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Il FAI chiede chiarezza

Il FAI Chiede Chiarezza

Sono di pochi giorni fa le parole rassicuranti del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, a seguito degli “incendi e i disastri meteorologici di queste ultime settimane”, assicurava la determinazione del Governo a “fare quello che non si è avuto il coraggio di fare a sufficienza nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio”. 

Sicilia, Calabria e Salento in fiamme; la Romagna sott’acqua; Milano distrutta dal vento; la grandine che flagella Lombardia, Veneto e Piemonte: temperature oltre la soglia del limite, esondazioni, trombe d’aria e tempeste ovunque. 

È di oggi la notizia che nell’ambito della riprogrammazione del PNRR sono stati tagliati proprio i fondi destinati alla “gestione del Rischio di alluvione e la riduzione del rischio idrogeologico”. Certamente saranno previste delle rimodulazioni, ma la dissonanza tra le dichiarazioni della Presidente del Consiglio e la Proposta di revisione del PNRR disorienta un’opinione pubblica sempre più allarmata dalle devastanti esperienze appena vissute.

Il FAI  Fondo per l’Ambiente Italiano, facendosi portavoce dei suoi 270mila iscritti, certo di interpretare le istanze di tutte le comunità che abitano i territori colpiti, chiede

  • piena e inequivocabile chiarezza sui provvedimenti in merito alla riallocazione dei fondi del PNRR destinati alla gestione e riduzione del rischio idrogeologico
  • un piano urgente per proteggere i nostri territori; uno strumento strategico in questo senso è sicuramente il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici che auspichiamo diventi al più presto efficace e operativo.

Il FAI si riconosce assolutamente nelle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo. Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico… Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori”.

L’estrema gravità delle conseguenze del riscaldamento climatico esige inequivocabile e urgente chiarezza.



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