COLUMBIA, SC – Il padre di Phillip Adams, ex giocatore della NFL che ha ucciso sei persone prima di togliersi la vita due anni fa, ha citato in giudizio l’università in cui suo figlio ha giocato a calcio. L’autopsia ha successivamente diagnosticato ad Adams una forma insolitamente grave di Encefalopatia Traumatica Cronica, una malattia degenerativa del cervello nota per causare sbalzi d’umore violenti e perdita di memoria. Alonzo Adams sostiene che la South Carolina State University non abbia seguito i protocolli di sicurezza né abbia fornito una formazione adeguata al personale per affrontare il trauma cranico prolungato che suo figlio ha subito durante la sua carriera universitaria, che è durata dal 2006 al 2009. L’accusa di “negligenza, incuria, incoscienza, ostinazione e imprudenza” è stata presentata come causa di omicidio colposo il 31 marzo, in relazione alla sparatoria di massa avvenuta l’8 aprile 2021 a Rock Hill, nella Carolina del Sud, in cui Adams è stato coinvolto. La polizia ha trovato Adams con una ferita autoinflitta alla testa. Sam Watson, portavoce della South Carolina State University, ha dichiarato che l’istituzione non commenta le cause legali in corso. Secondo la denuncia, l’ex giocatore della NFL ha subito anche un “trauma cranico” durante i suoi sei anni come cornerback professionista, comprese due commozioni cerebrali durante un periodo di tre partite con i Raiders nel 2012. La famiglia ha riferito agli investigatori che Adams si lamentava di dolori lancinanti correlati alle ferite, aveva problemi di memoria e difficoltà nel dormire. La sorella di Adams ha dichiarato a USA Today dopo gli omicidi che la famiglia aveva notato segni preoccupanti di un rapido deterioramento della salute mentale, come un aumento dell’irritabilità e una mancanza di igiene personale. Adams non aveva partecipato ad altri programmi di salute fisica e mentale disponibili per gli ex giocatori, secondo un agente citato dall’Associated Press. Questa causa si inserisce in un contesto di un ampio accordo tra la lega e gli ex giocatori per infortuni di lunga durata correlati alle commozioni cerebrali.
