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Prevenire le truffe in banca

Da una recente indagine risulta che ben il 92% delle truffe in banca, per esempio bonifici fraudolenti effettuati dopo l’accesso all’home banking o l’utilizzo di carte per prelevare e fare acquisti, sono state portate a termine manipolando il cliente. Di fatto è appunto il cliente che cliccando su un link su un sms o mail, oppure fornendo direttamente informazioni e codici al telefono, ha aperto la strada ai truffatori. 

Del resto le truffe oggi sono fatte sempre meglio, instillando un’urgenza ad agire nel truffato, spesso inconsapevole di un’arma che la tecnologia consente, vale a dire inviare sms o effettuare telefonate utilizzando lo stesso numero effettivo della banca. E’ per questa ragione che molti cadono nella rete ma purtroppo ad oggi non c’è modo di bloccare questa minaccia, se non appunto una maggiore consapevolezza e accortezza del cliente. 

In questo articolo riporto le evidenze di uno studio di Abilab. 

 

La difesa Dagli Attacchi Informatici resta al centro dell'attenzione delle banche italiane, e gli investimenti in questo settore assumono un'importanza cruciale. Questo emerge dall'ultimo scenario Abilab 2024 per il mercato ICT nel settore bancario italiano. Gli investimenti nelle infrastrutture informatiche svolgono un ruolo chiave nella protezione degli investitori contro il rischio di truffe. Con la crescente digitalizzazione del settore bancario e la contrazione degli sportelli fisici, i servizi stanno sempre più migrando verso la rete, rendendo la sicurezza una priorità assoluta. 

Il report Abilab sottolinea che la Difesa Dagli Attacchi informatici è una preoccupazione particolarmente sentita dalle istituzioni bancarie più piccole. Questo evidenzia l'attenzione crescente verso questo tema. La sfida della sicurezza informatica viene affrontata non solo da singole banche, ma sempre di più a livello sistemico coinvolgendo organizzazioni intermedie. Le sinergie e la collaborazione in questo ambito sono fondamentali per razionalizzare gli investimenti.


Secondo il segretario generale di Abilab, Romano Stasi, le banche intervistate nel rapporto Abilab hanno indicato la cybersecurity come la massima priorità di spesa in ambito ICT, registrando un aumento rispetto alle indagini precedenti. Si stima che vengano investiti circa 350 milioni di euro all'anno per garantire la massima sicurezza delle infrastrutture telematiche. I risultati ottenuti sono significativi, con il 92% dei tentativi di truffa online che vengono sventati o recuperati dai sistemi di sicurezza informatici delle banche.

Per supportare le istituzioni finanziarie in questa sfida, è stata creata l'iniziativa Certfin. Questa iniziativa cooperativa pubblico-privata, promossa da ABI e Banca d'Italia e operata da Abilab, si propone di prevenire il crimine informatico collaborando con l'intero settore bancario attraverso l'emissione di analisi, report e azioni di supporto condividendo informazioni.

I criminali informatici hanno come obiettivo principale quello di sottrarre denaro ai clienti e cercano in modo illecito di acquisire dati sensibili. Utilizzano varie tecniche, come il phishing o l'inserimento di virus con l'obiettivo di infettare i computer per rubare dati sensibili. Tuttavia, i sistemi di protezione sono sempre più avanzati, ad esempio con l'uso di password generate continuamente da appositi dispositivi. Pertanto, i truffatori cercano anche di contattare direttamente i clienti per ottenere queste informazioni. Nel 92% dei casi, infatti, le truffe avvengono manipolando direttamente il cliente.

La sensibilizzazione dei clienti è un tema sempre più centrale e viene affrontato attraverso campagne mirate per evitare che gli utenti cadano in trappole apparentemente banali. A partire dal 2025, con l'entrata in vigore del regolamento Dora, le banche dovranno effettuare veri e propri stress test sulla sicurezza informatica, simulando attacchi. La soglia di sicurezza continua ad aumentare.



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