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La Liberazione del XXI secolo

In questo 25 aprile particolare, che a causa dell'emergenza sanitaria non è stato caratterizzato da celebrazioni e commemorazioni, senza voler entrare in polemica con i vari detrattori, reputo opportuno esternare una riflessione su uno dei sensi attuali della ricorrenza. Nel Xxi Secolo, a distanza di decenni dai fatti che si devono comunque continuare a commemorare per giustizia storica e per evitare un pericoloso appannamento dei ricordi, è bene considerare che il 25 aprile non possa assumere il significato di un punto di arrivo nel percorso di crescita popolare. In realtà, si tratta del momento in cui l'Italia gettò le basi di una società democratica, che trovò poi maggiore concretezza nel referendum istituzionale del 1946 e nelle contestuali elezioni per l'Assemblea Costituente, alle quali parteciparono per la prima volta anche le donne. La Costituzione entrata in vigore il 1 gennaio 1948, poi, rappresenta certamente il frutto principale di quel periodo storico fondamentale per i decenni successivi. Ad oltre settant'anni di distanza, però, non si può credere che sia terminato il percorso di Liberazione del popolo italiano, da intendersi come prospettiva di crescita ed evoluzione sociale. Anche grazie alle garanzie ed agli strumenti previsti dalla Costituzione, si deve proseguire in quell'opera di progresso politico, sociale, economico e culturale che può condurre a dare, alla Liberazione, un significato in funzione dei problemi attuali. Nonostante le evidenti conquiste del passato, infatti, un popolo non può definirsi veramente libero se non gode di quei presupposti che anche alcuni grandi esponenti della nostra storia politica reputavano essenziali. Sandro Pertini affermava, infatti, che non può esserci libertà senza giustizia sociale e che non può esserci giustizia sociale senza libertà. Tale frase racchiude il senso che la Liberazione assume verso la realtà del XXI secolo. E' innegabile, infatti, che la società italiana sia tuttora carica di squilibri che minano quella serenità che dovrebbe caratterizzare la vita di ciascuno, senza la quale viene a mancare un effettivo senso di libertà. Il riferimento è alla libertà di autodeterminarsi e di compiere le più opportune scelte di vita, sia in senso sociale che economico. Una società giusta e libera, infatti, deve garantire pari opportunità per tutti, in modo che capacità e predisposizioni non vengano sopiti. Tali presupposti, peraltro, sono analoghi all'idea di società socialista elaborata da Riccardo Lombardi. Il compito di consentire l'affermazione di tale realtà appartiene allo Stato e, di conseguenza, alla politica. Perciò, oltre al fine commemorativo, il 25 aprile deve assumere una funzione propulsiva per definire quale direzione debba assumere la società e, soprattutto, quali anomalie si debbano eliminare perché libertà e giustizia possano trionfare.    


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