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Averi potuto, avrei dovuto

La caducità dell’esperienza umana vi fa rimpiangere i bei movimenti passati in gioventù. Carezze soffocate sul nascere, baci azzardati, scelte discutibili, il calcetto a caso del sabato pomeriggio. Vi svegliate una bella mattina di venti Anni dopo realizzando che l’età compresa fra i 15 e i 25 anni almeno, non tornerà mai più. Non lo sapevate già? E vi fate pure convinti del fatto che non avete saputo apprezzarla. Nemmeno quella tra i 26 e i 30 rivedrete mai più. E neanche dai 31 ai 35 e così via. Il fatto, cari amici miei, è che la vita va così: quando hai vent’anni non hai l’esperienza adatta per godere tutto il sapore dolce e amaro di quel tempo. A 40 credi di averla, perché tanto ormai sei adulto, ma in realtà ti mancano gli occhi e il cuore dei vent’anni. Siamo un concentrato di “avrei potuto“, “avrei dovuto” e “non ho apprezzato“, visto con le lenti del supponente slancio di esperienza personalissima, del tutto stanchi di dover andare al lavoro tutte le mattine che Dio mette in terra. Che in verità, senza quei vent’anni vissuti come li avete effettivamente vissuti, forse oggi non avreste maturato i vostri pur sempre rispettabili punti di vista. Ma avreste rimpianto certamente e ugualmente qualcosa.
E’ così! Prima ve ne farete una ragione, prima farete pace col vostro io giovane che vi osserva in silenzio. Seduto in fondo stanza.



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