisti, nei pressi del centro commerciale Europa Center. Tra le vittime ci sarà anche Fabrizia Di Lorenzo, 31enne di Sulmona. Fabrizia, l’italiana morta nella strage, era stata dichiarata inizialmente scomparsa, il suo cellulare era stato trovato sul luogo, purtroppo l’annuncio della sua morte è giunto pochi giorni dopo.

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La salma di Fabrizia Di Lorenzo è tornata in Italia il 24 dicembre. Ad accogliere all’aeroporto militare di Ciampino il rientro della salma c’erano, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e il sindaco di Sulmona Annamaria Casini.

Si sono svolti ieri mattina a Sulmona, la sua città natale, i funerali di Fabrizia Di Lorenzo. All’uscita dalla chiesa un lungo applauso ha accolto il feretro di Fabrizia, vittima nell’attentato a Berlino: dietro la bara i genitori. Presente anche il Capo dello Stato Mattarella. La salma è stata trasportata nel cimitero di Sulmona per la tumulazione con cerimonia privata.

Nasce il nuovo governo Gentiloni Silveri, 13 dicembre. Nel nuovo Esecutivo 12 i ministri confermati su 18

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In tempi record – così doveva essere e così è stato. Dopo l’annuncio da Palazzo Chigi del premier Matteo Renzi delle sue dimissioni, sancite dalla bocciatura del Refendum Costituzionale, si è aperta la crisi di governo, ricucita in pochissimi giorni, come era nelle intenzioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è detto soddisfatto per questa «soluzione rapida e lineare» della crisi. Nasce, così, il governo targato Paolo Gentiloni Silveri. Diciotto i ministri con 5 new entry e la riconferma di tutti gli uscenti tranne il ministro Stefania Giannini e Maria Elena Boschi, quest’ultima che diventa sottosegretario alla presidenza del consiglio. «Ci mettiamo subito al lavoro sui problemi del paese», è la priorità del neo-premier che, dopo il giuramento al Quirinale, il tradizionale passaggio della campanella con Matteo Renzi e il primo Cdm a Palazzo Chigi, ha chiesto e ottenuto la fiducia alle Camere il giorno successivo, 14 dicembre.

E’ il 4 dicembre, gli italiani sono chiamati al voto per il Referendum Costituzionale: Si o No al ‘Ddl Renzi-Boschi‘?

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Fidel Castro è morto, 25 novembre. Addio al padre de la ‘Rivolucion‘ cubana

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Addio al ‘leader maximo‘. Il fratello Raul annuncia a Cuba la sua scomparsa. «Hasta la victoria siempre». Il leader cubano, ex presidente, Fidel Castro è scomparso all’età di 90 anni. Il Governo dell’Avana alla guida del fratello Raul Castro  – ufficialmente dal 2008 – ha deciso di proclamere per il ‘leader maximo’ nove giorni di lutto nazionale, i funerali si sono svolti il 4 dicembre, mentre il suo corpo è stato cremato il 26 novembre, il giorno successivo la sua morte. Fidel è stato un eroe per la sinistra e allo stesso tempo un dittatore per i suoi detrattori, ha governato la piccola isola caribica per circa 60 anni. Protagonista insieme al suo amico Ernesto Guevara, il ‘Che‘ dello scacchiere politico internazionale: un tempo alleato con la Russia, acerrimo nemico degli Stati Uniti d’America.

Elezioni Usa 2016, 8 novembre. Gli americani hanno fatto la loro scelta: Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti d’America

Sconvolgendo i maggiori sondaggi e ribaltando un risultato che sembrava ai più scontato – a favore dell’ex Segretario di Stato, la sfidante democratica Hillary Clinton – Donald Trump lo scorso 8 novembre è stato eletto 45esimo presidente degli Stati Uniti. Succede all’uscente Barack Obama, sebbene l’ufficiale passaggio di consegne avverrà solo il 20 gennaio 2017. Sarà Trump il nuovo inquilino della Casa Bianca, lui, l’outsider tycoon alla guida della superpotenza. Hillary Clinton, che ha fatto la sua prima uscita ufficiale, visibilmente ‘provata’, post elezioni solo diversi giorni dopo ha però telefonato immediatamente al suo avversario per congratularsi con lui.

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Missione Exomars, 19 ottobre. La sonda Schiaparelli non ce l’ha fatta schiantandosi sul pianete rosso: fallisce in 23 secondi la missione su Marte

«È finito con uno schianto, il viaggio sul suolo di Marte del lander Schiaparelli della missione ExoMars. La conferma è arrivata dall’Agenzia spaziale europea (Esa) che cerca ora di capire cosa non ha funzionato e perché il 19 ottobre durante la fase di discesa verso il pianeta rosso. A 50 secondi circa dall’arrivo previsto, Schiaparelli è precipitato a una velocità superiore ai 300 km all’ora, forse per un’anomalia al software di bordo». La sonda Schiaparelli ha rilasciato il paracadute frenante troppo presto raggiungendo in una manciata di secondi e ad una velocità di 300 km all’ora il suolo del pianeta Marte, un impatto che ha distrutto completamente la sonda, l’intera fase di atterraggio è stata ripresa dalla Nasa.

La notte del 24 agosto una violenta scossa di terremoto – magnitudo 6.0 – devasta il centro Italia: circa 300 vittime e interi paesi rasi al suolo

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Sono trascorsi pochi secondi dall’inizio della prima scossa ma tanto è bastato alle comunità dei Comuni di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto che si sbriciolano mentre la terra ancora trema. Il bilancio è tragico con circa 300 morti e migliaia gli sfollati.

terremoto Amatrice

Il sisma purtroppo non si arresta: da quella notte tra il 24 e il 25 agosto scorso centinaia sono state le scosse registrate dai sismografi e avvertite dalle persone che ormai vive nelle tendopoli. Ancora la notte segna il terrore, è il 26 ottobre quando la terra in quelle comunità trema ancora forte, poi il 30 ottobre una nuova scossa si irradia nella vicina Regione Umbria: la monumentale chiesa di San Benedetto a Norcia crolla.

Le Olimpiadi di Rio 2016. Bolt nella storia infila il terzo oro ai 100 m – 15 agosto

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Le Olimpiadi di Rio di questo 2016 saranno ricordate come quelle di Usain Bolt, che ha stravinto i 100 me, 200 e la staffetta 4 x 100, così come è stato alle Olimpiadi di Londra 2012 e alle Olimpiadi di Pechino 2008. Usain Bolt entra, così, nella storia con il suo terzo oro di fila nei 100 m. L’Italia, soddisfatta ha chiuso le Olimpiadi 2016 con 8 medaglie d’oro, 12 d’argento e 8 di bronzo.

Omran, il bambino di Aleppo, simbolo delle atrocità della guerra  in Siria – 17 agosto

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E’ appena stato estratto vivo tra le macerie, il soccorritore lo preso tra le sue braccia e adagiato sul sediolino dell’ambulanza, accanto a lui un’altra bambina.  Questo bambino seduto in un’ambulanza si chiama Omran Daqneesh, ha solo cinque anni – e già ha visto e sentito sul proprio corpo gli orrori della guerra pur non sapendone i motivi. Omran è uno dei cinque bambini rimasti feriti mercoledì 17 agosto da un bombardamento aereo compiuto a Qaterji, un quartiere della città di Aleppo, città a nord della Siria. L’immagine del piccolo Omran è in realtà un fermo-immagine di un video girato dall’Aleppo Media Centre‘ (network di Aleppo vicino all’opposizione, scrive il Post), il suo volto sporco di sangue e polvere, tra lo stupore e lo choc, ha fatto il giro del mondo restando di fatto il simbolo, l’immagine simbolo, della guerra. Non si sa precisamente chi abbia compiuto l’attacco: potrebbero essere stati aerei dell’esercito siriano o gli aerei della Russia – questi ultimi alleati con Assad. Aleppo, una città contesa – scrive ‘il Post‘ –  tra diversi gruppi ribelli e l’esercito del presidente siriano Bashar al Assad. Aleppo, città cimitero dopo l’ennesimo teatro di guerra.

Morte di Giulio Regeni, il 28enne ucciso al Cairo, scomparso il 25 gennaio

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Giulio Regeni è scomparso nel pomeriggio del 25 gennaio scorso. Per sei giorni la notizia è stata occultata dalle autorità egiziane. Il 31 gennaio di fronte al ‘silenzio’ di queste ultime, che negavano addirittura di avere notizie del giovane ricercatore, la Farnesina ufficializza la notizia della scomparsa del 28enne al Cairo. Mentre i servizi segreti egiziani continuano a negare di possedere informazioni. La crisi diplomatica tra i due Paesi si taglia con il coltello. E’ il 3 febbraio quando l’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari viene informato del ritrovamento del cadavere di Giulio Regeni. Il referto medico descrive di un corpo martoriato con «numerosi tagli e bruciature».

Immagini con un’emotività intrinseca, lanciate dai media, amplificate dai social media. In una parola immagini che ‘bucano’ lo schermo e ci si conficcano nell’anima attraverso gli occhi. Foto il cui potere evocativo ha fatto sì che fossero assurte ad immagine simbolo, degne, per il ‘tutto’ che in esse racchiudono, di essere pubblicate perché in esse si rappresenta la storia, le storie. Per sempre.

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