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Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima

C’è una linea sottilissima che passa su un pezzetto preciso di terra che separa due baratri contigui, e che potrebbe vedere gli Stati Uniti piombare in un medesimo caos. Da un lato c’è il giro di vite sulla Questione Delle Armi, dall’altro l’immobilismo della questione del giro di vite sulla questione delle armi.
Lo zio Sam si muove come un equilibrista, attentissimo a fare qualcosa per far sì che non sia fatto nulla. Dal Gattopardo si usa dire “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. Questa e altre affinità ci legano, deve essere per questo che rimaniamo sempre a bocca aperta davanti a una partita di baseball, alle onde di Manhattan Beach o in volo sopra il Grand Canyon. E se un italiano riesce a rimanere senza parole, allora la cosa è davvero seria. Ognuno con le proprie priorità.
Da un lato ci sono una giuria cinquanta e cinquanta, fra bianchi e afroamericani, e una sentenza storica. Sull’altro piatto della bilancia, quasi contemporaneamente, altri due afroamericani uccisi dalla polizia. Che bella situazione!
Per fortuna le affinità si fermano molto prima.
Che c’entra la questione delle armi con questa storia? Nulla. O forse ne è proprio il punto di origine.



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