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Erede universale: chi è, come viene nominato e cosa dice la legge in proposito

Quando si parla di erede universale per testamento si entra in uno dei discorsi più complessi della sfera giuridica: non tanto perché sia una questione di difficile comprensione, quanto piuttosto perché le idee in proposito sono spesso molto confuse e contraddittorie.

Data l’importanza dell’argomento, tuttavia, è bene invece avere ben chiaro in mente il significato esatto di “erede universale“, così come è altrettanto fondamentale sapere cosa stabilisce la legge a proposito di questa figura e, soprattutto, come si fa a essere nominati tali.

Questa guida, dunque, nasce proprio con lo scopo di fare maggiore chiarezza sulla questione, spiegandola nel dettaglio e nella maniera più semplice possibile. Se l’argomento risulta di vostro interesse, quindi, vi consigliamo caldamente di proseguire con la lettura. 

– Erede universale: chi è e come lo diventa

In questo paragrafo affronteremo il discorso strettamente legato al significato del termine “erede universale”: spiegheremo infatti chi è questa Persona, come e perché assume questo titolo e, soprattutto, lo distingueremo da un’altra figura giuridica con la quale viene spesso confuso, ossia il legatario.

Erede universale: inquadramento generale della figura

L’erede universale è la persona che viene designata a ereditare tutti i beni di un defunto. La somma di questi si definisce infatti “eredità” e può essere destinata a una o più persone, a seconda dei casi: ciò significa che gli eredi possono anche essere più di uno, il che porta, in situazioni come queste, a una spartizione dei beni, che vengono quindi suddivisi fra le varie persone designate a riceverli.

È il caso, per esempio, di un genitore di tre figli che lascia i suoi beni equamente divisi fra la sua prole: in una situazione come questa si parla dunque di tre eredi universali.

La ricezione dei beni si definisce successione e l’eredità che si riceve è il patrimonio del defunto, che si suddivide in attivo e passivo: il primo comprende tutti i beni positivi, per così dire, ossia i crediti, i beni e i diritti patrimoniali; il secondo, invece, comprende gli eventuali debiti contratti dalla persona defunta.

La nomina dell’erede universale (o degli eredi universali nel caso in cui siano più di uno) può avvenire secondo due differenti modalità:

  • modalità ex lege, quando cioè è la legge che stabilisce come il patrimonio debba essere suddiviso fra i vari eredi;
  • modalità testamentaria, quando invece è la persona stessa che, prima di morire, redige un testamento, designando lui stesso i propri eredi e come essi devono spartirsi il suo patrimonio.

A questo proposito, è giusto distinguere l’erede universale da un’altra importante figura, ossia quella del legatario: si tratta di una distinzione molto importante da fare, in quanto i due termini vengono spesso confusi.

Erede universale e legatario: che differenza c’è?

Nella sezione precedente abbiamo chiarito con precisione il significato di erede universale, indicandolo come la persona (o le persone, nel caso in cui siano più di una) che eredita l’intero patrimonio del defunto, o parte di esso.

Cosa s’intende, quindi, per legatario? Chi è quest’altra persona? Con questa espressione s’intende un individuo che, anziché ereditare il patrimonio, si limita ad acquisire solo alcuni diritti patrimoniali specifici (che possono tradursi, molto semplicemente, anche nel lascito di uno specifico bene materiale), che solitamente vengono illustrati mediante il testamento che il defunto ha redatto prima di morire.

Un esempio in grado di chiarire molto bene la situazione è quando nel testamento viene indicato un determinato erede universale che riceve l’intero patrimonio, ad eccezione però di uno specifico gioiello di famiglia, che viene invece lasciato a un’altra persona: questa persona viene per l’appunto definita “legatario“.

Come possiamo vedere, dunque, nonostante anche il legatario divenga di fatto oggetto della successione, non può assolutamente essere confuso con l’erede universale, in quanto di tratta di due soggetti giuridici ben distinti, che godono di diritti diversi.

Fatta questa importante e imprescindibile distinzione, possiamo quindi tornare a concentrarci sulle regole del codice civile per l’erede universale, cercando di capire un’altra questione fondamentale: in quali tipologie esso si divide e quale di queste è quella che la legge indica come la più idonea a divenire oggetto di successione.

Tipologie di eredi universali

Stabilire a chi debba spettare l’eredità testamentaria non è sempre facile, in quanto bisogna saper distinguere fra varie tipologie di eredi, riconoscendo quale tra esse corrisponde a quella corretta. Vediamole insieme.

  • Erede legittimo: come il suo nome stesso lascia facilmente supporre, si tratta della tipologia di eredi che vengono considerati tali dalla legge in mancanza di disposizioni differenti. Solitamente si tratta dei parenti prossimi della persona defunta, a partire da quelli più stretti, come i figli e il coniuge, per poi allargarsi via via a quelli più lontani. La Legge prevede infatti che il defunto suddivida il proprio patrimonio tra tutti i suoi eredi universali legittimi: in altre parole, egli non può stabilire di lasciare tutto al coniuge escludendo i figli, tanto per fare un esempio. Nel caso in cui invece una persona muoia senza avere alcun parente in vita e senza aver redatto un testamento, il suo intero patrimonio passa automaticamente nelle mani dello Stato.
  • Erede legittimario: si tratta di una persona che, pur non essendo stata esplicitamente nominata dal defunto, è tenuta per legge a ricevere comunque una quota del suo patrimonio.
  • Erede fiduciario: è la persona depositaria dell’eredità, con il compito di consegnarla successivamente all’erede legittimo.
  • Erede beneficiato: si definisce con questa espressione quell’erede universale che, una volta accettata l’eredità, fa in modo di non confonderla con la propria distinguendo le due cose. In questo caso si parla di “accettazione con beneficio d’inventario”.
  • Erede apparente: una persona che, pur comportandosi come il legittimo erede, di fatto non ha le qualifiche per poterlo essere.

Come possiamo vedere, dunque, nel momento in cui una persona stabilisce di lasciare la propria eredità, le si apre un vasto mondo di possibilità, nel quale spesso è assai difficile districarsi.

Chiarito questo, passiamo ora a vedere la questione dalla parte dell’erede che, una volta nominato tale, si trova dunque nella condizione di essere oggetto di successione a titolo universale, successione di cui deve però riuscire a entrare in possesso. Come avviene questo passaggio? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

– Erede universale per testamento olografo: chi può acquisire l’eredità e come deve fare

Quando una persona viene nominata erede tramite un testamento universale, che può essere olografo o pubblico, ella diviene l’intestataria ufficiale dei beni del defunto.

Il passaggio mediante il quale ne entra in possesso è tuttavia molto delicato e nient’affatto scontato, in quanto c’è di mezzo la questione relativa all’acquisizione dell’eredità, sulla quale ci soffermeremo tra poco. Prima, infatti, al fine di rendere il discorso chiaro e comprensibile, occorre definire che cosa s’intende con l’espressione “testamento olografo”.

Il testamento olografo: definizione e caratteristiche

Il testamento olografico altro non è che il lascito di una persona che, prima di morire, redige le proprie ultime volontà in un documento scritto di suo pugno, datato e firmato. Per poter essere considerato valido agli occhi della legge, esso deve possedere delle caratteristiche molto precise, vale a dire:

  • olografia: con questa parola s’intende dire che il testamento dev’essere redatto dalla mano del testatore, che lo deve letteralmente scrivere di suo pugno. Se il documento viene infatti scritto da qualcun altro sotto dettatura o tramite macchina da scrivere e computer non viene ritenuto valido.
  • Data: la data è un altro elemento imprescindibile che il testatore deve indicare. Essa serve per determinare il periodo in cui il documento è stato scritto, stabilendo così i dati a esso connessi, come per esempio se la persona fosse in condizioni d’intendere e di volere.
  • Sottoscrizione: molto semplicemente, il testamento dev’essere firmato dalla persona che l’ha scritto.

Una volta che il testatore ha completato il proprio testamento, può decidere di custodirlo in un posto sicuro o, in alternativa, affidarlo a una persona di fiducia: nel caso in cui essa sia un notaio, egli avrà anche l’onere di renderlo noto agli eredi del defunto.

Ricordiamo però che questa non è l’unica maniera di fare testamento. Una persona può infatti essere nominata erede universale per testamento pubblico, nel qual caso il testatore si reca da un notaio e, alla presenza di due testimoni, gli detta le sue ultime volontà.

Sia come sia, per poter essere considerati eredi universali ed acquisire l’eredità, occorre sapere cosa bisogna fare e quali passaggi seguire. Nella prossima sezione spieghiamo quali sono.

Come acquisire l’eredità: i tre modi in cui si diventa eredi universali

Per poter essere considerati eredi universali di un testamento olografo (ma anche pubblico), occorre per prima cosa acquisire l’eredità, tramite uno di questi tre modi:

  • per accettazione, vale a dire con una dichiarazione nella quale la persona afferma esplicitamente di voler diventare erede. Si tratta di una dichiarazione definitiva che, una volta redatta, non può più essere ritrattata;
  • per legge, ossia quando interviene la legge a imporre l’eredità a qualcuno, anche contro la sua volontà, al fine di tutelare eventuali creditori;
  • per accettazione tacita, che scatta nel momento in cui la persona chiamata all’eredità compie un atto incompatibile con la sua volontà di rinunciarvi, il che la porta a diventare erede come ovvia e diretta conseguenza.

Questi sono pertanto i tre modi tramite i quali una persona può venire proclamata erede universale. Esistono però due particolari categorie di persone che, per legge, non potranno mai essere proclamate tali e, pertanto, non potranno vantare alcun diritto sulla successione. Nella prossima sezione spieghiamo chi sono e perché sono escluse dal testamento.

Gli indegni e gli interposti: chi sono e perché non possono diventare eredi universali

La legge riconosce l’esistenza di due categorie di persone ben precise alle quali è negata a priori la possibilità di divenire eredi universali di un testamento: quella degli indegni e quella degli interposti. Vediamo chi sono.

  • Indegni: con questo termine esplicitamente dispregiativo si definiscono tutti coloro che hanno commesso atti di violenza (tra cui l’omicidio) nei confronti dell’ereditando o un suo congiunto; li hanno calunniati, denunciando il falso nei loro confronti; hanno forzato le volontà testamentarie o, infine, hanno nascosto o falsificato il testamento originale. Se una persona si rende responsabile di uno di questi misfatti, comprovati a livello giuridico, allora viene automaticamente esclusa dalla successione.
  • Interposti: gli interposti rappresentano quella categoria di persone che, per dovere professionale, si trovano nella condizione di poter influenzare le volontà di chi redige il testamento. Appartengono a questo gruppo: i notai, i tutori (tranne nel caso in cui siano congiunti del defunto) e l’eventuale persona che redige il testamento per mano di un’altra (salvo diverse indicazioni scritte da parte del testatore).

Se una persona appartiene pertanto a una di queste due categorie, è per legge esclusa dalla successione e, pertanto, non può in alcun modo diventare erede universale.

– Conclusione

Siamo giunti al termine di questa guida dedicata a presentare la figura dell’erede universale. Come abbiamo avuto modo di scoprire, si tratta di una questione piuttosto complessa, regolata da precise normative del codice civile.

Quello che abbiamo cercato di fare è trattare l’argomento nelle sue linee generali, nella maniera più semplice e chiara possibile.

Se però ci si ritrova davvero ad avere a che fare con questioni legate all’eredità e alla successione, il consiglio è quello di rivolgersi a un bravo professionista: un notaio o comunque una persona professionalmente competente e preparata sull’argomento, che possa darci risposte precise e sicure in merito a ciò che ci affligge.

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