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IO NON SCORDO !!!


Il 13 marzo 1975, verso le ore 13, Sergio Ramelli, mentre stava rientrando a casa, veniva aggredito da alcuni giovani armati di chiavi inglesi: il ragazzo, dopo aver tentato disperatamente di difendersi proteggendosi il capo con le mani ed urlando, veniva colpito più volte e lasciato a terra esanime. Alcuni passanti lo soccorrevano e veniva ricoverato al reparto Beretta del Policlinico per trauma cranico ferita lacero-contusa del cuoio capelluto con fuoriuscita di sostanza cerebrale e stato comatoso. Nelle settimane successive alternava a lunghi periodi di incoscienza brevi tratti di lucidità e decedeva il 29 aprile 1975.

Il ragazzo è stato sottoposto al Policlinico ad un intervento chirurgico durato cinque ore, nel corso del quale i medici gli hanno ricostruito una parte della calotta cranica e della membrana cervicale. Al termine Sergio Ramelli è stato trasportato nel reparto rianimazione con prognosi riservatissima. Sergio Ramelli era un ragazzo di 19 anni, con buoni voti a scuola, che giocava in una squadra di calcio all'interno del quartiere dove abitava. Non si era mai reso colpevole di alcuna colpa: non aveva picchiato nessuno, non aveva fatto "sgarbi" ai suoi attentatori o ad altri ragazzi di idee politiche diverse dalle sue. La sua unica colpa era quella di essere iscritto al Fronte della Gioventù. I suoi attentatori non lo conoscevano neppure: per colpirlo, avevano avuto bisogno di vedere una foto consegnata loro da un compagno di scuola di Sergio. Agirono esclusivamente accecati dall'odio, imbevuti di direttive e di ideologia. Solo nel 1985, gli assassini furono individuati e processati.
Sei mesi esatti dopo la morte di Sergio Ramelli, quando sembrava già di aver toccato il fondo di ogni aberrazione nella violenza politica, arriva da Roma un'altra notizia shock.

E' il pomeriggio del 29 ottobre 1975 quando un gruppetto di ragazzi si accinge ad aprire, come tutti i pomeriggi, la sezione Prenestino del MSI in via Erasmo da Gattamelata. Stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando arriva un'auto, un finestrino si abbassa, ne esce la canna segata di un fucile che esplode pochi, rapidi colpi, centrando in pieno il gruppo di ragazzi. La micidiale scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri, studente-lavoratore di 16 anni e ferisce Mario Lucchetti... 15 anni.

Così, sulla scena "politica" fa la sua comparsa per la prima volta il fucile a canne mozze di chiaro ascendente mafioso e la vile strategia omicida che ricorda i gangster americani degli anni 30. Ma l'azione (lo si scoprirà quindici anni dopo a seguito delle confessioni dei brigatisti Seghetti e Morucci) era stata studiata a tavolino "per incutere timore ai militanti di destra i quali, nonostante le ripetute aggressioni subìte, non davano segni di cedimento".

ZECCHE ROSSE I CAMERATI NON SCORDANO MAI.......


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