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Parquet flottante: come posarlo, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi

Il parquet galleggiante, chiamato anche parquet flottante, è un tipo di posa particolare che consente a chi la sfrutta di sistemare questo rivestimento sul pavimento senza l’ausilio di chiodi o sistemi o di incollaggio, con tutti i conseguenti vantaggi che ne derivano. Ma sarà davvero tutto rose e fiori?

Questa guida nasce con l’intento d’illustrare nel dettaglio questa tecnica tanto discussa e chiacchierata, in grado di riscuotere un discreto successo soprattutto nell’ambito del fai da te, proprio per via della sua semplicità e immediatezza.

Dopo aver spiegato in che cosa consiste e come si applica, esamineremo tutti i suoi vantaggi, contrapponendoli però anche agli eventuali svantaggi, in modo tale da arrivare a una conclusione definitiva sulla questione. Se l’argomento stuzzica la vostra curiosità, dunque, v’invitiamo a proseguire con la sua lettura. 

– Parquet: definizione, tipologie e modalità di posa

Prima di entrare nel merito dell’argomento della nostra guida, ossia la posa del parquet flottante, riteniamo opportuno chiarire innanzitutto che cosa s’intende con l’espressione “parquet”, in quali tipologie esso si suddivide e quali scelte abbiamo nel momento in cui decidiamo di posarlo.

Cos’è il parquet?

Si definisce “parquet” un tipo di pavimentazione realizzata in legno massiccio, il cui spessore può variare da 10 a 22 millimetri; in alternativa, esso può essere composto anche dall’assemblaggio di singoli elementi in legno e, in questo caso, lo spessore di ciascuno pezzo dev’essere di minimo 2,5 millimetri.

Tra tutti i tipi di pavimento che è possibile realizzare, il parquet si colloca sicuramente fra quelli più richiesti: il merito è da attribuire al fatto che, essendo interamente costruito in legno, è in grado di donare alla casa una piacevole sensazione di calore, unitamente a quel lieve tocco rustico che si sposa perfettamente con qualsiasi stile.

In più, caratteristica non da poco, il legno è un materiale 100% riciclabile e naturale e, in quanto tale, perfettamente rispettoso dell’ambiente: un vantaggio che merita senz’altro di essere menzionato.

Oltre tutto questo, come avremo modo di scoprire in seguito, il parquet risulta anche particolarmente facile da posare, sia che si scelga una posa fissa, sia che si opti invece per un pavimento in legno flottante.

Tipologie di parquet: tradizionale, prefinito e laminato

Quando si parla di parquet si sta in realtà utilizzando un termine molto generico, in quanto ne esiste più di un tipo. Nello specifico, possiamo infatti distinguere tra: parquet tradizionale, parquet prefinito e laminato. Vediamo di scoprire insieme come sono fatte e quali sono le caratteristiche di ciascuna tipologia.

  • Parquet tradizionale: chiamato anche “in legno massello”, questo tipo di parquet è costituito da un unico blocco in legno nobile grezzo a sua volta montato su supporti di legno non nobile, ottenuto da vari tipi di alberi. I più comuni sono: la betulla, l’abete, il pioppo, il frassino e il pino. Mentre lo spessore del pavimento ammonta a circa 22 millimetri, la lunghezza di ogni singola lastra parte dai 22 centimetri in su: si tratta di misure importanti, atte a rendere questo tipo di parquet molto più durevole e robusto rispetto a tutti gli altri. Oltre a questo, un altro vantaggio è dato dall’autenticità del materiale, che conferisce al pavimento una maggiore sensazione di naturalezza, rendendolo di conseguenza più pregiato (e più costoso).
  • Parquet prefinito: questa seconda tipologia di pavimento si caratterizza per il fatto di essere composta da un primo strato di legno nobile, il cui spessore si aggira tra i 3 e i 4 millimetri, posto su di multistrato sottostante, a sua volta composto da più strati di legno non nobile. Lo spessore totale del multistrato ammonta, in questo caso, a un valore compreso tra i 7 e i 15 millimetri. Il principale vantaggio garantito da questo tipo di parquet, per quanto meno pregiato, è dato dalla resistenza ottenuta grazie al multistrato: ciò rende questa pavimentazione meno soggetta agli sbalzi termici e all’azione dell’umidità, oltre che molto più facile da posare e immediatamente calpestabile.
  • Laminato: l’ultima tipologia che prendiamo in esame, quella del laminato, si riferisce a quei pavimenti che imitano il parquet in tutto e per tutto, ma sono realizzati in materiali diversi dal legno e che si limitano pertanto a simularne gli effetti estetici. A differenza delle due precedenti tipologie, essendo realizzato in materiali artificiali, questo tipo di pavimentazione non invecchia, né muta nel tempo, oltre a presentarsi molto più resistente. La sua caratteristica fondamentale è quella di poter essere posata soltanto in maniera flottante: una questione che riprenderemo più avanti.

Queste che abbiamo elencato, dunque, rappresentano le tipologie più classiche e utilizzate di pavimento in parquet. La prossima questione sulla quale ci soffermeremo riguarda invece la posa, vale a dire come disporre questo tipo di rivestimento sul pavimento.

Ciò è possibile infatti farlo in due modi: tramite la posa incollata o mediante quella flottante, che è per l’appunto oggetto della nostra guida.

Nel prossimo paragrafo, dunque, ci concentreremo specificatamente su quest’ultima, spiegando in che cosa consiste, come si attua, quali vantaggi e svantaggi presenta e, ovviamente, cosa la distingue da quella incollata. Se siete curiosi di scoprirlo, dunque, v’invitiamo a proseguire con la lettura.

– Posa del parquet flottante: tutto quello che c’è da sapere

Dopo aver parlato in generale del parquet, spiegando in che cosa consiste questo tipo di pavimentazione e in quali tipologie si suddivide, abbiamo accennato alle due modalità di posa cui è soggetto: quella fissa e quella flottante, la seconda delle quali è per l’appunto oggetto della nostra guida.

In questo paragrafo, dunque, cercheremo di capire come si applica questo tipo di posa, perché conviene, gli eventuali svantaggi che presenta e, in generale, tutto ciò che occorre sapere per poterla mettere in atto.

Parquet flottante: che cos’è e per quali tipologie si utilizza

Il parquet flottante viene chiamato così proprio per via della sua posa particolare: esso infatti, anziché essere incollato o inchiodato al pavimento, viene semplicemente posato sopra, riuscendo quindi a essere sistemato e pronto all’uso in un tempo molto più breve e sfruttando per di più una tecnica per nulla invasiva, che rispetta la pavimentazione sottostante.

Per quanto riguarda le tipologie di parquet impiegate, quella tradizionale viene solitamente incollata, in quanto necessita per sua natura della maggiore stabilità possibile. Al contrario, si può trovare molto spesso sia il parquet prefinito flottante che il parquet flottante in laminato.

Entrambe queste due tipologie, infatti, sono infatti molto più resistenti nel lungo periodo e, in quanto tali, possono permettersi di essere posate mediante la tecnica galleggiante.

Come posare il parquet flottante

Per poter procedere con la posa del parquet flottante occorre innanzitutto proteggere il pavimento sottostante. Ciò è tanto più vero se esso è realizzato in un materiale particolarmente delicato: un caso tipico, per esempio, è quando ci ritroviamo a dover posare il parquet flottante sulle piastrelle.

Cosa fare in questa situazione? Molto semplicemente, occorre ricoprire l’intera pavimentazione con un foglio realizzato in materiale isolante, il cui scopo è quello di uniformare il contatto del parquet con il piano di posa, proteggendo quindi il piano sottostante e impedendo al contempo la propagazione dei rumori e il diffondersi dell’umidità.

Fatto questo, si potrà predisporre alla posa dei listelli sul pavimento: essi vengono combinati insieme e incastrati fra di loro tramite una combinazione molto classica denominata “combinazione maschio – femmina”.

Poiché lo spessore del parquet flottante è di fatto molto sottile, sarà nostra cura assicurarci che lo strato protettivo sottostante sia sufficientemente spesso da resistere ai carichi che vi passeranno sopra, incluso il nostro, dato che si presume che su quel pavimento dovremo poi camminarci.

Una volta terminata la posa del parquet, si procederà con la rifinitura del lavoro, eliminando il materiale in eccesso e assicurandosi che il pavimento appaia perfettamente omogeneo e levigato in tutti i suoi punti.

Terminata anche questa operazione, dovremo solo attendere ventiquattro ore, dopodiché il nostro nuovo, bellissimo parquet sarà già pronto a essere calpestato.

La forma dei listelli: in quanti modi ci possiamo sbizzarrire?

Nel paragrafo precedente abbiamo parlato della tecnica utilizzata nella posa dei listelli, vale a dire la “combinazione maschio – femmina”: essa si riferisce quindi alla maniera di legarli e assemblarli tra di loro, ma nulla ha a che vedere con la loro forma che, al contrario, è totalmente a nostra discrezione e creatività.

Il bello del parquet, infatti, è che permette di sbizzarrirci consentendoci di scegliere la forma che preferiamo per i suoi listelli, forma che possiamo scegliere dal ricco elenco che il mercato mette a nostra disposizione. Troviamo infatti:

  • listelli a listoni;
  • listelli a spina di pesce;
  • listelli a lastra;
  • listelli a scala;
  • listelli a intreccio;
  • listelli a felce;
  • listelli a testa in avanti;
  • listelli a baston rotto.

Per quanto questi nomi possano suonarci un po’ estranei e rivelarci poco o nulla circa l’aspetto di ciascuna categoria, recandoci in un buon negozio che li vende avremo modo di visionarle tutte e stabilire quale di esse sia quella in grado di fare maggiormente al caso nostro.

Parquet flottante: vantaggi e svantaggi rispetto al parquet fisso

Ora che sappiamo come funziona la posa del parquet flottante, per quali tipologie è utilizzata e ci siamo anche fatti un’idea della molteplicità di listelli che il mercato ci mette a disposizione, è tempo di concentrarci sui vantaggi e gli svantaggi derivanti dall’uso della tecnica galleggiante, sopratutto a paragone di quella classica che prevede l’utilizzo della colla o dei chiodi per fissare il parquet al pavimento.

Per quanto riguarda la differenza tra le due tecniche, essa è data dal fatto che, mentre con quella flottante il parquet è semplicemente appoggiato al pavimento, con quella fissa viene invece definitivamente incollato o inchiodato: a parte questo, tuttavia, il metodo di posa è esattamente lo stesso in entrambi i casi, vale a dire quello che abbiamo già descritto.

I motivi che portano alla scelta di stendere un parquet flottante piuttosto che uno fisso corrispondono a quelli che sono i suoi vantaggi, ossia:

  • il parquet galleggiante è semplice e immediato da montare, quindi perfetto per chi preferisce sbrigarsela da solo;
  • il parquet flottante può essere riutilizzato quasi nella tua totalità: ciò significa che, in caso di necessità, potrà essere smontato e rimontato da un’altra parte, cosa ovviamente impossibile per quello fisso;
  • il parquet galleggiante è perfetto per preservare un piano particolarmente delicato e incline a rovinarsi, in quanto non fa uso né della colla, né dei chiodi;
  • questo tipo di parquet non viene rovinato dall’umidità, per cui è l’ideale nel caso in cui esso debba essere messo all’interno di una stanza che risulti particolarmente esposta a questo tipo di fenomeno;
  • in virtù del basso spessore del parquet flottante, esso risulta la scelta ideale per i fondi irregolari: la sua posa prevede infatti un substrato di materiale isolante, che crea un piccolo materassino sul quale si sistema poi il parquet. In questo modo, lo strato intermedio isolerà inevitabilmente anche le irregolarità del pavimento.

Come si può notare, dunque, i vantaggi derivanti dalla posa del parquet galleggiante sono veramente molti ma, come ogni altra cosa, esso presenta anche degli inevitabili svantaggi che fanno sì che alcune persone prediligano il parquet fisso. Quest’ultimo, infatti:

  • è maggiormente solido e offre una migliore aderenza: sensazione che si prova molto chiaramente camminandoci sopra;
  • è l’ideale per chi ha le idee decise e vuole collocarlo in maniera definitiva;
  • è perfetto e altamente consigliato per tutti coloro che possiedono il riscaldamento a pavimento;
  • evita che vengano messi in mostra i giunti di dilatazione tra un ambiente e l’altro che, nel caso del parquet galleggiante, sono invece ben visibili.

Come si evince chiaramente da questo secondo elenco, a fronte dei suoi indubbi vantaggi, il parquet flottante presenta anche dei lati negativi.

Tutto dipende dal tipo di lavoro che vogliamo fare, dalla tipologia di parquet che intendiamo utilizzare e anche dalla pavimentazione sottostante: solo analizzando con attenzione questi dati, infatti, potremo stabilire una volta per tutte se il parquet galleggiante faccia realmente al caso nostro.

– Conclusione

Siamo giunti al termine di questa nostra guida dedicata al parquet galleggiante, del quale abbiamo esaminato nello specifico la tecnica di posa e gli indiscutibili vantaggi, mettendolo in in relazione al più tradizionale parquet fisso.

Accanto a essi, tuttavia, abbiamo riscontrato anche l’inevitabile presenza di qualche piccolo svantaggio o, per meglio dire, caratteristiche che, in molti casi, possono rendergli preferibile il parquet fissato mediante chiodi o colla.

Scegliere il parquet flottante, come abbiamo detto, è una decisione che dipende esclusivamente dalla nostra situazione specifica, nonché dall’utilizzo che intendiamo fare del nostro parquet.

Qualsiasi sia la nostra scelta finale, comunque, non esiste materiale che regali un senso di calore e d’intimità al pari del parquet, a prescindere che esso sia fisso o galleggiante.

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