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Palazzo Barolo -Torino


«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo»,

Lev Tolstoj, Anna Karenina

Palazzo Barolo: un "gioiellino" inaspettato ... quasi casualmente, passando per via delle Orfane e via Corte d'Appello a  Torino, ci siamo imbattute in questo palazzo signorile con la possibilità di una visita guidata ..è stata una piacevole scoperta. Siamo rimaste meravigliate dalla bellezza del palazzo, dalle sue stanze affrescate, dagli specchi, dai soffitti... e conquistate dalla sua  storia  che ci è stata raccontata  da una guida. Se volete "perdervi" in un barocco voluttuoso e  sperimentare la sindrome di Stendhal visitate questo sontuoso palazzo,  è una bellezza d'altri tempi.


Storia del Palazzo Barolo

ingresso
 
Come racconta il pieghevole distribuito alla biglietteria, il palazzo fu costruito per i conti Provana di Druent, uno dei tanti rami dell'antichissima e nobile famiglia.
Ottavio Provana chiamò diversi artisti ad abbellire le sale del palazzo, in particolare commissionò il completamento del grande atrio di ingresso all'architetto Baroncelli che aveva partecipato, con Guarino Guarini, al completamento di Palazzo Carignano*v. qui
Alla fine del XVII° secolo, grazie al matrimonio tra Elena Matilde di Provana e Gerolamo Falletti, il palazzo passò ai Marchesi di Barolo che affidarono all'architetto Benedetto Alfieri (lontano parente del più famoso Vittorio) il rinnovamento degli ambienti del primo piano. Benedetto Alfieri chiuse l'androne e lo abbellì con stucchi.
scalone d'ingresso (a forbice) posto al centro dell'androne,
 soffitto

Elena Matilde fu quasi costretta al matrimonio in quanto le leggi del tempo non le avrebbero permesso di ereditare le ingenti proprietà familiari in quanto donna. Il matrimonio tra Elena Matilde e Gerolamo per 8 anni fu felice e allietato dalla nascita di tre figli ma si concluse in modo tragico con il suicidio della donna che si gettò dal primo piano del palazzo. Il padre di Elena Matilde aveva promesso una ricca dote al genero ma dopo qualche anno interruppe il pagamento a causa delle ingenti spese sostenute per la costruzione e l'abbellimento del palazzo e per i debiti di gioco. Il marchese Gerolamo prese i tre figli, ancora in tenera età, e si trasferì nel castello di Barolo.
 
 “Essendovi molta neve in terra si è gettata a basso da una finestra del primo piano del palazzo di Monsù Druent una figliola moglie del S.r marchese di Castagnole in camiggia non avendo vissuto più di un quarto d’hora, e questo a causa che Monsù di Druent non voleva che la medema andasse a cohabitare con il d.o S.r marchese di Castagnole.” Luigi Cibrario, Storia di Torino, 1846."
 
Annullando il matrimonio  il padre di Elena Matilde avrebbe avuto una valida scusa per non pagare la dote. La giovane donna, aveva solo 26 anni, non resse al disfacimento del suo matrimonio e il 24 febbraio del 1701, si uccise. La leggenda vuole che il fantasma della povera Elena Matilde, vestita con una camicia da notte bianca macchiata di sangue, si aggiri senza pace tra le stanze del palazzo. 


il ritratto della sposa sfortunata, la marchesa Elena Matilde; il quadro si trova nella sala della musica insieme ad altri ritratti di famiglia

bellissima sala della musica con 4 balconcini angolari dove 2-3 musicisti per postazione diffondevano note in quadrifonia

nella sala è presente un  pianoforte suonato
 spesso dal maestro Ezio Bosso
(Torino, 13 settembre 1971 – Bologna, 14 maggio 2020)

 si racconta che anche Mozart sia stato ricevuto dai Barolo 
nel gennaio 1771

Il maestro Bosso ha abitato  in uno degli abbaini  visibili dal museo

Gli ultimi proprietari del palazzo furono Tancredi e sua moglie Juliette Colbert de Maulévrier (parente del famoso ex ministro delle finanze di Luigi XIV°), per tutti semplicemente Giulia, si sposarono a Parigi nel 1806 ma 


camera da letto

orologio, regalo di nozze (celebrate a Parigi nel 1806) di Napoleone Bonaparte

particolare

Inginocchiatoio, regalato da Giulia di Barolo a Don Bosco e rimasto nel palazzo

stanza nella quale visse per 20 anni   Silvio Pellico, amico e bibliotecario dei conti, dopo essere stato scarcerato
*v.post museo del risorgimento di Torino

Silvio Pellico, talmente provato dalla durezza della prigionia nella fortezza dello Spielberg, accettò l'ospitalità dei Falletti

arredi e camicia da notte nella stanza di Silvio Pellico

I soffitti





arredi

suppellettili

due sculture originali, deliziosa la bambina con il nido di tortore

pavimenti in cotto o parquet

cotto

parquet

Porte
Le porte interne sono ampie, barocche, pompose e perfettamente conservate. Sono anch'esse elementi decorativi oltre che funzionali.
I possenti cardini  rendono stabile la porta aperta senza il pericolo di chiusure  causate delle correnti d'aria frequenti in questi saloni posti in sequenza.
Se la porta non è aperta completamente si chiude automaticamente sfruttando in principio della gravità.

Il salottino cinese

Era di gran moda in tutte le dimore signorili del 1700



soffitto

La sala riunioni della fondazione

ll salotto di Giulia di Barolo era frequentato dagli intellettuali e dalle personalità più in vista del momento ma gran parte delle sue energie furono rivolte alle opere di carità. 

Ella fondò diverse associazioni assistenziali ed accolse nel Palazzo il primo asilo infantile (al piano terra) e l’Istituto delle Figlie d’Operaie in alcune  sale  del piano nobile. Si occupò delle donne in carcere ottenendo un miglioramento delle loro condizioni igieniche, un vitto migliore e l'istruzione religiosa. Il marito la assecondò nelle opere di bene ed è ricordato per aver acquistato il terreno del cimitero Monumentale che donò alla città di Torino (vi sono sepolti numerosi personaggi del risorgimento italiano: Massimo D’Azeglio, Luigi Cibrario, Silvio Pellico, Edmondo de Amicis...)

Dopo la morte del marito, non avendo figli, la Marchesa dispose   nel proprio testamento la costituzione dell’Opera Pia Barolo, cui assegnava il compito di amministrare tutta la sua  eredità, compreso lo stesso palazzo, in favore delle associazioni da lei fondate.  



Curiosità: 
1. La Sindrome di Standhal è un'emozione incontrollata che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti che ammirano  opere d'arte di straordinaria bellezza.
2.Il Castello di Barolo nel 1970 è stato acquistato dal comune di Barolo che l'ha destinato a Museo del vino, v. WiMu


Eventi all'interno del Palazzo

dal 29 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023
BRICKART
l'ARTE DEI MATTONCINI
Mostra interattiva articolata su 5 aree tematiche:
  • le principesse delle favole
  • i supereroi
  • lo spazio
  • il western
  • i monumenti di Torino: Mole Antonelliana, Duomo, Gran Madre, Palazzo Madama, Superga e Porta Palatina. I numeri di mattoncini utilizzati sono enormi: al primo posto Superga con 55.000 pezzi, seconda la Mole con 35.000, terza la Gran Madre con 25.000.
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