Nello Stormo che traccia
coreografie in cielo
s’è intrusa una beccaccia
che ha perso il proprio volo
straniera che s’immischia
frammista a chi l’osteggia
la traiettoria arrischia
lesta come una scheggia
quell’atto collettivo
l’assorbe e al tempo stesso
è un moto riflessivo
dal corpo disconnesso
finché dal fluido ballo
l’emargina lo stuolo
così finisce in stallo
crollando giù al suolo
ma solo quando è a terra
vede lo stormo andare
quella bellezza afferra
la sente mormorare.