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IL "MITO" DI MIAMI



Di Igor Righetti
Come si nomina la Florida vengono subito in mente Miami e Miami Beach: quest’ultima è un’isola che ha saputo trasformarsi da “sala d’attesa di Dio” (come veniva chiamata tanti anni fa a causa del grande numero di anziani che ci vivevano) a città ricca di mondanità, locali di tendenza, ristoranti di alto livello, arte e cultura. Anzi, culture visto che oltre la metà della popolazione dell’area urbana di Miami è formata da ispanici. La forte migrazione cubana seguita da quella venezuelana ha portato lo spirito latino-americano e la lingua spagnola a essere quella più parlata in un’area così multietnica. Non mancano gli europei residenti, soprattutto francesi, ma anche tanti italiani. Pure la presenza dei russi è in forte aumento. Con tutte queste contaminazioni etniche sembra di vivere in più città contemporaneamente. Miami Beach è unita a Miami attraverso alcune strade sopraelevate. Ha tre quartieri principali: South Beach, Mid-Beach e North Beach. South Beach è il più amato dai turisti con centinaia di edifici Art déco (la maggior parte di quelli di Miami fu costruita negli Anni Trenta e Quaranta), la celebre Ocean Drive e alcune delle spiagge da cartolina più famose.
La celebre Ocean Drive, per esempio, è un susseguirsi di boutique hotel in stile Art déco mantenuto anche al loro interno. Un viale che si affaccia sull’Oceano Atlantico divenuto famoso grazie al cinema (vi sono state girate anche alcune scene del film Scarface) e alle serie televisive con file di palme, centinaia di ristoranti, hotel e caffetterie, bagnanti che prendono il sole sulla spiaggia bianca, ragazze in bikini, ragazzi a torso nudo con bicipiti scolpiti e tartarughe addominali intenti a mostrarsi mentre fanno jogging, corrono in bicicletta o sullo skateboard. Sia di giorno sia di notte è densamente animata dall’umanità più varia. Qui si trova anche l’elegante e leggendaria Villa Casuarina dove, sui gradini dell’ingresso, fu ucciso lo stilista Gianni Versace, all’epoca proprietario del palazzo.
Oggi è diventato un luxury hotel con ristorante italiano annesso: “Gianni’s”. In questo luogo lo stilista creò alcune delle sue collezioni più originali e vi ospitò alcuni dei suoi amici celebri come Madonna e Elton John.  Mette una certa tristezza leggere nel menu del ristorante “L’insalata Gianni” con pomodori e cetrioli.
All’interno della città ci si può spostare gratuitamente con il Trolley,  un servizio tram su gomma che collega diverse zone della città.

Perpendicolare a Ocean Drive e a Collins Avenue, tra la 14th e la 16th, c’è Española Way, una piccola via storica pedonale che ha celebrato la sua riapertura dopo il completamento del progetto di restauro di 2,5 milioni di dollari della City of Miami Beach per recuperare questo luogo pittoresco.  È un caratteristico villaggio spagnolo ispirato allo stile rinascimentale mediterraneo ricco di ristoranti (italiani, messicani, spagnoli, cubani e francesi) e qualche hotel.  Interessanti  visite guidate per conoscere la storia e gli aneddoti della via vengono organizzate da Paula Gomez 

Da Miami Beach vale la pena spostarsi a Miami.
Downtown, il centro finanziario, è dominato da alti grattacieli alcuni dei quali molto originali e spettacolari. Il modo migliore e più economico per visitare il quartiere è il Metromover, una monorotaia sopraelevata gratuita dalla quale si possono ammirare vedute suggestive della città e vivere le emozioni suscitate dall’altezza.

A Nord di Downtown c’è il quartiere più trendy e colorato di Miami: il Wynwood art district, ex area industriale oggi trasformata in un museo a cielo aperto con tante gallerie d’arte e locali di tendenza. Un esempio eccellente di come sia possibile riqualificare aree degradate.
A ovest di Downtown si trova, invece, Little Havana o, come lo chiamano gli ispanici, la Pequeña Habana, il quartiere cubano, oggi popolato da persone provenienti da tutta l’America Latina, soprattutto dal Salvador e dal Nicaragua. Il  cuore pulsante del quartiere è Calle Ocho tra la 13th e la 17th avenue. Qui non mancano i ristoranti di cucina cubana così come i negozi che vendono e realizzano sigari lavorati a mano a prezzi contenuti. Da vedere la Walkway of the stars (si ispira alla Walk of fame di Hollywood), un piccolo tratto di strada che celebra alcuni importanti personaggi latino-americani come Cecilia Cruz e Gloria Estefan; il Máximo Gómez park, meglio conosciuto come Domino park, dove gli anziani immigrati cubani si sfidano a domino; il Tower Theater, uno dei più antichi edifici di Miami; Il Cubaocho museum e performing arts center, un museo a ingresso gratuito con opere di artisti cubani dal 1800 al 1960, galleria d’arte, musica dal vivo e bar
Miami culinary tours propone un’ interessante quanto gustosa visita del quartiere con la degustazione delle delizie gastronomiche della cucina cubana: dal celebre sandwich fino al dolcissimo caffè (le visite con Mirka Roch Harris sono ideali per gli italiani in quanto l’appassionata signora ha il nonno marchigiano, ama l’Italia e le piace descrivere la cucina cubana con raffronti con quella italica).
A Watson Island, a Est  di Downtown, sorge il Jungle Island per gli amanti della natura o per coloro che viaggiano con bambini. Il parco unisce il suggestivo paesaggio tropicale di Miami a una grande varietà di animali esotici provenienti da tutto il mondo. L’intera struttura non fa uso di concimi chimici né di fitofarmaci. Nell’Everglades habitat si riproducono le condizioni ambientali delle Everglades con la sua fauna e la sua flora. Un’esperienza unica da fare è proprio quella dell’Everglades national park, dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, nella parte più meridionale della Florida, a circa due ore di auto da Miami: una palude immensa, una delle zone più selvagge e incontaminate d’America. Ci vivono, tra gli altri, alligatori, serpenti velenosi e tartarughe carnivore. La zona costiera, invece, è popolata da squali e barracuda.
A Miami Beach non manca di certo la cucina cubana che non si può non provare. “Havana 1957” è una catena di ristoranti cubani che coniuga la cucina tradizionale con  l’atmosfera e il fascino della Cuba degli Anni '50. Il ristorante al 405 di Española Way è un locale magico dove si può vivere questa esperienza con un servizio cordiale e una cucina autentica e varia. Dai sandwiches al pollo fritto alla cubana, dal pesce alle zuppe è un meraviglioso viaggio nei sapori cubani. Il mojito è strepitoso. Perfetto il rapporto qualità-prezzo.
Questo lungo articolo e' estrapolato da in infinito reportage su Miami apparso su un settimanale. 
 Vi devo confessare che non sono mai stato negli Stati Uniti, per lungo tempo ho sperato di fare parte di qualche contingente di invasione del Patto di Varsavia, ma poi le cose....sono andate come sono andate.
Mi piacerebbe pero' farci un salto, passarci un po' di tempo, vedere come vive quel giovane paese e se esiste o meno il famoso american dream.
Miami pero' proprio no.
Se c'e' un luogo in cui proprio non metterei piede e' questa sorta di succursale cubana e latina che e' Miami.
Sara' che non ho mai amato i surrogati; se devo mangiare una caramella cerco sempre quelle che abbiano lo zucchero al posto giusto, non il saccarosio, una cosa o la fai bene o meglio non farla.
Andare a Miami, dopo tanti anni di Cuba, lo troverei un tantino fuori luogo, magari mi sbaglio ma la penso cosi'.
Molti hanno questo mito di Miami come se fosse il posto piu' bello del mondo e il punto di arrivo di un'esistenza.
Per decenni e' circolata questa minchiata che le case costavano poco, conosco parecchia gente che c'e' stata e ci va regolarmente, mi conferma che costano relativamente poco in quartieri in cui devi uscire di casa conciato come Rambo per sperare di farci ritorno.
Parliamo di una delle citta' col piu' alto tasso di delinquenza di tutti gli Stati Uniti.
Prima sono arrivati i bandoleros cubani, ricorderete la scena di Scarface dove, a seguito del Mariel, i poliziotti yankee si lamentavano che Castro gli avesse rifilato tutta la merda che si ritrovava in casa, poi e' stata la volta di messicani, venezuelani, honduregni, nicaraguensi ecc....
Delinquenti veri, non macchiette.
Simone Piras, titolare di Cubacenter ci visse un anno intero.
Ricordo che mi annuncio' quella scelta a pranzo in un ristorante di Scansorosciate, era bello carico e gli augurai le migliore cose visto che si trattava comunque di un'esperienza importante.
Visse un anno in un bel condominio con piscina comune a pochi metri dalla spiaggia, location stupenda.
Cerco' di inserirsi nel meccanismo dei cubani che volavano fra i due paesi, ma si rese conto che il tutto era in mano a cubano americani coi quali non era troppo il caso di scherzare.
Dopo un anno, constatato anche che gestire un'attivita' troppo lontano dalla cassa, come accade in ogni situazione di questo mondo, era piuttosto complicato, decise di tornare in Italia definitivamente.
Se non ricordo male in un anno spese qualcosa come 6000 euro al mese fra affitto e vivere ad un discreto livello.
Mi racconto' che andare in un buon ristorante per mangiare buona carne o buon pesce era una sorta di bagno di sangue, che c'erano quartieri dove era meglio non mettere il naso neanche in pieno giorno e tante altre cose.
Perlomeno ci ha provato.
So gia' che la vista di Little Habana mi farebbe incazzare sopratutto dopo aver visto la gusaneria esultare alla morte del nostro Comandante en Jefe.
Molti italiani che vivono a Tunas senza RP, dopo 3 mesi, ora escono per andare a Miami, se non sbaglio da Holguin sono 180 cuc andata e ritorno, nulla se comparati con i 500 e passa sempre spesi per andare in dominicana o a Panama.
Tutti mi dicono che e' molto cara e che dopo 3-4 giorni non vedono l'ora di tornare a Cuba.
Certo col portafoglio a fisarmonica credo si possa fare una gran bella vita, ma con quel tipo di portafoglio la bella vita la fai in qualunque paese al mondo.
Andare fino la' per mangiare cubano poi....bah!
No....non sono particolarmente attratto da Miami.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

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