Nel mio piccolo, c’è stato un periodo in cui anche io Avrei sognato di andare a fare lo stagista all’Unione Europea. Da qualche parte, qualsiasi segreteria di qualsiasi ufficetto di un sottoscala a nord del confine franco-belga. Avrei sentito tutta questa storia della coesione e dell’Europa necessaria. Quale male minore. Certo. Almeno avrei potuto dire di essere andato a studiare all’estero senza dover fare il lavapiatti a 4 sterline all’ora.
Se all’epoca ci fossero stati i social network di adesso, al mio ritorno avrei anche messo un’immagine di profilo con un accattivante banner della bandiera europea. E una bella immagine di intestazione dell’Autoroute A6 Paris-Lyon, scattata in notturna con lunga esposizione, quella volta della gita in Borgogna.
L’entusiasmante idillio dura giusto il tempo di ripiombare nella realtà della periferia italiana (ma qualsiasi altro Stato farebbe al caso nostro). Lontano dal set degli spot pubblicitari. Finalmente a contatto con la realtà vivente dei circoli di quartiere.