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PROTESTE DOPO L'URAGANO

 

1 Ottobre 2022

"(LaPresse) Venerdì sera i cubani hanno protestato per le strade de L’Avana per la mancanza di elettricità dopo che l’uragano Ian ha provocato dei maxi blackout. In alcune città alla periferia della capitale, come Barreras e La Gallega, i residenti hanno bloccato le strade e bruciato pneumatici e rifiuti. Il Paese, che conta 11 milioni di abitanti, è piombato nell’oscurità martedì sera, poche ore dopo che l’uragano Ian si è abbattuto sulla parte occidentale di Cuba e ha innescato problemi al sistema elettrico che alla fine si sono riversati su tutta l’isola. L’elettricità è stata ripristinata in alcune parti del Paese il giorno successivo, ma altre aree sono rimaste senza servizio, anche nella capitale."

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Il pezzo che ho pubblicato descrive la attuale situazione sull'isola Dopo il passaggio dell'ennesimo uragano.
Uragani, cicloni, alluvioni ci sono sempre stati, con danni ingenti
e apagones lunghi e dolorosi ma la gente “aguantava” consapevoleche tutto il possibile sarebbe stato fatto per un pronto ritorno alla normalita'.
Il problema e' che la normalita' attuale e' ben lontana dalla
normalita' veramente...normale.

La gente non scende in strada per la luce che manca dopo la sciagura, ma per il fatto che mancava gia' da prima.
A questo ci aggiungiamo il lievitare dei prezzi il deprezzamento della divisa locale, la penuria di generi nei negozi ed il quadro e' completo.
Quindi siamo di fronte all'ennesima goccia che fa traboccare l'ennesimo vaso, giusto per usare una metafora.
Tenete anche conto che la capitale e' stata, per ora, quasi risparmiata da los apagones che affliggono buona parte del paese, Las Tunas e la zona orientale non sono state toccate quasi dall'uragano, eppure la corrente continua ad esserci ad ore alterne.
A Tunas 5 ora di corrente e 5 ore senza, nel campo ancora peggio.

Ian ha aggravato una situazione gia' complessa, se la corrente va via per un cataclisma naturale allora e' normale che ci possa esserequalche problema, ma se gia mancava allora si aggiunge soltanto problema a problema.
Rispetto al passato la gente ha meno paura di manifestare il proprio dissenso, se deve tirarsi por la calle, si tira senza farsi troppi problemi.
Fidel non c'e' piu'.

Daltronde cosa faremo noi se ogni giorno, nelle nostre case, mancasse la corrente per ore ed ore?
Fino ad oggi, a parte quel giorno di luglio, l'ordine pubblico e' stato mantenuto con una certa facilita' ma, come diceva il Principe De Curtis “ogni limite ha una pazienza”.
Quella dei cubani pare sia giunta vicina al termine.

Credo che il governo e gli organi competenti stiano facendo tutto il possibile, ma non e' detto che questo basti per risolvere i problemi.
Quindi possiamo solo sperare che le cose si risolvino in qualche modo, che los apagones finiscano o si riducano al minimo e che le cose tornino ad una sorta di normalita'.
Anche se “Cuba” e “normalita'” nella stessa frase sono una
contraddizione nei termini.



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