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Giornate FAI di primavera

Le Giornate FAI compiono Trenta Primavere. Una festa, ma non solo: l’occasione per rinsaldare i valori del vivere civile testimoniati dal patrimonio culturale. In programma visite a contributo libero in oltre 700 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 400 città.

Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione consultabili su www.giornatefai.it; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, è consigliata la prenotazione online perché garantisce l’accesso alla visita).

Le Giornate FAI quest’anno compiono “trenta primavere”: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e naturaaperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari 330.000 studenti“Apprendisti Ciceroni”. Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità

Mai come quest’anno, allora, le Giornate FAI mostrano il loro più autentico spirito civico ed educativo, che è nella missione del FAI: visitare gli oltre 700 luoghi eccezionalmente aperti dai volontari del FAI sarà l’occasione per conoscere la nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta. Proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale, aprendolo al pubblico e invitando tutti gli italiani a conoscerlo e frequentarlo: questa è la missione del FAI, che proprio in questi tempi bui, in queste Giornate FAI, trova un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e urgente.

Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese. 

Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su http://www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box in fondo per dettagli).

Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”. 

Milano, Palazzo dell’INPS in Piazza Missori

Elenco dei luoghi visitabili per regioni (in ordine alfabetico). Si raccomanda caldamente di controllare su www.giornatefai.it gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione

ABRUZZO

ORTUCCHIO (AQ)

Telespazio 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo unico turno di visita alle ore 10, per gruppo di max 30 persone con prenotazione obbligatoria. Presentarsi in loco con 20 minuti di anticipo.

Il Centro spaziale del Fucino è attivo dal 1963 e oggi, con le sue 170 antenne e i suoi 370.000 mq di superficie, è riconosciuto come il primo e più importante “tele porto” al mondo per usi civili. Presso il Centro Spaziale si svolgono attività di controllo in orbita di satelliti, servizi di telecomunicazioni, televisivi e multimediali. Tra le antenne di Telespazio si trova il Museo di Telespazio, piccolo scrigno di oggetti e frammenti di un passato che dal 1986 racconta la storia dell’industria spaziale italiana e l’evoluzione delle telecomunicazioni via satellite. Accanto al Museo è collocata la poppa con elica e timone della nave Elettra, donata a Telespazio nel 1978 dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Elettra era il panfilo a bordo del quale Guglielmo Marconi effettuò, a partire dal 1923, importanti esperimenti di radiopropagazione a onde corte. Alla sua morte, la nave fu acquistata dal Governo italiano, ma nel 1944 venne silurata e affondata da un sottomarino britannico vicino a Zadar, sulla costa Dalmata. L’Elettra restò incagliata in acque poco profonde fino alla conclusione del conflitto mondiale. Venne poi tagliata in numerosi pezzi, che attualmente sono sparsi in istituzioni scientifiche, musei e aree portuali nel Nord e Centro Italia. Durante le Giornate di Primavera sarà possibile visitare questo luogo affascinante ma raramente accessibile al pubblico. 

SULMONA (AQ)

Sabato 26 e domenica 27 marzo, diversi orari di apertura

I confetti a Sulmona si producevano già nel Medioevo e a renderli unici sono l’esclusivo brevetto di lavorazione e le splendide composizioni, tipiche della cultura artigianale sulmonese, che verrà raccontata grazie a tre aperture speciali:

Itinerario A dolci passi per Sulmona la storia e l’arte dei confetti

Con l’itinerario dedicato all’arte confettiera di Sulmona, il pubblico potrà scoprire i più bei monumenti del centro storico e avrà l’esclusiva opportunità di conoscere come nascono gli splendidi fiori di confetti dalle forme più svariate, che rendono uniche le vie della città. Passeggiando tra chiese, palazzi e botteghe, si potranno incontrare le artigiane che si tramandano da secoli i segreti per realizzare i fiori di confetto e si assisterà alla nascita di questi splendidi manufatti direttamente dalle loro mani. 

Fabbrica Confetti William Di Carlo

La Fabbrica è frutto dell’unione di due storiche famiglie di noti confettieri e pasticcieri, i Marcone e i La Civita-Di Carlo. Da sempre impegnata nella creazione di prodotti di altissimo livello e nella tutela dei sapori italiani nel mondo, l’azienda si è fatta promotrice dell’ottenimento del marchio di qualità I.G.P. per il confetto di Sulmona. Il processo artigianale conserva ancora oggi la cura e la sapienza che valse al capostipite il prestigioso riconoscimento di Re Umberto di Savoia che donò alla famiglia una spilla di brillanti la cui immagine ancora oggi è parte integrante del marchio dell’azienda. In occasione delle Giornate FAI sarà la titolare, la signora Di Carlo, insieme al suo staff a raccontarci della famiglia, della passione per il lavoro e ad accompagnare i visitatori in un percorso di visita nei laboratori dove la produzione avviene come secoli fa.

Fabbrica Confetti Pelino e Museo del Confetto

Saranno eccezionalmente visitabili anche la Fabbrica Confetti Pelino e il Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera, fondato dalla famiglia Pelino nel 1988. Sarà il titolare della Fabbrica Mario Pelino ad accompagnare i visitatori alla scoperta dei laboratori dove avviene il processo produttivo con cui le mandorle si trasformano in squisiti confetti. A seguire si accederà al Museo, un luogo unico dove è possibile ammirare una vasta esposizione di macchine antiche per la produzione di confetti e varie attrezzature, cimeli preziosi e oggetti rari. Tra le curiosità, una scatolina di vetro con all’interno i confetti cannellini appartenuta a Giacomo Leopardi che ne era ghiotto.

BASILICATA

MATERA

Villaggio neolitico di Murgia Timone 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 18

Ubicato nella omonima località sull’altopiano roccioso della Murgia, nel cuore del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, il villaggio di Murgia Timone sorge a poca distanza dallo Jazzo Gattini e la Masseria Radogna, dal 2003 sedi del Centro di Educazione Ambientale di Matera, che testimoniano l’utilizzo dell’area per attività agro pastorali fino a tempi molto recenti. Numerose le testimonianze antropiche presenti nel territorio, come strutture funerarie, chiese rupestri, cisterne, strutture di raccolta dell’acqua, che raccontano una frequentazione intensa del luogo da parte dell’uomo e un rapporto forte tra uomo e ambiente. L’apertura nelle Giornate FAI prevede una visita guidata attraverso il percorso museale all’aperto recentemente reso fruibile in maniera completa e sicura, volta a comprendere la stratigrafia del sito e il cambiamento di destinazione della medesima area nel passaggio dal Neolitico all’età dei Metalli. Si procederà quindi alla scoperta della rete di villaggi trincerati che si susseguono a breve distanza e che fanno del Materano una delle aree più importanti nel panorama della Preistoria e Protostoria in Italia.

Cittadella della Musica Conservatorio 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 18

Fondato nel 1965 dal Maestro Nino Rota, il Conservatorio di Musica “E.R. Duni” è un’istituzione culturale fortemente radicata nel tessuto storico materano. Il periodo della sua nascita coincide con quello del Concorso Internazionale “Sassi di Matera” (1974/75), cui la città affidava il compito di individuare le azioni più opportune per strappare a un triste abbandono la sua parte più antica e significativa. Proprio in quegli anni, il Comune decideva di attivare i finanziamenti e le progettazioni esecutive per fare di Piazza del Sedile il “cuore” musicale della città, destinando a sede del Conservatorio i Palazzi del Municipio Vecchio, Bronzini e Ridola, all’epoca vuoti o precariamente utilizzati, e prevedendo la realizzazione di un Auditorium “incastonato” in un adiacente vicinato dei Sassi. I Palazzi del Conservatorio saranno visitabili eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI; durante la visita il pubblico potrà apprezzare l’esecuzione di brevi brani musicali preparati nell’ambito dell’attività didattica. 

MOLITERNO (PZ)

Bosco Faggeto

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17

Riconosciuta Sito di interesse Comunitario (SIC) e successivamente Zona Speciale di Protezione (ZSP), la Riserva è una piccola area protetta istituita dal Comune di Moliterno, oggi interamente compresa nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Con un’estensione superiore ai 300 ettari, per morfologia e clima rappresenta il luogo ideale per favorire la biodiversità floristica: elevata umidità e temperatura bassa, infatti, consentono alla vegetazione di trovare condizioni ottimali. Sono presenti alcuni esemplari di faggio all’ interno della riserva che svettano oltre 40 metri di altezza, tra cui un lembo di fustaia di faggio e cerro di notevole esuberanza vegetativa, relitto delle secolari formazioni d’alto fusto risparmiate dal disboscamento che ha fortemente ridotto le superfici forestali della Basilicata tra il XIX e il XX secolo. Uno studio effettuato dall’ Università degli Studi della Basilicata ha censito ben 790 specie floristiche, di cui 70 sono quelle rare, fra le quali spiccano un’infinità di orchidee di incantevole bellezza. Si segnala inoltre la presenza di specie animali protette, come il Lupo e lo Scoiattolo meridionale.

CALABRIA

BORGO DI SAN MARCO ARGENTANO (CZ)

Abbazia di Santa Maria della Matina 

Apertura sabato 26, dalle ore 15.30 alle 18.30, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30

Normalmente chiusa al pubblico in quanto bene di proprietà privata, l’Abbazia di Santa Maria della Matina è situata in un complesso rurale ubicato in aperta campagna, lungo il corso del fiume Fullone. Fu consacrata nel 1065, dapprima benedettina e poi ricostruita nella seconda metà del sec. XII in forme cistercensi dai Florensi provenienti dall’Abbazia della Sambucina di Luzzi. Annessi all’Abbazia erano attivi una serie di mulini idraulici, in origine collegati tra loro da un complesso sistema ideato dai cistercensi e dei quali oggi restano solo ruderi, tranne che nel caso del Mulino di Mezzo, ancora visibile. La chiesa originaria, benedettina, è andata completamente perduta e le trasformazioni subite nel corso dei secoli ne hanno stravolto l’aspetto originario, mantenendo tuttavia inalterato il fascino dei superstiti elementi cistercensi. Intatta è la raffinatissima aula capitolare: la sua architettura richiama lo stile delle abbazie di Casamari e di Fossanova e rappresenta l’unico modello del genere nella valle del Crati. La visita durante le Giornate FAI di Primavera sarà quindi una occasione eccezionale per apprezzare, con approfondite spiegazioni, una delle architetture cistercensi più raffinate d’Europa, segno del massimo splendore raggiunto dal territorio nell’arco di secoli.

CAMPANIA

NAPOLI

Basilica di Santa Maria della Sanità

Apertura sabato 26, dalle ore 9.30 alle 17.30, e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 10.30 e dalle 13.30 alle 17.30

La Basilica di Santa Maria della Sanità si trova nel quartiere della Sanità, situato ai piedi della collina di Capodimonte, da cui discenderebbe il nome, perché trovandosi nella valle sottostante si riteneva che l’aria fosse molto salubre. Il quartiere è senza ombra di dubbio uno dei più popolari, più colorati e vivi del centro storico della città, con tanti luoghi di interesse e con molteplici sfaccettature artistiche, artigianali e folcloristiche. La Chiesa, uno dei gioielli del barocco napoletano, considerato uno dei progetti più ambiziosi dell’architetto domenicano Fra Nuvolo (1570-1643), è stata costruita tra il 1602 e il 1610. Ancora oggi è un importante punto di riferimento per gli abitanti della zona. La Basilica, sempre aperta, è stata recentemente oggetto di importanti restauri e allestimenti. Durante le Giornate FAI di Primavera si visiteranno la Sacrestia e il Chiostro cinquecentesco, a pianta ellittica. Nella sacrestia, lo scorso dicembre è stato collocato “Il Presepe favoloso”: il mondo sospeso nel Rione Sanità nel momento in cui nasce Gesù, un’opera monumentale e permanente, realizzata e donata dai fratelli Scuotto, moderni cesellatori, fondatori della bottega d’arte presepiale napoletana “La Scarabattola”. Accanto alle tradizionali figurine presepiali si affianca la straordinaria storia napoletana, dal Vangelo in dialetto, alle incredibili leggende legate alla città, come la sirena Partenope, e agli uomini che la connotano. Si potrà inoltre scoprire la farmacia di epoca seicentesca. Uno degli ambienti della farmacia, un tempo probabilmente adibito a sala d’attesa e per decenni usato come falegnameria, è stato recentemente restaurato e sarà il nuovo infopoint e ticket office delle catacombe di San Gaudioso. Il restauro ha ripristinato gli spazi originari e svelato gli antichi affreschi che decoravano una parte delle pareti.

Ipogeo dei cristallini

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 16. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Scoperto nel 1898 nel giardino del palazzo del barone di Donato, l’Ipogeo dei Cristallini è un complesso monumentale risalente tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C. formato da quattro ipogei scavati nel tufo, e rappresenta una rarissima testimonianza della pittura e dell’architettura ellenica, andate altrove quasi interamente distrutte. Da sempre chiuso al pubblico, sarà finalmente restituito alla fruizione collettiva grazie a un recupero a tutto campo voluto dalla proprietaria famiglia Martuscelli, dalla Soprintendenza e dall’Istituto Centrale per il Restauro. L’intervento è stato già avviato grazie ai finanziamenti della Regione (Por Campania Fesr). L’ipogeo dei Cristallini svela la presenza di antichi culti iniziatici nella zona della Valle dei Morti: un culto dionisiaco funerario, in particolare, riconducibile a sette e comunità di iniziati. La sua apertura al pubblico aggiunge un nuovo tassello al recupero del rione Sanità.

Palazzo De Liguoro di Presicce

Aperture sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 16

Il Palazzo de’ Liguoro di Presicce è un palazzo storico di Napoli, situato in via Arena della Sanità, nel Borgo dei Vergini, cuore pulsante della Napoli fatta di antichi palazzi nobiliari dal sapore barocco e di chiese trecentesche. È solitamente chiuso al pubblico, ma la sua proprietaria, Donna Paola de’ Liguori, vive in una parte dell’edificio ed è promotrice di iniziative culturali volte a far vivere gli ambienti che tanta storia hanno visto e che hanno portato sviluppo nel Rione. Le Giornate di Primavera offriranno l’occasione di ripercorrerne la lunga storia a partire dalla prima metà del Cinquecento, quando l’edificio doveva essere solo una dimora di svago, con un grande giardino, purtroppo oggi molto ridimensionato. Il piano ammezzato e il secondo piano sono stati progressivamente frazionati in molteplici unità abitative, mentre il primo piano è occupato per intero dall’appartamento nobiliare, conservatosi intatto nei suoi spazi, abbellito da quadri, arredi d’epoca e tessuti di pregio alle pareti. Nella volta della sala da ballo sono ancora ammirabili alcuni affreschi settecenteschi realizzati con la tecnica del trompe l’oeil. Di notevole ricchezza è anche la biblioteca.

Orto botanico

Aperture sabato 26, dalle ore 10 alle 13, e domenica 27 marzo, dalle 9.30 alle 10.30 e dalle 12 alle 16.30

Tra i più importanti d’Europa e certamente primo in Italia, il Real Orto Botanico di Napoli oggi è una struttura dell’Università Federico II, che fa parte della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Si estende per circa 12 ettari, ospita circa 9000 specie vegetali e quasi 25000 esemplari di specie erbacee, arboree e arbustive, provenienti da ogni parte del mondo, nonché di quasi tutti i fiori esistenti. Fondato per decreto reale da Re Giuseppe Bonaparte nel 1807, l’Orto è organizzato per percorsi e giardini tematici: piante del deserto, velenose, da spiaggia, frutteti, agrumeti, mediterranee, piante citate nella Bibbia e così via. Ci sono anche campi sperimentali e un giardino tutto dedicato ai non vedenti. Comprende in tutto cinque serre: la storica Serra Temperata, con la sua lunga facciata composta di semicolonne doriche alternate a vaste aperture ad arco chiuse da vetrate, la Serra Monumentale Merola o Stufa temperata, le Serre Califano, le Serre di riproduzione e moltiplicazione di felci e orchidee, le Serre delle piante utili e la Serra Tropicale Messicana. Nella zona in cui l’orto confina con l’Albergo dei Poveri è situato inoltre il “castello”, che accoglie il Museo di Etno-botanica e Paleo-botanica e ripercorre l’origine dei gruppi di piante venute alla luce sulla terra nel corso delle varie epoche.

SORRENTO (NA)

Villa Cortchacow 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18

Situato in una splendida posizione in cima al costone tufaceo che si affaccia sul Golfo di Napoli, Villa Cortchacow è uno dei gioielli più prestigiosi della penisola sorrentina, meta prediletta sul finire del XVIII secolo di personaggi potenti, illustri stranieri e di tutta la nobiltà napoletana. Attualmente annessa al complesso alberghiero “Hotel Parco dei Principi”, venne fatta costruire nel 1792 dal conte di Siracusa Paolo Leopoldo di Borbone in stile neorinascimentale, con sontuosi saloni, scalinate di grande valore artistico e magnifiche stanze affacciate sul mare. Alla sua morte la villa fu abbandonata, quindi venduta nel 1885 ai principi russi Cortchacow, che la ristrutturarono con grande cura, commissionando a Filippo Palizzi (1819-1899) il celebre pavimento del salone con decoro trompe-l’œil. La principessa dedicò particolare attenzione anche al parco che circondava la villa, arricchendolo con numerose specie botaniche, ove insieme alle piante tipiche della macchia mediterranea, si trova una grande varietà di specie esotiche, come un cedro del libano secolare e alcuni esemplari di Ginkgo biloba. 

Bagni della Regina Giovanna

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18

I Bagni della Regina Giovanna sorgono in posizione isolata sul promontorio di Punta del Capo di Sorrento, confinanti sulla costa con l’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Raggiungibili mediante una piacevole passeggiata, sono un’oasi costituita da una piscina naturale racchiusa tra la spiaggia rocciosa e le scogliere calcaree, e ospitano uno dei siti archeologici più importanti della penisola. Il nome, secondo la leggenda, proviene dalla Regina Giovanna D’Angiò, sovrana di Napoli, che tra il 1371 ed il 1435 si racconta soggiornasse in questo luogo per periodi più o meno lunghi, intrattenendosi in queste acque in compagnia dei suoi giovani amanti. Guardando ai tempi più remoti, emergono tra i tesori dell’area i resti di un’antica villa romana del I sec. a.C., il cui nome era “Villa Pollio Felice”, di circa trentamila metri quadri e divisa in due parti: la domus marittima e la pars rustica, destinata alle attività agricole. Oggi i resti della struttura sono oggetto di studio da parte degli archeologi dell’Istituto Winckelmann – Humboldt dell’Universität zu Berlin. L’apertura nelle Giornate FAI prevede, oltre alla visita guidata attraverso il percorso consueto, la scoperta di alcuni ambienti eccezionali, normalmente non fruibili. 

EMILIA-ROMAGNA

PARMA

Parco della Musica e Auditorium Paganini progettato da Renzo Piano

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30

Nel solco delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Toscanini, a Parma si potrà visitare l’Auditorium Paganini, progettato da Renzo Piano e inaugurato nel 2011 e situato nel parco urbano che ha ospitato lo storico stabilimento dello zuccherificio Eridania dal 1899 al 1968. In questo giardino, Piano ha colto l’impatto dei muri perimetrali dell’ex officina, utilizzando lo schema distributivo dello stabilimento per la creazione della sala della musica e per quella delle prove, per gli spazi di servizio e per gli impianti tecnici. La platea ospita 780 posti e a fare da sfondo al palcoscenico sono i cedri del Libano, le querce e i platani del parco. L’architetto ha reinventato infatti gli spazi creando un cannocchiale visivo che elimina i confini tra spazio artificiale e ambiente naturale, suggestione che anima l’intero progetto.

Antica Farmacia San Filippo Neri e Oratorio San Tiburzio

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 17.30

Situata all’interno di Palazzo San Tiburzio, antica sede della Congregazione della Carità, l’Antica Farmacia venne fondata nei primi anni del Cinquecento dal frate francescano minore Francesco De Meda, per diventare nel tempo punto di riferimento per giovani madri senza mezzi, carcerati e famiglie indigenti cui garantiva sostegno economico e assistenza sanitaria. Il servizio di farmacia rimase in funzione fino agli Sessanta, fornendo medicinali gratuiti prima dell’avvento del sistema sanitario nazionale. Nei suoi locali sono ancora presenti gli antichi armadi e i banchi, gli alambicchi, le provette, le ampolle e gli imbuti in vetro soffiato; vi si trovano vasi per ingredienti e farmaci, alcuni dei quali ancora pieni, compreso un misterioso “sangue di drago”. Oltre ai ricettari, sono presenti i registri compilati dalla Congregazione con l’elenco degli affiliati e dei medici che curavano i poveri. Durante le Giornate FAI di Primavera si visiterà anche l’Oratorio San Tiburzio, prezioso edificio di culto, confiscato all’inizio dell’Ottocento da Napoleone Bonaparte e in seguito venduto e trasformato in stalla per cavalli. Fu la stessa Congregazione di San Filippo Neri ad acquistarlo nel 1875 e a restituirlo al culto per alcuni decenni. Oggi l’Antica farmacia e l’Oratorio fanno parte dell’Azienda Servizi alla Persona del Comune di Parma, istituzione erede di questa importante tradizione. 

BOLOGNA

Palazzo Arcivescovile

Apertura sabato 26 marzo, dalle ore 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Il Palazzo Arcivescovile di Bologna sorge nel cuore della città di Bologna alle spalle della Cattedrale di San Pietro, insieme alla quale rappresenta il risultato di una stratificazione artistica e architettonica di grande importanza nella storia di Bologna. Il nucleo principale del Palazzo fu costruito verso il 1577, anche se la sua architettura complessiva racchiude una stratificazione secolare che dal periodo medievale conduce al decoro ottocentesco. Affaccia all’interno di una corte lungo il cui perimetro si raccoglie il complesso per intero e si eleva l’abside della Cattedrale Metropolitana di Bologna. Una delle caratteristiche architettoniche di questo edificio è di avere, diversamente dalle residenze nobiliari cittadine, il fronte principale non prospettante la via pubblica ma un interno ove campeggia l’iscrizione “Dilige Decorem Domus Tuae”, a sottolineare la dignità e l’ordine appropriati alla residenza del vescovo, così come fu concepita dal cardinale Gabriele Paleotti che alla fine del Cinquecento diede all’edificio la complessiva struttura odierna. Quella delle Giornate FAI rappresenta una visita di particolare eccezionalità, con l’apertura di ambienti solitamente non accessibili al pubblico e riservati a funzioni peculiari della vita della Diocesi di Bologna.

FRIULI VENEZIA GIULIA

TRIESTE

Teatro lirico Giuseppe Verdi e Museo teatrale Carlo Schmidl

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17. Prenotazione obbligatoria 

Il Teatro Verdi, nato con il nome di Teatro Nuovo, fu costruito tra il 1798 e il 1801. Il progetto fu affidato all’architetto Giannantonio Selva (1751-1819), cui si deve anche il Teatro La Fenice di Venezia, e successivamente all’architetto austriaco Matteo Pertsch (1769-1834), molto attivo a Trieste, che modificò facciata e interni. L’edificio, di notevole eleganza, richiama da vicino l’esempio del Teatro alla Scala di Milano, costruito tra il 1776 e il 1778 su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini, che fu tra i maestri di Pertsch. La visita partirà dal foyer e dalla platea e proseguirà, tra i piani dei palchi, al Ridotto, sede di memorabili balli pubblici e veglioni a partire dal 27 dicembre 1801. Dal Ridotto si continuerà alla scoperta della sala coro, della sala ballo e, infine, del loggione. Uscendo dal Teatro Verdi, attraverso la bellezza del centro storico neoclassico di Trieste – da piazza della Borsa a Palazzo Carciotti, fino al Canal Grande con la chiesa di Sant’Antonio Nuovo – gli Apprendisti Ciceroni accompagneranno i visitatori a Palazzo Gopcevich, sede del Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl, che documenta la storia del teatro e della musica a Trieste dal Settecento a oggi. Un luogo poco noto, che merita di essere visitato per la varietà e la ricchezza della sua collezione. Tra gli oggetti più antichi che custodisce, una spinetta all’italiana del 1577, uno strumento a tastiera con corde pizzicate della famiglia del clavicembalo, e un baule e un costume di scena del Settecento. 

SPILIMBERGO (PN)

Itinerario sul mosaico 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30

Conosciuto come “città del Mosaico”, il borgo di Spilimbergo, grazie anche alla presenza della prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli, è famoso a livello internazionale per le innumerevoli opere musive che lo adornano “a cielo aperto”. Attualmente l’istituto è frequentato da allievi provenienti da tutto il mondo, che qui trovano maestri qualificati e appassionati, nonché l’occasione unica di specializzarsi in quest’arte. L’itinerario delle Giornate FAI si unisce alle celebrazioni per i 100 anni dalla fondazione della Scuola ed è tutto dedicato ai mosaici sparsi per la città. Sarà l’occasione per visitare eccezionalmente Villa Magenta, impreziosita in ogni stanza da pavimenti in mosaico realizzati dalla famiglia di artisti francesi Avon; si potrà inoltre conoscere il mestiere da vicino grazie alla disponibilità dei maestri artigiani – autori di fama internazionale – che apriranno le porte dei loro laboratori ai visitatori: l’azienda Mosaicpro di Rino Pastorutti, la bottega di “Travisanutto Giovanni – Artistic Mosaics” e la “Mario Donà Mosaici”.

SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)

Palazzo Altan

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30

Palazzo Altan, di origini seicentesche, rimaneggiato e ingrandito nel Settecento e nell’Ottocento, è uno degli edifici più prestigiosi di San Vito al Tagliamento, solo raramente aperto al pubblico. Oggi di proprietà della Regione e del Comune, ospita il Museo della Vita contadina Diogene Penzi e alcuni uffici, tra cui il Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Grave. All’interno presenta un recente allestimento di opere di artisti locali e conserva intatto il fascino del palazzo nobiliare nella biblioteca del pianoterra, nelle pareti finemente decorate e negli specchi del primo piano, nel significativo ciclo di affreschi della fine del XVII secolo sul soffitto della camera che fu di Leandra Altan, attribuito a Lucillo Candido e raffigurante alcuni episodi della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Molto elegante il giardino all’italiana, delimitato da un’esedra su cui si ammirano tracce di pittura seicentesca attribuibili al pittore tedesco Anton Joseph.

LAZIO

ROMA Le visite in tutti i luoghi di Roma sono su prenotazione

Chiesa dei SS. Sergio e Bacco

Apertura sabato 26 marzo, dalle ore 10 alle 16. Per la visita non sarà richiesto il contributo.

La Chiesa cattedrale dei SS. Sergio e Bacco, sede dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici di rito bizantino residenti in Italia, è una piccola chiesa di rito ucraino-bizantino, affacciata su piazza Madonna dei Monti. Sergio e Bacco erano due ufficiali dell’esercito romano che subirono il martirio in Siria nel 303 per essersi rifiutati di sacrificare a Giove: il loro culto si diffuse rapidamente in tutto l’Impero, tanto che nel IX secolo a Roma c’erano cinque chiese a loro dedicate (oggi rimane solo quella ucraina). Ricostruita dopo il Sacco di Roma nel 1527, la chiesa fu restaurata nella prima metà del Seicento a spese del cardinale Antonio Barberini, che acquistò inoltre gli edifici ad essa annessi per le esigenze degli ucraini e lasciò un fondo per la manutenzione di questi edifici e della chiesa stessa. Il cardinale era fratello del pontefice Urbano VIII, che assegnò il complesso ai Monaci Ruteni di San Basilio, di rito orientale e della provincia ecclesiastica di Kiev, che tuttora la amministrano. Nel 1718, sotto l’intonaco della sacrestia fu ritrovato un affresco della Madonna, copia ingrandita dell’icona miracolosa della Santissima Madre di Dio di Žyrovici: l’immagine fu posta sull’altare maggiore, dove è ancora oggi. In seguito a questa scoperta, nel 1741 alcuni fedeli finanziarono la ricostruzione della chiesa su progetto di Francesco Ferrari. La chiesa subì altre modifiche alla fine del Settecento e poi nel 1896. Di notevole interesse l’iconostasi che separa la navata centrale dal presbiterio con pitture a fondo oro. Fino agli anni Sessanta, la chiesa aveva un’iconostasi esemplare a cinque ordini, fino a metà di marmo bianco, arricchita da elementi dorati e da 52 icone, realizzata nel 1897 da Cesare Caroselli, discendente di una famosa famiglia di pittori romani. Purtroppo, l’iconostasi venne distrutta e la maggior parte di essa scomparve senza lasciare traccia. Si conservano oggi solo le porte reali e diaconali in ferro battuto, decorate con motivi di vite e con antiche icone di quattro evangelisti e di due arcidiaconi. L’attuale iconostasi a due ordini, realizzata in metallo, è stata installata il 16 agosto 1971. Le icone furono dipinte a olio nel 1943 da Oleksandr Savchenko-Bilsky secondo lo stile dell’impressionismo francese con l’inserimento degli elementi nazionali ucraini. 

Casino dell’Aurora Ludovisi

Apertura sabato 26, dalle ore 10 alle 15.45, ingresso riservato agli iscritti FAI, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 15.45, ingresso per tutti

Raramente accessibile in quanto proprietà privata, durante le Giornate di Primavera 2022 aprirà eccezionalmente il Casino dell’Aurora, di origini cinquecentesche, acquistato nel 1621 da Ludovico Ludovisi, cardinal nepote di Gregorio XV. Edificato con pianta a croce greca, a tre piani con torretta belvedere, la villa fu ingrandita nel 1858. Collezioni d’arte e affreschi accolgono il visitatore al suo interno. La sala d’ingresso presenta al centro della volta, attribuita a Taddeo Zuccari e risalente al 1556, un curioso mascherone interpretato come Giano: da qui si dipartono raffigurazioni di vasi con fiamme alternate a facce femminili, sfingi e scudi con ridipinture, ora recanti lo stemma Ludovisi. Questo ambiente introduce nella grande sala dell’Aurora, dal nome dello straordinario soffitto affrescato dal Guercino nel 1621, capolavoro della pittura barocca che rappresenta l’Aurora sul carro mentre lascia il vecchio Titone, tra il Giorno e la Notte. Attraverso una sala dove si ammira, sul soffitto di Giovanni Luigi Valesio, una danza di quaranta putti uniti con ghirlande e fiori, si giunge alla sala ottocentesca e a quella dei paesaggi. Qui la volta, dipinta nel 1622 da Antonio Pomarancio, è aperta illusionisticamente in un ottagono sorretto da cherubini con otto putti danzanti che si tengono per mano; alternati, quattro stemmi Ludovisi e quattro paesaggi realizzati in competizione da Domenichino, Giovanni Battista Viola, Paul Brill e Guercino. Infine, attraverso una riproduzione realizzata dal FAI, esposta nella veranda al pian terreno, sarà possibile conoscere il dipinto a olio su muro di Caravaggio, presente al piano nobile e non raggiungibile per motivi logistici. L’opera, eseguita per il cardinale del Monte, proprietario del casino dal 1596 al 1621 e appassionato di alchimia, raffigura i tre stati della materia (aria, acqua e terra) con Giove, Nettuno e Plutone in un’ardita prospettiva. 

Accademia Nazionale dei Lincei 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18

Nel 1736 il cardinale Neri Corsini, nipote di Lorenzo Corsini, papa Clemente XII, acquistò il cinquecentesco Palazzo Riario, che nel Seicento fu residenza della regina Cristina di Svezia e cenacolo degli intellettuali che poi diedero vita all’Accademia dell’Arcadia. Egli fece modificare e ingrandire, a opera dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga, il palazzo, uno dei più splendidi del XVIII secolo. Nel 1883 il palazzo fu acquistato dal Governo italiano affinché vi avessero sede gli uffici e la biblioteca della Reale Accademia dei Lincei e la Galleria d’Arte Antica, già Corsini. Il principe Tommaso Corsini, nello stesso anno, aveva donato all’accademia la biblioteca della sua famiglia con un fondo prezioso di manoscritti, incunaboli, disegni e stampe. L’Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 da Federico Cesi, studioso di scienze naturali e di botanica, è la più antica accademia scientifica del mondo. L’itinerario permetterà di ammirare la bellissima Biblioteca dell’Accademia e quella storica dei Corsini. Il percorso proseguirà nella Sala Dutuit, caratterizzata dal calco dell’iscrizione di Gorthyna (Creta); si vedrà la lince – emblema dell’accademia in quanto animale dotato di straordinario acume visivo, simbolo dello spirito d’osservazione e di indagine che guida la ricerca scientifica – e ci si affaccerà dalla terrazza del secondo piano con la splendida vista sul Gianicolo. Si percorreranno le sale che ancora mantengono la decorazione originale, come la Sala verde con pitture a “sughi d’erba” che raffigurano scene della Gerusalemme Liberata di Tasso. La visita si concluderà con l’appartamento della Principessa, vero e proprio gioiello dell’ultima residente della famiglia Corsini. Iniziative speciali arricchiranno le due giornate: sabato alle ore 12 il Presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli terrà una conferenza su Dante poeta e giudice del mondo terreno; domenica, sempre alle 12, il Direttore della Biblioteca Marco Guardo narrerà la storia dell’Accademia da Federico Cesi ai giorni nostri nell’incontro Nel segno dei Lincei.

Palazzo del Collegio Romano

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30 

Costruito su progetto dell’architetto gesuita padre Giuseppe Valeriano tra il 1581 e il 1584, sotto il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, il grandioso complesso del Collegio Romano, che occupa un intero isolato includendo anche la chiesa di S. Ignazio, era destinato alla formazione teologica e culturale dei gesuiti e dei giovani delle famiglie notabili dell’epoca e divenne un centro accademico riconosciuto a livello internazionale. Nei secoli il palazzo è stato sede di importanti istituzioni come l’ex Museo Kircheriano, l’Osservatorio Astronomico, il Museo Preistorico-Etnografico Luigi Pigorini e la Biblioteca Nazionale. Attualmente ospita, oltre al liceo Ennio Quirino Visconti, il Ministero della Cultura, di cui durante le Giornate di Primavera 2022 si potranno visitare ambienti esclusivi, come la Sala Spadolini, originariamente il refettorio del collegio, e la Sala della Meteorologia, con la ricca biblioteca specialistica. Inoltre, aprirà straordinariamente la sezione distaccata della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte – parte integrante dei monumenti dell’Istituto VIVE Vittoriano e Palazzo Venezia – che comprende la Sala della Crociera e la Sala della Lettura. La Crociera, rivestita da magnifiche scaffalature contenenti rare edizioni, fa parte dell’edificio originario tardo-cinquecentesco, come attestano le insegne araldiche di papa Gregorio XIII sui portali d’ingresso e sulle volte. La sala conserva intatta l’atmosfera raccolta della Biblioteca Major, dove studiavano i frati e gli allievi del prestigioso Collegio Romano. La Sala della Lettura risale, invece, agli anni Settanta del XIX secolo e fu progettata da Francesco Bongioannini, partendo da un disegno cinquecentesco di Jacopo Barozzi, detto Vignola. La BiASA ha destinato a questi ambienti la Sezione numerica, che comprende gran parte delle collezioni costitutive della propria raccolta, e le raccolte librarie frutto di donazioni e lasciti. 

Complesso Ospedaliero San Giovanni dell’Addolorata

Apertura sabato 26, dalle ore 10 alle 17.30, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18.30

In occasione delle Giornate di Primavera 2022 sarà possibile visitare in via straordinaria il complesso dell’Ospedale San Giovanni Addolorata al Laterano. Si tratta di un magnifico esempio di struttura pubblica sanitaria, in funzione dal XIV secolo fino a oggi, con testimonianze storiche e artistiche del tutto sconosciute. La visita si snoderà sui resti archeologici che l’area conserva, come la Domus degli Annii, antenati di Marco Aurelio, e poi riguarderà l’ospedale storico vero e proprio. Si percorreranno le due corsie di degenza risalenti al ‘400 e ‘500, in parte oggi utilizzate dalla ASL, e si scopriranno la chiesa, di solito inaccessibile, riccamente decorata e con un pavimento cosmatesco; un fresco e silenzioso cortile caratterizzato da una fontana seicentesca; l’antica farmacia, che conserva decorazioni e strutture architettoniche che vanno dal medioevo alla prima metà del ‘900.

Fondazione Ernesta Besso 

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Si visiteranno eccezionalmente gli spazi della Fondazione Ernesta Besso, impegnata nella formazione del personale docente e nella promozione della cultura dell’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. La fondazione si trova all’interno di un quattrocentesco palazzo del Rione Pigna, acquistato nel 1905 dal finanziere e letterato Marco Besso che ne fece la propria abitazione e la sede dell’amata biblioteca: una raccolta di oltre 70.000 volumi, ancora oggi in continua espansione. Gli Apprendisti Ciceroni del FAI guideranno alla scoperta dell’innata passione per la divulgazione di storia, arte e letteratura profusa dal bibliofilo triestino nella sua dimora. Si potranno ammirare la preziosa sala della biblioteca con i maestosi arredi lignei risalenti agli inizi del XX secolo e gli ambienti ristrutturati nel 2018 in occasione del centenario della Fondazione, arricchiti di sezioni espositive che valorizzano la ricca collezione di oggetti d’arte, dipinti e sculture raccolte nel tempo dalla famiglia Besso.

SAN FELICE CIRCEO (LT)

Grotta Guattari

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Durante le Giornate di Primavera 2022 sarà possibile accedere per la prima volta al nuovo percorso di visita nella Grotta Guattari, sito preistorico e paleontologico noto in tutto il mondo, situato a duecento metri dalla costa del Mar Tirreno, alla base del Colle Morrone, estremità orientale del Monte Circeo. Rimasta sigillata per 60.000 anni e scoperta nel 1939 nella proprietà del Cav. Guattari, era originariamente tana di una iena. È formata da un vano principale e da due antri, l’Antro del Laghetto e l’Antro dell’Uomo. In quest’ultimo vennero fatte scoperte sensazionali: un cranio fossile di Uomo di Neanderthal, in buone condizioni di conservazione, e un altro resto neandertaliano, ovvero una mandibola probabilmente appartenente allo stesso individuo. I primi scavi si limitarono a una porzione della grotta; per questo nell’ottobre 2019 la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina, in collaborazione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, ha voluto indagare le parti inesplorate portando a importanti scoperte: dal nel paleosuolo composto dai resti dei pasti delle iene sono stati rinvenuti i reperti fossili di altri nove uomini e di elefante, rinoceronte, orso delle caverne e di uro, il grande bovino estinto. I recenti ritrovamenti offrono uno spaccato della società neandertaliana; il nuovo percorso di visita li valorizza anche grazie a supporti tecnologici per la realtà virtuale e la ricostruzione 3D.

ISOLA DEL LIRI (FR)

Il pubblico avrà l’occasione di scoprire Isola del Liri, in particolare i luoghi legati alla produzione della carta, attività che durante il XIX secolo, grazie alla ricchezza d’acqua del territorio e allo sfruttamento della sua potenzialità energetica, determinò lo sviluppo economico della zona e la radicale trasformazione del paesaggio da agricolo a industriale. Tra le aperture eccezionali, Villa Nota Pisani (ingresso dedicato agli iscritti FAI. Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 17.30), edificata in stile eclettico nella prima metà dell’Ottocento per volere del conte Carlo Lefebvre di Pontarlier, il quale, giunto a Isola del Liri a seguito del riassetto amministrativo realizzato nel Regno di Napoli con Gioacchino Murat, qui impiantò le prime cartiere. La dimora, che ospitò importanti personalità come il Re Ferdinando II di Borbone, fu acquistata a inizio Novecento da Antonio Pisani ed è oggi di proprietà della famiglia Nota. Gli stessi proprietari accoglieranno i visitatori, che potranno ammirare le sale con decorazioni pittoriche in papier paint e trompe l’oeil e il parco, ricco di piante secolari, esotiche, essenze rare e fiori. Aprirà, inoltre, l’ex cartiera Boimond, sito industriale dismesso nel 1976 e tra i più importanti della zona, creata da Emilio Boimond negli anni Venti del Novecento su un impianto preesistente, trasformato e innovato grazie all’installazione di una centrale idroelettrica e di una centrale termica e la messa in funzione di una “seconda macchina continua” per la produzione della carta a partire dalla pasta di legno (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). Ancora, l’ex cartiera Lefebre, fondata nel 1812 da Carlo Beranger all’interno del soppresso convento dei Carmelitani di S. Maria delle Forme e acquisita nel 1822 da Carlo Lefebvre, che la modernizzò e introdusse le “vasche olandesi”, dove venivano lavati, sfilacciati e impastati nelle acque del Fibreno, affluente del Liri, gli stracci che fungevano da materia prima, forniti dalle manifatture di uniformi dell’esercito borbonico. Nella fabbrica si producevano tutti i tipi di carta, tra cui quella per quotidiani come il Daily Telegraph, fino al progressivo abbandono dell’edificio a partire da fine Ottocento. Riscoperta nel 1995, la cartiera è stata recuperata con un intervento che ne valorizza le rovine, in un contesto paesaggistico in cui naturale e artificiale sono in perfetta armonia (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18). A Isola del Liri si potranno visitare, inoltre, la Chiesa di San Giuseppe, di origine seicentesca e modificata successivamente, dove si potrà vedere il pregevole organo, costruito nel 1848 da Tommaso Vayola con gli incredibili meccanismi in legno del mantice perfettamente funzionanti (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18); la Chiesa di Sant’Antonio, che racconta una storia di devozione in quanto custodisce la statua del SS. Crocefisso, salvatasi miracolosamente dai bombardamenti del 3 gennaio 1944 (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18); l’ex Conceria Nicolamasi-Ciccodicola, i resti del piccolo opificio dove, secondo un documento del 1858, si producevano suole per le scarpe, corde e “cioce”, le tipiche calzature del luogo (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18); la Chiesa di S. Lorenzo martire, dove eccezionalmente apriranno i locali della sagrestia che accolgono una cospicua raccolta di dipinti, arredi e paramenti sacri di notevole pregio(apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18); la Galleria Eustachio Pisani, dedicata a uno stimato industriale isolano, che si potrà percorrere fino a raggiungere la terrazza a pochi metri dalla Cascata Grande, spettacolare e maestoso salto di 27 metri che, con la Cascata del Valcatoio e quella di S. Maria delle Forme, è l’elemento naturale simbolico della cittadina (apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 9.30 alle 18).

LIGURIA

GENOVA

Castello Mackenzie

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 18

Il Castello Mackenzie, dal 2004 sede della Cambi Casa d’Aste, venne edificato su una villa preesistente tra il 1893 e il 1905 dal giovane architetto fiorentino Gino Coppedè, su commissione del ricco assicuratore, scozzese d’origine ma fiorentino d’adozione, Evan Mackenzie, che volle realizzare una sontuosa residenza che gli ricordasse l’amata Toscana e fosse un’autocelebrazione del suo potere economico e dei suoi interessi artistici e culturali. Coppedè la immaginò come un antico maniero medievale, dotato di un corpo principale a pianta rettangolare, cui aggiunse un avancorpo che lo fa sembrare costituito da due edifici distinti. All’aspetto anticheggiante facevano da contraltare tecnologie all’avanguardia per il periodo: il castello venne dotato di riscaldamento centrale, acqua calda in tutti i bagni, di una piscina coperta riscaldata con annessa sauna e anche di un grande ascensore. L’edificio – diviso su quattro piani più i fondi e le grotte – dispone di ottantacinque stanze e presenta elementi medievali, rinascimentali e manieristi, a cui si aggiungono tanti elementi decorativi, come le scale a chiocciola in ferro battuto con motivi geometrizzanti, tipici dello stile liberty. Partecipare alle visite proposte in occasione delle Giornate FAI significa intraprendere un viaggio nella storia dell’arte che mescola pezzi autentici, come antichi reperti archeologici romani incastonati nelle pareti, e pezzi imitati con perizia, disseminati lungo tutto il castello, di cui si potranno ammirare alcuni sontuosi ambienti che abbondano di opere d’arte.

Villa Cattaneo dell’Olmo, sede di Fondazione Ansaldo

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 16 

Costituita nel 2000, la Fondazione Ansaldo – frutto di un percorso iniziato nel 1980 con l’apertura al pubblico dell’Archivio Storico Ansaldo, primo archivio d’impresa in Italia – ha sede presso Villa Cattaneo dell’Olmo e custodisce un patrimonio di oltre 100 fondi archivistici che racchiudono documentazione societaria, contabile, amministrativa e tecnica, prodotta dalla metà dell’Ottocento da imprese quali Ansaldo, Bruzzo, Costa Armatori, Dufour, Finmare, Ilva-Italsider, Carmagnani, Fonderie Grondona, Unione Italiana Tramways Elettrici e da altre realtà economico-finanziarie come la Borsa Valori di Genova, il Banco di Chiavari e della Riviera Ligure. Il patrimonio include una fototeca e una cineteca, che documentano gli aspetti della vita economica, imprenditoriale, lavorativa e sociale in Italia a partire dalla fine dell’Ottocento. La fondazione custodisce un totale di oltre 800.000 immagini originali; più di 60.000 unità archivistiche sulla storia industriale e culturale del Paese; oltre 50.000 disegni tecnici industriali; 1.000 telegrammi cifrati; più di 5.300 pezzi video; una biblioteca con oltre 3.000 volumi e 400 testate d’epoca; circa 300 ore di registrazione di fonti orali, che rientrano nel progetto La Liguria del saper fare si racconta. Tra le varie curiosità vi è un laser disc del film Blade Runner e tra i cimeli la autovettura Torpedo Blu Ansaldo 4C del 1925, un biplano monomotore S.V.A. 5 progettato e prodotto dall’Ansaldo: lo stesso modello utilizzato da D’Annunzio per il volo su Vienna e da Arturo Ferrarin nell’impresa del volo Roma-Tokyo nel 1920.

BRUGNATO (SP)

Brugnato caratteristico borgo “a tenaglia” nella Val di Vara 

Apertura sabato 26, dalle ore 10.30 alle 17.30, e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30

Al centro della verde Val di Vara sorge Brugnato, borgo medievale perfettamente conservato, dalla curiosa forma che somiglia a una chiave, in origine difeso da mura ed edificato alla confluenza dei torrenti Chiocciola e Gravegnola col fiume Vara, in una pianura alluvionale ai piedi dell’Appennino dove i monaci di San Colombano avevano eretto alla fine del VII secolo un’abbazia. Durante le Giornate FAI verrà proposto un percorso alla scoperta del borgo, che prevede visite all’Oratorio di San Bernardo, alla Cattedrale, al Palazzo Vescovile con il Museo Diocesano e agli scavi archeologici. Per l’occasione sarà realizzato un “assaggio” della tradizionale infiorata, evento religioso e artistico che si svolge nel giorno del Corpus Domini, e il pubblico potrà degustare i prodotti gastronomici (formaggi e dolci) che contraddistinguono la Valle: convenzione con i ristoratori per menù dedicati ai visitatori. Sarà anche possibile fare rafting lungo il corso del fiume Vara. Gli iscritti FAI avranno invece la possibilità di accedere a Casa Guani (solo sabato, dalle ore 10.30 alle 17), villa costruita negli anni Venti da Aronne Guani, dimora privata di grande valore storico, immersa in un suggestivo paesaggio agricolo e boschivo in posizione strategica.

LOMBARDIA

MILANO

Palazzo dell’INPS piazza Missori

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17.30

Realizzato tra 1928 e 1931 su progetto di Marcello Piacentini, è un esempio significativo di architettura razionalista

nonché luogo iconico della città. Mai aperto al pubblico se non in occasione di visite scolastiche, le Giornate FAI permetteranno di scoprirne i molteplici tratti, dalla facciata austera scandita da colonne ioniche e ornata da bassorilievi, fino alle ali laterali di matrice stilistica romana. I visitatori potranno apprezzare la sala rotonda, con l’orologio progettato da Piacentini e affiancato da due geni alati, e i pavimenti con tessiture di marmi bianchi e neri disposti a raggiera; potranno inoltre percorrere la monumentale scala elicoidale impreziosita dalla figura lignea del fanciullo con cornucopia realizzata dal ra



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Giornate FAI di primavera

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