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Scaldiamo i motori

Eccezionalmente pubblico qui il testo della newsletter che ho inviato agli iscritti a Da Costa a Costa. Se vuoi ricevere le prossime newsletter, gratis, clicca qui.

–430 giorni alle elezioni presidenziali statunitensi
–156 giorni ai caucus dell’Iowa

Quando Da Costa a Costa arrivava ogni sabato cascasse il mondo – cioè dal 2015 al 2017 – mi divertiva molto notare l’andamento settimanale delle email “out of office”, quelle che ricevo quando qualcuno di voi va in vacanza e decide di impostare un messaggio di risposta automatica che parte dall’indirizzo con cui si è iscritto a questa newsletter. Il fenomeno è aggravato da una ragione splendida: siete in tanti, sempre di più. Alla fine della seconda stagione eravate circa dodicimila. È passato un anno e mezzo in cui siamo sentiti solo saltuariamente, e intanto siete diventati quasi quindicimila. E ogni newsletter viene aperta da circa il 60-65 per cento di voi, a volte anche di più: un tasso altissimo per le newsletter come questa. Durante l’autunno e l’inverno, le email “out of office” che ricevo per non più di qualche manciata; nei periodi delle feste comandate, qualcuna in più; tra luglio e agosto, invece, SBRAAAM.


Ciao, bentornati se siete tornati dalle vacanze, buone vacanze se siete ancora in vacanza. Per i tantissimi nuovi iscritti: benarrivati. Questa newsletter serve a fare un piccolo punto della situazione su Da Costa a Costa, un progetto giornalistico che ho iniziato nel 2015 per raccontare la politica e la società statunitense. Dopo la fine della seconda stagione, quella del 2017, ci siamo sentiti sporadicamente, ma tra poco ripartiamo e con molte cose diverse.

Uno. Da Costa a Costa ritorna a gennaio del 2020. Ogni sabato riceverete gratuitamente una newsletter come questa, che vi aggiornerà sull’andamento della campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Tornerà anche il podcast, con una nuova puntata ogni quindici giorni. La newsletter – che al contrario del 2017 arriverà ogni settimana e non ogni due – servirà proprio a dare e a cercare di capire gli aggiornamenti sull’attualità; il podcast invece racconterà grandi storie americane del presente e del passato, per approfondire temi che possono aiutarci a mettere i fatti nel loro contesto e non limitarci ad andare appreso alla campagna elettorale, ai dibattiti, ai sondaggi, eccetera. Anche il podcast sarà ascoltabile gratuitamente, attraverso iTunes, Spotify, Spreaker, Google Play e tutte le altre piattaforme. Tornerò negli Stati Uniti a indagare le cose da vicino, come ho fatto nel 2016 e nel 2017, e vi racconterò tutto: nei miei piani, vorrei andare a febbraio in Iowa e in New Hampshire, dove si terranno le prime elezioni primarie del Partito Democratico ma dove Trump va ancora forte; a luglio a Milwaukee, alla convention del Partito Democratico; ad agosto a Charlotte, alla convention del Partito Repubblicano.

Le mie dirette quotidiane in streaming dalle convention statunitensi del 2016. Che nostalgia.


Se tutto quello che farò per voi sarà gratuito, come intendo coprire tutte le spese di questo progetto, viaggi compresi? Vorrei riproporre la formula che ha funzionato così bene negli anni scorsi, qui trovate un resoconto. Chi di voi c’era già sa che in questi anni ho curato Da Costa a Costa come un progetto personale, quindi solo ed esclusivamente nel tempo libero, dedicandogli albe, notti, weekend e ferie, e l’ho fatto essenzialmente per passione. Per gli Stati Uniti, per il giornalismo, per le relazioni costruite con voi che rispondete a queste email e con cui ho conversato in questi anni, che mi salutate negli incontri pubblici a cui mi capita di partecipare, che mi scrivete un commento o mi segnalate qualcosa sui social network. Non solo: Da Costa a Costa è stato per me anche un modo di sperimentare nuovi formati per la diffusione di contenuti giornalistici – le newsletter e i podcast molto prima che fossero onnipresenti come oggi, per esempio – e nuove strade per finanziare il giornalismo online.

L’andamento mensile delle vostre donazioni nel 2017. Il resoconto completo è qui.


Una delle cose di cui vado più fiero è il modello di business di Da Costa a Costa, se così possiamo chiamarlo: i contenuti sono tutti gratuiti e per tutti, mentre le spese sono sostenute nella loro grandissima parte dai lettori che vogliono contribuire con una donazione, quanto e quando vogliono, senza ottenere nulla in cambio se non sapere che con le loro donazioni stanno rendendo possibile l’esistenza di questo posto, di questo racconto e di questa comunità. I soldi che ricevo li impiego per finanziare i costi di questo lavoro, gli abbonamenti ai giornali e al servizio che uso per inviare questa newsletter, la produzione del podcast, le attrezzature e soprattutto i viaggi negli Stati Uniti. Se serve ancora qualcosa, ce lo metto di tasca mia; se rimane qualcosa, serve a pagare il mio lavoro. Nel 2020 progetto di fare lo stesso, scommettendo ancora sulla vostra complicità e generosità. Credo che il modello di business più sano per un prodotto giornalistico si basi innanzitutto sulla decisione dei lettori di sborsare qualcosa, anche una cifra piccolissima: è un modello che genera un circolo virtuoso responsabilizzando chi scrive, perché sa che sarà la qualità del suo lavoro a determinare la sostenibilità economica del progetto. 

Ma c’è dell’altro. Dal 2015 al 2017 avete visto della pubblicità su Da Costa a Costa, da parte di aziende interessate a rivolgersi in modo non invadente a lettori che immodestamente considero piuttosto speciali: informati, attenti, colti, vivaci e curiosi del mondo. Le aziende che lo hanno fatto in passato ne sono molto contente e ancora lo raccontano in giro.

«Abbiamo ragionato e lavorato duramente, analizzando la nicchia di mercato su cui volevamo concentrarci. Fondamentali sono stati l’ufficio stampa, gli omaggi azzeccati alle testate giornalistiche e la sponsorizzazione al podcast di Francesco Costa. Infatti, il giornalista de “Il Post” si occupava in quel periodo delle elezioni che hanno portato alla vittoria di Donald Trump: il suo era un pubblico appassionato di cultura americana, target ideale per Basicomo. Il nostro ritorno d’immagine fu tale che, da Natale 2017, il quantitativo di ordini e di lavoro entrò in conflitto con l’esercizio delle nostre professioni»

Se pensi di conoscere un’azienda che può essere interessata a sponsorizzare tutta o un pezzo della prossima stagione di Da Costa a Costa, scrivimi e parliamone meglio. L’email è [email protected]. Gli altri, se vogliono, preparino qualche soldino.

Due. In vista del ritorno a pieno regime, a novembre e dicembre uscirà un podcast che sarà uno spinoff di Da Costa a Costa: sette puntate su sette importanti personaggi statunitensi del presente, da Sean Hannity a LeBron James, da Beyoncé ad Alexandria Ocasio-Cortez, per raccontare le loro storie e soprattutto quanto le loro storie possono insegnarci della società statunitense. Ogni puntata avrà ospiti competenti e interessanti. Questa miniserie sarà disponibile solo su Storytel, la piattaforma di audiolibri e serie originali con cui sono felice di collaborare e su cui trovate già la stagione speciale di Da Costa a Costa uscita nel 2018. Iscrivendovi a Storytel attraverso questo link potete avere trenta giorni di prova gratuita invece dei canonici quattordici.

Tre. Alla fine ho trovato l’idea giusta, al momento giusto, con le persone giuste: sto scrivendo il libro che vi avevo promesso molto tempo fa. Uscirà a gennaio per Mondadori e racconterà, in estrema sintesi, cosa è successo all’America. Non sarà un libro sulle elezioni, bensì un libro per chi vuole capire cosa sono oggi gli Stati Uniti, e per chi ha più domande che risposte. Mai come in questi anni, infatti, gli Stati Uniti stanno cambiando e si stanno allontanando dagli stereotipi del passato; allo stesso tempo, però, mi sembra che molti li stiano infilando precipitosamente in certi stereotipi del presente, anche e non solo perché Donald Trump si è messo a un centimetro dall’obiettivo. Il libro proverà a sciogliere questa matassa e guardare più lontano. Più avanti vi darò i dettagli, come la data esatta di uscita.

È tutto, per ora. Se volete, mi trovate in giro sui social network: su Instagram, su Facebook e su Twitter: durante il 2020 farò molte cose anche lì. Dai che si ricomincia: non sapete quanto ne sono felice. Vado a smaltire lo SBRAAAM. Ciao!



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