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Il PdL esiste ancora?

Ho atteso parecchio tempo prima di decidere di pubblicare questo post. Dopo l'archiviazione Delle primarie, l'autocandidatura di Berlusconi alla presidenza del Consiglio per la sesta volta dal 1994 ad oggi, i tentennamenti sulle alleanze, il silenzio sui programmi per la legislatura 2013-18 e l'offerta della guida del fronte moderato a Monti, appare lecito chiedersi cosa rimarrà dell'area politica di cui faccio parte e di cui il PdL doveva rappresentare il progetto partitico per i prossimi decenni. In queste ultime settimane, poi, il partito ha iniziato a dare segni di cedimento strutturale: alcuni parlamentari, contrariamente alle direttive giunte dall'alto, non hanno condiviso la scelta di togliere la fiducia al governo tecnico, altre anime hanno giustamente contestato l'annullamento delle primarie e qualcuno, sta meditando di provocare il cosiddetto spacchettamento. Non è ancora chiaro, a prescindere dalla bontà dell'idea, se ciò avverrà con o senza il benestare di Berlusconi. Di certo, l'appoggio fornito a Monti nel corso dell'ultimo anno ha segnato profondamente l'area politica di centro-destra, che difficilmente potrà essere ancora come nel 2008, quando ottenne il 38% dei consensi e giunse al governo alleandosi con la Lega Nord. Nonostante fossi personalmente dell'idea che il ruolo politico di Berlusconi si fosse concluso nel 2006, l'ex inquilino di Palazzo Chigi riuscì a rafforzare l'intera area politica, senza che tuttavia si creassero delle basi per rendere duraturo e partecipativo il progetto del PdL. La sesta candidatura di Berlusconi, infatti, ha reso evidente la debolezza del partito, che si è dimostrato incapace di sopravvivergli autonomamente e, soprattutto, di contestare l'annullamento delle primarie imponendo il rispetto delle aspettative della base militante. Di fronte al veto leghista sul Cavaliere, alla preannunciata fondazione di vari soggetti politici di centro e di destra per effetto di scissioni interne ed alla possibile scelta di Monti di essere il principale avversario di Bersani alle prossime elezioni politiche, mi domando se si possa ancora ritenere che il PdL esista davvero, se non sotto un profilo meramente giuridico. Al momento, è difficile trarre delle conclusioni. Gli ultimi giorni, infatti, hanno dimostrato quanto la politica italiana stia diventando liquida, a fronte dell'oggettiva graniticità della cosiddetta Prima Repubblica. E' da troppo tempo che, secondo i politologi ed i mass media,  la politica italiana sta attraversando una fase di transizione. Nel frattempo, infatti, a molti sono venuti i capelli bianchi ed altri da bambini in fasce sono diventati elettori. A mio avviso, le prossime elezioni definiranno un panorama parlamentare nuovo, che vedrà l'ingresso nei palazzi del potere da parte di nuove formazioni. Mi auguro che, nonostante la confusione del momento, non vada disperso il bagaglio culturale e di esperienza del centro-destra e che, in vista delle elezioni, non si giunga all'appuntamento in condizioni inadeguate.


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