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La Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso - mostra Florilegium


Non è importante la meta, ma il cammino.
-Paulo Coelho, Il cammino di Santiago-


Una piovosa domenica  di fine agosto, finalmente  rinfrescata dopo giorni e giorni di caldo torrido, non  ha fermato i nostri giri della serie "turiste a chilometro zero". Ci siamo recate in un luogo estremamente suggestivo e ricco di fascino, un incantevole testimonianza di storia medievale, un gioiellino di architettura e decorazione di quelli che non si possono non visitare: l'abbazia o meglio la Precettoria* di Sant'Antonio di Ranverso (Il nome Ranverso  deriva da “rivus inversus” = ruscello all’inverso, cioè a nord, all’ombra) che si trova a Buttigliera Alta, sul tratto della Via Francigena tra Rivoli e Avigliana (*v. post), all’imbocco della Val di Susa (Torino) e  che in questo periodo  ospita la mostra "Florilegium" di cui parleremo più avanti nel post. 

*
le Precettorie erano  complessi medioevali solitamente gestite da religiosi e composte da vari edifici: Chiesa, chiostro, alloggio dei monaci, foresteria,
magazzini, podere, ospedali e che spesso comprendeva un "giardino o Horto  dei semplici" per la coltivazione di erbe officinali e curative. 
I pellegrini, i mercanti e i viandanti della via Francigena potevano trovare qui dei luoghi per riposare,   rifocillarsi ed essere curati.
 
 
Sant'Antonio di Ranverso - vista panoramica - fonte
 
viale alberato che conduce alla precettoria
 
Dopo aver imboccato un viale costeggiato da  imponenti platani, si arriva davanti a  una struttura semplice, ma ai nostri occhi  molto bella e già da quel momento si viene colti da una certa emozione, che aumenta in un crescendo, fino a lasciare senza parole, mano a mano che la visita continua da quando, passando da una piccola porta, si entra  nel chiostro  e  sembra di fare un viaggio nel tempo e ritrovarsi all'improvviso nell'anno 1000.
 
 
capitelli e  mensole del portico dell'ingresso in pietra raffiguranti volti umani e animali - pare che questi siano stati scolpiti  a metà del '300 da un artista piemontese  di cui non si hanno altre notizie

 
Il chiostro, con soffitto a volte a crociera, archi e pilastri in mattoni e cotto  si apre su un giardino (Hortus Coclusus) delizioso e romantico con tanto di gradini in pietra, vialetti, rose, ortensie, prato e pozzo,  dove troneggia una maestoso albero di Sophora Japonica (il giardino purtroppo non era visitabile).
 
chiostro

giardino

Sia qui che successivamente nella chiesa si ha la sensazione di "non saper dove guardare", perchè è tutto da ammirare, ovunque sono presenti piccoli angoli, decorazioni, strutture, incavi, finestrelle,  arredi, pavimenti, porte e porticine che, guardando attraverso, sembrano a loro volta cornici di quadri  e facendo il giro più volte se ne possono scoprire altri che erano sfuggiti al primo sguardo. 
  
alcuni particolari della chiesa

 IL COMPLESSO CON GLI AMBIENTI  ESTERNI ALLA CHIESA
 
facciata ospedale
  Qui i  canonici di S. Antonio abate di Vienne
(i cavalieri del Tau)  curavano nel '400 le piaghe   e il forte bruciore  dei pellegrini e dei viandanti malati di ergotismo  con  il  grasso di maiale
 
Prima di entrare nella chiesa  ci si puo' soffermare all'esterno sul complesso nel suo insieme   dove   si trovano varie strutture create nel corso dei secoli, che a parte la chiesa, non sono in buone condizioni e  visitabili (ospedale, convento, cascine). Comunque passeggiando sul lastricato si puo' respirare ancora l' atmosfera dell'epoca e alzando lo sguardo si nota appesa una grossa bilancia con ganci, che molto probabilmente era utilizzata per sollevare carichi pesanti.

Alla destra, c'è   la facciata dell'ospedale  decorata  in cotto, con pinnacoli,  risalente al XV secolo al cui interno  gli Antoniani ospitavano e curavano i malati.  Davanti all'ingresso della chiesa situata in ampia zona verde si trova un masso erratico sormontato da un pilastro di pietra alto circa un metro e mezzo, culminante con il simbolo “Tau”, scolpito sulla superficie (secondo la tradizione medievale, questo pilastro rappresenta un simbolo della vittoria della fede cristiana contro le forze pagane). 
 
 
alcuni esterni della precettoria
 
masso erratico con il pilastro

simbolo TAU - sulla parte alta  del pilastro
ricorda una stampella e probabilmente indicava ai pellegrini la presenza di un luogo di cura

 
 NOTIZIE SULL'ARCHITETTURA E SULLA DECORAZIONE DELLA CHIESA
 
facciata della chiesa
 
La chiesa costruita nel 1188 d.C. in stile romanico con una sola navata,   nel tempo ha avuto numerosi ampliamenti e modifiche assumendo forme gotiche e tardo gotiche; nel tempo vengono aggiunte due navate laterali asimmetriche, e si modifica la facciata con ghimberghe (=frontone altissimo, appuntito, caratteristico dell'architettura gotica), pinnacoli in cotto, capitelli e mensole figurate  (cambiamenti voluti da Jean de Montchenu prelato e amministratore dell'abbazia).
 
 campanile

Nel XIV secolo venne aggiunto il campanile in stile gotico. La facciata presenta  una decorazione dipinta a motivi geometrici eseguita agli inizi del XVI secolo. 
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate  delineate da pilastri  che sostengono archi a sesto acuto e volte a crociera.
archi a sesto acuto e la splendida volta a crociera


All'interno sono presenti decorazioni che vanno dal XI   al XV secolo. L'opera maggiore di Giacomo Jaquerio, considerato un esponente importante del gotico in Piemonte,  risale al 1400  e rappresenta un affresco sul presbiterio  raffigurante la Madonna in Trono, sono attribuite a lui anche altri affreschi alla sinistra del presbiterio e sulla navata centrale e il ciclo della passione  affrescato nella sacrestia. 
 
particolari degli affreschi

Altri affreschi sono opera di un altro  importante esponente dell'arte pittorica della fine del 400:  Defendente Ferrari autore del polittico sull'altare (polittico= dal greco poli- "molti" + ptychē "piega",  è una pala d'altare costituita da singoli pannelli separati, racchiusi da una cornice al fine di dare all'opera una struttura architettonica). 
Il polittico fu commissionato dal municipio di Moncalieri  come grazia ricevuta da Sant'Antonio  per la fine dell'epidemia di peste nella cittadina nel 1530. 

polittico di Defendente Ferrari, ai lati del quadro si intravedono gli sportelli laterali dipinti successivamente da pittori minori, purtroppo non sappiamo se le ante laterali siano decorate anche sul retro 


polittico - parte centrale
Altre opere  quadri di Defendente Ferrari si possono  ammirara alla
Sacra di San MIchele e  a
Palazzo Madama di Torino (prossimo post)

Il coro, struttura in legno sopraelevata


particolari dei  pavimenti  in cotto, doghe di legno e pietra


Nel Medioevo si usavano gli stencil*? certamente sì, visti i decori sulle pareti della chiesa
(*stencil vedi il nostro tutorial)



NOTIZIE STORICHE
La Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso  è una abbazia fondata dall'Ordine Ospedaliero di Sant'Antonio di Vienne (Antoniani)  risalente  al XII secolo, nata per volere del conte Umberto III di Savoia che donò i terreni su cui sorge,   con l'intento di creare una struttura per i pellegrini che ospitasse una specie di ospedale (lazzaretto)  per i molti afflitti da malattie e in particolare dall’ergotismo (anche conosciuto come ignis sacer= fuoco sacro o come il fuoco di Sant'Antonio*) assai diffuso all'epoca specialmente  tra i poveri per motivi dovuti alla loro alimentazione - era infatti provocato  dall’ingestione della segale cornuta  contaminata da un fungo, nella quale si sviluppava un alcaloide che provocava l’infezione); era una malattia  spesso fatale che aveva effetti devastanti.
Umberto III di Savoia,  chiamò  a risiedere alla precettoria gli Antoniani, appartenenti ad un ordine ospedaliero fondato in Francia nel 1095 da un nobiluomo francese, il cui figlio era stato guarito da l'ergotismo. 
 
*  Contrariamente a quanto si crede, l'ergotismo (o fuoco di Sant'Antonio) non ha niente a che fare con l' Herpes Zoster che oggi viene comunemente chiamato  con lo stesso nome.  
Il "fuoco di sant'Antonio" associato al nome del Santo,  si riferisce  a una tipica  sintomatologia  dolorosa con molto bruciore e lesioni cutanee. 
Questa sintomatologia è comune  a due differenti malattie l'Ergotismo e l'Herpes Zoster: la prima causata dall'ingestione di un  fungo parassita  tossico, il "Claviceps purpurea" e la seconda  di origine virale dovuta alla riattivazione  del virus della varicella HZV (con lo stesso nome talvolta viene identificata anche l'Erispela che è una infezione batterica che presenta sintomi simili
A causa dell'ergotismo a partire dal 993 vi furono migliaia di morti e gravi invalidità in tutta Europa fino  al  1676  quando venne scoperta la causa alimentare che portò a una diminuzione dei malati, anche se la malattia continuò a provocare vittime nei secoli successivi e si hanno notizie di alcuni casi anche in anni recenti (micotossine).
Le misteriose epidemie colpivano periodicamente  la popolazione lasciando a se stesse migliaia di persone invalide o malate. Questo portò  ai  pellegrinaggi a piedi o a dorso di mulo  verso i luoghi dedicati alla loro cura, tra i quali l’ospedale-abbazia di Valloire casa madre della Precettoria di Ranverso, per ricevere le cure. Sotto la protezione del Santo, dopo un'attesa di  vari giorni, i superstiti potevano rifocillarsi ed essere medicati. All'epoca non si conoscevano le cause e si pensava che la malattia fosse il risultato dei peccati commessi;  le guarigioni erano spesso dovute alla diversa alimentazione, più sana, che questi pellegrini ricevevano (fonte).  

curiosita
1. nel 1692 vi furono in Massachusetts alcuni  processi alle streghe di Salem in seguito ad una serie di  sintomi da "possessione demoniaca" che varie ragazze del luogo  manifestavano;  il medico locale diagnosticò Che Queste Ragazze fossero vittime di stregoneria e in  base  a questo responso  furono accusate 144 persone tra cui alcuni uomini e una bambina piccola e  19 furono impiccate. Alcuni studiosi in seguito ritennero che queste ragazze molto probabilmente fossero affette da ergotismo convulsivo (l'ergotismo può presentarsi in due forme: convulsiva o gangrenosa a seconda della concentrazione e del tipo di alcaloidi ingeriti) e questo fu  dimostrato con una connessione tra i sintomi manifestati  e la vicinanza con i raccolti della segale  (fonte). 
Questa vicenda ispirò la trama de "La lettera scarlatta" (1850), romanzo di Nathaniel Hawthorne (nativo di Salem e discendente di uno dei giudici)  e numerose opere cinematografiche, teatrali, fumetti e videogiochi.
2. Il pittore Hieronymous Bosch  nel 1501 dipinse "La tentazione di Sant'Antonio",  che ritrae le allucinazioni dell'ergotismo, insieme a un uomo che contempla il piede che ha perso a causa della malattia

Hieronymous Bosch "La tentazione di Sant'Antonio

 
In seguito nella seconda metà del XIV secolo  con l'epidemia di peste, l'ospedale  svolse un ruolo  importante  per  la cura e l'assistenza  degli appestati, che venivano isolati e curati anche loro come i malati di ergotismo, con  un unguento a base di grasso di maiale (per questo motivo nella chiesa sono presenti  un affresco con la raffigurazione dei suini  e una statua di Sant'Antonio abate con ai piedi  un  piccolo maialino dorato). 
Nel 1775, il complesso passò all’Ordine Mauriziano*, cui ancora oggi appartiene.
* abbiamo pubblicato  sul blog un altro post su un  edificio appartenente all'Ordine Mauriziano: Palazzina di caccia di Stupinigi

statua di Sant'Antonio con ai piedi il piccolo suino


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